Capitolo 15

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LA GENTE AMA DARE QUELLO CHE

AVREBBE BISOGNO DI RICEVERE



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POV SARA


Lascio un biglietto a Deborah perché ha il cellulare spento; vado in camera, prendo una borsa e ci infilo dentro cose a caso, vado in bagno e faccio altrettanto, poi torno in camera e controllo un'ultima volta e credo.

Prima di uscire guardo la stanza, il letto è ancora disfatto, sono sicura che se prendessi il cuscino fra le mani e lo annusassi avrebbe ancora intrappolato fra le sue fibre il suo odore.

Spero veramente capisca, mi voglia. Mi sento spaccata in cento mila pezzi diversi, sono in bilico fra un passato vissuto fra alti e bassi, alla quale non voglio far ritorno e un futuro incerto, che pur non promettendomi niente di più di quello che ho già avuto, soprattutto non dopo quello che sta succedendo ora, mi fa venir voglia di aggrapparmici con tutta me stessa.

Scendo le scale con calma ed esco in strada ad aspettare Niall.

È strano pensare che sto aspettando lui, non solo vado a letto con gli sconosciuti, ora mi faccio offrire ospitalità dagli amici di suddetti sconosciuti, amici con la quale ho dormito.

La situazione è tragicomica, rido fra me.

Però ho la sensazione che fra me e Niall si è creato un legame particolare, non è così menefreghista e superficiale come vuole far credere.

Un suv nero accosta al marciapiede e quando il finestrino si abbassa appare il biondino che stavo aspettando, sfoggia un sorriso smagliante e solleva gli occhiali da sole scuri per darmi la possibilità di incontrare i suoi magnifici occhi azzurri.

- Dove la porto signorina? – scuote la testa in qua e là. Che scemo!

- Non è importante, mi fido di lei! – apro lo sportello e salgo.

- Completa fiducia negli sconosciuti, occhi pesti, valigia alla mano, pronta alla fuga. Se solo indossassi un paio di occhiali scuri anche tu, potrei innamorarmi perdutamente di te! –

Lo guardo alzando un sopracciglio e gli do una leggera spintarella, mentre scoppiando a ridere, parte.

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- Abiti a Kensington? – chiedo quando si ferma davanti ad un cancello che si affaccia su un garage sotterraneo.

- Sì, bel posto, è tranquillo qui! –

- Amo andare al parco a leggere guardando la statua di Peter Pan – rivelo.

- Carina – risponde con sufficienza mentre parcheggia davanti a un garage. – Scusa, dicevi? – si tira su gli occhiali e mi guarda.

- Niente di importante. Dovete provare oggi? Ti disturbo? – lo vedo guardare ripetutamente il cellulare.

- No, niente affatto - digita qualcosa e poi lo rimette in tasca. Vorrei sapere chi è!

Entriamo in un ascensore – Piano? – chiedo mentre lui di nuovo fra le mani il telefono.

- Ultimo –.

Il silenzio fa da padrone finché le porte dell'ascensore non si aprono e usciamo entrambi.

- Ti avverto, la casa sarà un disastro completo, negli ultimi due giorni non ne ho avuta nessuna in giro che si prendesse cura di questo posto, ma se vuoi accomodarti, sai, per sdebitarti dell'ospitalità, fallo pure! – apre la porta e mi fa segno di entrare per prima.

Tutta Colpa Di Liam [in Revisione]Where stories live. Discover now