Capitolo 12

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NON LO SO COSA SIAMO,

MA A ME FA SORRIDERE IL CUORE.


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POV SARAH


Apro gli occhi, la testa di Liam è affondata nel mio collo e il suo braccio mi cinge la vita.

Gli annuso i capelli, amo da morire sentire l'odore della gente, appoggiare il naso alla cute e inspirare profondamente, per far penetrare l'odore nel mio cervello, per immagazzinarlo, per renderlo familiare. Da ora in poi questo odore per me sarà un'emozione.

- Buongiorno – sussurra girando appena il viso verso di me, un occhio mezzo aperto e la bocca impastata. Credo mi abbia sentita, e sento apparire un lieve rossore sulle mie guance, ma sta sorridendo, quindi non mi importa assolutamente nulla.

- T-tutto bene? – balbetto.

- Alla grande... ho solo ehm... fame – fa scorrere l'indice attorno ai bordi del mio ombelico e io sussulto.

Di che tipo di fame sta parlando?

- Ehm... – non so cosa dire e lui si gira sulla schiena allontanandosi da me, per poi scoppiare a ridere. Sento già la mancanza del suo tocco, ma non voglio fare la bambina capricciosa.

- Tranquilla, non sono così matto da comprometterti con Harry Styles che gira per questa casa, ci penseremo stasera, ieri credo di aver avuto un offerta, qualcosa riguardante un piercing o qualcosa di simile – arrossisce nel preciso istante in cui lo dice, sta provando solo a fare lo spavaldo, oppure sta solo dando voce ai pensieri che solitamente terrebbe per se, e se lo fa, può significare che al mio fianco si sente a suo agio. Il mio cuore vorrebbe scoppiare, ma lo tengo a bada inspirando.

- Stasera lavoro – gli ricordo.

- Non lavorerai per sempre - mi guarda con la coda dell'occhio.

- Farò molto tardi - non voglio si senta obbligato ad aspettarmi.

- Se ti sto opprimendo, dimmelo – improvvisamente diventa serio, gira la testa e guarda dritto davanti a sé e fa quella cosa adorabile, quella cosa che lo rende il ragazzo imbronciato: spinge il labbro inferiore in fuori leggermente, lasciando si arrotoli all'ingiù.

Dio che tenerezza, Dio che ardore mi scatena dentro.

Senza pensarci prendo il suo viso fra le mani e gli mordo il labbro con delicatezza, lui mugola e mi tira a se baciandomi.

- È un modo tutto tuo per uccidermi? – ansima.

- È il mio modo di dirmi che non mi stai opprimendo, e no, non lavorerò per sempre, e sì, se vuoi, puoi aspettarmi – parlo sulle sue labbra, baciandolo nuovamente.

- Ti sembro cretino se ti dico... non so nemmeno come spiegartelo, ma ho paura che se andiamo ognuno per la sua strada, potremmo non vederci di nuovo? – spalanco gli occhi – Cosa ho detto? – chiede titubante.

Sorrido – niente in realtà è la stessa cosa che ho pensato io ieri sera, quando... beh quando ci hai mollati lì. Harry e Deb però mi hanno fatto sentire una cretina facendomi notare che loro si frequentano e quindi è impossibile per noi non vederci più – spiego.

- Hanno ragione ma credo noi due dovremmo parlare – inizia.

- Siamo già arrivati al punto in cui è necessario parlare? – Non ho voglia di sapere di chi è innamorato, non ho voglia di dover parlare di Donny, inconsciamente una parte di me sta aspettando il suo ritorno, e non so decidere cosa né penso al riguardo.

Tutta Colpa Di Liam [in Revisione]Where stories live. Discover now