Capitolo 47

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Ehiii.. scusate l'assenza prolungata! Ma nei giorni di festa è tipo impossibile per me potermi dedicare completamente alle mie passioni... Scrivo scrivo sul mio taccuino ma poi trascrivere diventa una lotta contro il tempo. 
Però vi ripago con un capitolo lunghetto...
So che la storia sta prendendo pieghe nuove.. e che forse è un po' lunga.. e spero di non annoiarvi, vi prometto che presto ci saranno colpi di scena! 
Sono molto felice questa settimana, perchè io e la MIA Deborah siamo riuscite a prendere i biglietti per andare a Vienna a rivederli il prossimo giugno, quindi sarà un'altro anno di avventure e sogni! 
Per il resto non so devo ringraziare come sempre tutte quelle che mi scrivono quei commenti fantastici che mi fanno sognare! Siete meravigliose! 
Vi lascio alla lettura mentre vado al cinema con la Deb! Purtroppo nelle nostre vite reali non ci sono 5 cretini a tenerci occupate! 
Ma ce la caviamo comunque bene! XD

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POV LIAM

Arrivo e come mi aveva anticipato Sarah il portone è aperto, salgo le scale fino alla porta del loro appartamento sporgendomi per liberare la chiave dal suo nascondiglio, ovvero la battuta alta della porta che è leggermente scostata dal muro.

Devo ricordarmi di dire a Sarah, che ora che non abitano più qui, sarebbe più opportuno non lasciassero una chiave a disposizione del malcapitato di turno.

Entro e mi trovo nella penombra, la luce della cucina è accesa, ma nel salotto c’è solo la luce della lampada di servizio ad illuminare l’ambiente.

Vedo lo stesso due figure acciambellate sul divano, sommerse da diversi strati di coperte.

Mi avvicino in silenzio, sul pavimento sotto Deborah giace una borsa del ghiaccio ormai calda, Sarah invece indossa una mascherina di quelle da ospedale ed è messa in una posizione innaturale, in modo che possa stringere la mano dell’amica appena fuori dalle coperte.

Faccio una carezza ad entrambe e mi dirigo verso la sua camera da letto.

E’ da tanto che non metto piede qui, con Sarah sembra sempre che il passato sia il ricordo di un sogno, che cose successe pochi giorni fa, appartengano ad un passato remoto.

Forse capita questo a chi vive le cose così intensamente come succede a noi.

Mi sembra passato troppo tempo da quella notte in cui l’ho sbattuta al muro delle scale e abbiamo fatto l’amore in questa stanza, appoggio il borsone con la nostra roba ai piedi del letto e mi fermo ad guardare in giro, non ho mai osservato con attenzione questo luogo, che parla di lei più che mille parole.

Ci sono libri ovunque, pezzi di carta con annotazioni, taccuini e pennarelli colorati, trucchi ammucchiati in una scatola a forma di libro e tante, tante foto.

Foto di una Sarah bionda, con dei capelli troppo corti, sorridente e spensierata, ci sono foto di lei e Deborah, le tocco una ad una mentre le guardo perché quella che scorgo in queste foto è invece la mia Sarah, quella che appartiene al mio viaggio.

Mi siedo sul letto e noto una cornice capovolta sul comodino in modo che non si veda la foto che racchiude.

La prendo e mi appare un volto che conosco fin troppo bene, che mi è rimasto nella mente come me lo avessero impresso a fuoco, perché non dimenticherò mai quella sera fuori dal locale, come mi sono sentito.

Sarah in questa foto sembra felice, troppo, fra quelle braccia che non sono le mie, non mi piace; a volte le vorrei chiedere se pensa ancora a lui, certi amori malati sono difficili da cancellare.

Ma io credo in noi.

Sarah è così speciale, e sono così felice che mi abbia chiesto di venire qui, voglio che questa stanza profumi ancora di noi, proprio come mi ha scritto lei.

Tutta Colpa Di Liam [in Revisione]Where stories live. Discover now