Crisi agli instabili tratti emotivi

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Daniele sorride vedendo entrare Samantha al capannone, felice di rivederla a lavorare lì, pur tristemente obbligata dal fatto che i soldi, a lei e a Lisa, non bastano più.

Si passa le mani tra loro, guardando la porta dell'ufficio, chiusa, scuotendo la testa e mettendosi al suo posto, pronta ad iniziare dove l'amica si è fermata, prendendo in mano buste e accendino:

"Bentornata!"

La saluta Daniele, venendo ricambiato con un sorriso semplice, per poi vedere la ragazza tornare seria, concentrata sul lavoro:

"Puoi entrare se vuoi parlargli."

Le dice, comprendendo i suoi pensieri:

"Di cosa dovremmo parlare?"

"Beh di quello che è success-"

"Non è successo nulla."

Chiude lei il discorso, stringendosi nelle spalle e affondando il viso lì:

"Ma lui..."

"Daniele, basta, non importa."

Alza la voce, facendo cadere il silenzio in tutto il luogo e sentendo, dopo poco, la porta dell'ufficio aprirsi:

"Chiudete quelle cazzo di bocche!"

Sbraita Lauro, sbattendo un pugno sul muro, per poi individuare sul suo campo visivo Samantha, stringendo poco gli occhi:

"Ciao." La saluta, freddamente, mentre lei ricambia con un banale cenno: "Vieni un attimo."

La invita. Samantha non lo considera subito, ma poi lo ascolta, alzandosi dal suo posto, abbandonando ogni oggetto e entrando nel suo ufficio, sentendo la porta chiudersi subito dopo alle sue spalle.
Lauro attraversa la stanza, sedendosi al suo posto e pulendo velocemente la scrivania, allontanando ogni oggetto da lui:

"Volevo dirti che mi dispiace per ciò che è successo qualche giorno fa."

Inizia, senza guardarla negli occhi, giocando con le sue dita e sistemandosi l'unico anello che ha:

"Sì, me lo hai già detto quella stessa notte."

Risponde freddamente lei, prendendo posto, accavallando le gambe e incrociando le braccia:

"Immagino, ma ora sono completamente lucido, so che te lo sto dicendo."

"Quindi non ricordi che mi hai detto?"

"Non troppo."

Sussurra lui, passandosi le mani tra i capelli:

"Vabbè." Sbuffa lei: "Lascia perdere, nulla di importante se ti sei dimenticato."

"Che ti ho detto?"

"Niente. Neanche mi ricordo chiaramente." Mente, alzandosi: "Posso tornare a lavorare ora?"

"No." La blocca lui: "Voglio sapere che ti ho detto."

"Nulla di che."

Alza gli occhi al cielo, pronta ad appoggiare la mano sulla maniglia, ma Lauro la blocca e, con una discreta violenza, la sbatte contro la porta, bloccandola lì, costringendola ad un contatto visivo:

"Dimmi che ti ho detto."

Ordina:

"Lauro, cazzo!" Sbotta lei, appoggiando le sue mani sulle spalle di lui, ma comprendendo di non essere abbastanza forte per allontanarlo: "Mi hai detto che ti dispiaceva e basta, nulla di che!"

"Non è vero. Me lo avresti detto!"

Samantha stringe gli occhi, arrabbiata:

"Vuoi sapere ieri sera che hai fatto?"

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now