Capitolo 60

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COME SI DIVENTA SCONOSCIUTI

DOPO AVER CONDIVISO COSì TANTO?

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POV LIAM

Oggi ci siamo concessi un giorno di riposo dalle prove, dalla musica, dallo stress e da tutto, quindi ho deciso che poltrirò sul divano tutto il giorno.

Sophia ha dormito qui anche stanotte, ed ora è in cucina e sta sbattendo tutti gli armadietti che ci sono, o lo sta facendo ripetutamente o la mia cucina ha più armadietti di quel che ricordassi.

Sono contento che sia qui, anche se non è tutto facile come pensavo, è molto migliorata da quando ci siamo lasciati, ma questo mio essere sempre e solo per la gara, vedo che la fa diventare un po’ isterica.

- Sophia… - la richiamo.

- Senti Liam, hai presente quei cereali ricchi di fibre con i frutti rossi e i fiocchi d’avena? Quelli senza zucchero e basso apporto calorico? Li hai finiti tu? – mi giro a guardarla, chi pensa che avrebbe dovuto mangiare quella robaccia? Non certo io.

- Dubito che qualcuno sano di mente metta in bocca quella porcheria, Soph! – ridacchio.

- Ah, invece queste ciambelline colorate coperte di miele e zucchero non sono porcheria? – scuote davanti alla mia faccia l’unica scatola che c’è ora nella credenza, Sarah adorava quella porcheria, li lasciava vagare nel latte al cioccolato finché non diventavano enormi e poi li mangiava in ordine di colore, mentre io la prendevo in giro sgranocchiandoli a pugni, direttamente dalla confezione. Sento un sorriso nascermi sulle labbra e una fitta nel cuore.

- Io ho fame! E in questa casa non c’è nulla di commestibile! – sbuffa.

- Ma perché hai questa fissa per la dieta! Sei bellissima così come sei! Mangia questi dai, sono buonissimi! Provali almeno… - mi alzo in piedi e questa volta sono io a sventolarle la scatola davanti.

- Tu sei matto! Mai! Non puoi dirmi che sono buoni! – non sono buoni, sono gommosi ed eccessivamente zuccherati e fanno venire acidità di stomaco, ma a lei piacevano.

- Non sono tra i miei preferiti, ma… - ci guardiamo, allarga leggermente gli occhi e guarda di nuovo la scatola, poi abbassa lo sguardo, non la nominiamo nemmeno mai, è un tabù, un gioco a fingiamo che Sarah non sia mai esistita, anche se lei è esistita ed esiste tutt’ora e non potremmo evitarla per sempre.

- Puoi semplicemente buttarli per cortesia ed accompagnarmi da Tesco a prendere i miei? – lo dice con una voce affranta, con la bocca leggermente imbronciata.

Le tiro una ciocca di capelli e lei alza finalmente lo sguardo, quei suoi occhi castani chiari, quasi da sembrare gialli a volte, con il riflesso della luce, mi sporgo verso di lei e appoggio le labbra sulle sue, sono grandi, soffici e sempre curate, e lei si abbandona al bacio, quando ci stacchiamo, i suoi occhi sono più tranquilli, le do una pacca sul sedere e lei sobbalza – Vai a prepararti, avrai i tuoi cereali! –

Annuisce e va verso la camera, sparendo poi dietro la porta; io fisso la scatola che ho fra le mani e apro l’armadietto sotto il lavandino pronto a abbandonare la scatola al suo destino fra i rifiuti, ma nonostante il bidone sia aperto sotto la mia mano e io sia pronto a lasciarla cadere al suo interno, non riesco a farlo, guardo verso la porta della stanza e in un attimo, non so nemmeno perché, apro l’ultimo cassetto del mobile, quello che solitamente è sempre vuoto e li metto li dentro e chiudo con forza.

Tutta Colpa Di Liam [in Revisione]Where stories live. Discover now