E farai la stronza

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"Porca troia..."

Si morde le labbra Lauro, trattenendo altre grida, guardando il suo tatuaggio prendere colore, facendogli vedere le stelle dal male:

"Se mi devo fermare, avvisami."

Gli dice l'amico tatuatore facendogli scuotere la testa:

"Figurati, se mi fermo non lo completo più e mi sono rotto di averlo incompleto, quindi forza, prosegui."

Gli ordina, mentre Julia stringe il braccio non interessato al tatuaggio, appoggiata su questo con il viso, con Lauro che le accarezza i capelli:

"Dopo di lui a chi devo farne uno?"

Lauro guarda Julia, per chiederle con lo sguardo se ne vuole uno da aggiungere a quei pochi che ha sulle braccia, ma lei scuote la testa:

"Sicura?"

Sussurra, avvicinandosi a lei e sfiorandole i capelli con il naso:

"Non lo so..." Ragiona:

"Lauro!" Irrompe nello scantinato Federico, facendogli alzare lo sguardo da Julia, non muovendosi con altri parti del corpo: "Ti aiuto su due basi, questa è la copertina, chiudiamo 'sto lavoro e non ne parliamo più!"

Gli spiega con cattiveria e fermezza, lasciandogli un foglio tra le mani, che Lauro afferra meglio, per poi sbarrare gli occhi:

"Che cosa...?"

"Appena finisci con il tatuaggio vieni nello studio da Daniele, che lavoriamo al tuo progetto, realizziamo qualcosa, te lo diamo fisico e non ci rompi più il cazzo con la musica."

E non dice altro, uscendo con la stessa fretta con la quale è entrato. Lauro non crede ai suoi occhi. Ferma con cenno Emanuele, che si allontana dal suo braccio, e fa spostare anche Julia, guardando meglio il foglio:

"Non posso crederci. Mio fratello sta delirando..."

Commenta, alzandosi e osservando il disegno in controluce e il piccolo post-it attaccato:

"Se non ti piace, attaccati e rifalla da solo.
- Fet"

Ma dire che gli piace è realmente riduttivo. La sua foto della carta d'identità - che si chiede come il fratello abbia avuto - con un filtro che dà un'idea di essere in un'altra epoca, rovinata, distrutta e resa ancora più spaventosa, e il suo nome, con un font in corsivo, scritto al centro, in alto. Oltre a ciò la scritta, con il medesimo font del nome, "title" capeggia al centro e le righe collegate a questa parola vanno a coprirgli gli occhi:

"Devo andare da Daniele!"

Annuncia, ma Emanuele lo ferma:

"Non fare stronzate, almeno fatti sistemare il tatuaggio, poi vai dove vuoi, ci manca solo che ti accada qualcosa, che ti abbia sulla coscienza e che la mia carriera sia rovinata a causa della tua stupidità. Metti qua il braccio!"

Ordina, sbattendo la mano dove prima si trovava l'arto del ragazzo che ubbidisce, vista la freddezza dell'uomo:

"Con la musica tutto apposto?"

Gli domanda, trattenendo il dolore sentendo nuovamente l'argo nella sua pelle:

"Sì, tra un annetto faccio uscire l'album, ora sto tranquillo, Guilty vende ancora mediocremente bene."

Lauro annuisce, confermando ciò che dice l'altro. Ama quell'album di cui parla e lo ritiene molto bello:

"Ti voglio dare un'indiscrezione, però muto, te lo dico perché siamo più o meno amici e supporti i miei pezzi."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora