49-make me infinite

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C'erano vento e rumori dappertutto, porte spalancate, ombre dalle scalinate

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C'erano vento e rumori dappertutto, porte spalancate, ombre dalle scalinate... insomma un casino unico.

"Chaewon!" corsi da lei ormai in via per lo svenimento. "Ji-Jimin, devi assolutamente riprendere il libro nelle tue mani, è di sopra al posto di prima, corri ora e non pensare a me!" mi disse urlando per farsi sentire, mentre con le mani cercava di respingere la polvere finita ormai in entrambi gli occhi.

Corsi dalla scaletta che pendeva dal muro in alto e salii il più veloce possibile, il libro stava girando le sue pagine di continuo, come se volesse far credere che fosse tutta colpa dell'aria.

"Maledizione Jungkook." esclamai pensando a tutto il casino che aveva creato per la sua curiosità del cazzo. Lo avrei preso a pugni proprio ora se non fosse che grazie a lui avevo conosciuto Yoongi.

Cercai di bloccare le pagine del libro ma una di esse mi taglio il polso, una marea di sangue uscì nonostante la carta non avrebbe dovuto fare tagli così profondi.

Cercai da qualche parte per terra qualcosa con cui bloccare la ferità e trovai solo uno strofinaccio, lo legai al polso prendendo un pezzo con la mano sinistra e l'altro con la bocca. Strinsi il più forte possibile e me ne fregai della situazione, nonostante le pagine mi facessero male presi il libro il più veloce possibile ignorando il male.

Corsi di sotto scendendo le scale e trovai Chaewon sdraiata per terra svenuta che aveva appena finito di urlare. Il libro era ormai chiuso, non capivo nulla di tutto quello che stava succedendo.

Chaewon era nel mondo normale, il sangue che ricopriva la pagina del libro era stato tolto, ogni cosa era al suo posto a parte i tre ragazzi, io, l'amuleto e le cose del passato.

Come far tornare loro tre era la domanda che più mi facevo... Potevo davvero usare la penna dei desideri? Provare per credere.

Cercai di esprimere il desiderio quando
Chaewon si svegliò dal suo mini coma e mi mise in agguato su alcune cose. Questo era il piano della voce, ogni persona che lo avesse intralciato veniva risparmiata.

Questo spiegava le numerose volte in cui eravamo quasi morti. Ora che ci pensavo fra grotte, sfide, disguidi, problemi personali, problema di quel momento, tutto aveva un senso.

Ed infatti era cosí, aveva senso.

Ci rinchiudemmo nello sgabuzzino, il luogo in cui tutto aveva avuto origine, ci mettemmo delle coperte addosso per ripararci dal freddo e dalla polvere volante, prendemmo una torcia e guardammo le pagine del libro con la penna dei desideri che vicino usavo per scrivere.

Di colpo mi venne un mega lampo in testa, pensando e ripensando da tutto il giorno, c'era qualcosa che non mi tornava. Il nostro non riuscire a farli tornare non era dovuto al fatto che non esisteva un modo o tanto meno che eravamo noi a non trovarlo.

Page 1995. || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora