Capitolo 1 - parte 15 "Una rivale?"

4.8K 133 20
                                    

P:" Mi sono comportato come uno stupido... Dopo tutto questo tempo, avrei dovuto aver imparato a non lasciarmi andare a questi giochetti..."
G:" Non puoi sempre controllarti.
A volte è meglio esplodere, combattere, lasciarsi andare! "
P:" Non sono umano, Grace. Non posso permettermi di fare i vostri stessi errori..."
G:" Ma eri umano, un tempo..."
P:" È stato molto tempo fa. Quell'epoca è passata."

Ancora una volta cerca di mettere distanza fra noi.
Con lui è sempre bianco o nero, non ci sono sfumature.
G:" Ci sarà sempre una parte umana in te! Perché non riesci ad accettarla? È così terribile?
È come se te ne vergognassi..."
Quando torna a guardarmi, un velo di tristezza si è posato sul suo bel viso dai tratti fini.
Voglio risollervargli il morale, mostrargli che la vita può essere bella!
Mi passa un'idea per la testa.
G:" E se saltassimo le lezioni? "
Sembra sorpreso dalla mia proposta. Lo sono anch'io, un pó.
Che mi prende?
Saltare le lezioni? Non è davvero nel mio stile.
Sono il genere di ragazza che va a ogni lezione, anche se malata.
Stranamente, un sorriso appare all'angolo delle sue labbra.
I suoi occhi prendono vita con una luce divertita.
P:" Vuoi rapirmi? "
G:" Possiamo andare in biblioteca, se preferisci. Potresti mostrarmi i libri e leggerli, e io fingerei di essere interessata..."
Il suo sorriso si allarga.
È così bello quando sorride che il mio cuore salta un battito.
Spero davvero che accetti la mia proposta.
Sospira in segno di resa, e mi fa cenno di fare strada.
Sorrido felice.
Almeno ha accettato di passare un pó di tempo con me!
(Missione compiuta!)
Camminiamo per un pó per i corridoi vuoti della facoltà.
Tutti sembrano già essere in classe.

Almeno passerò un momento da sola con Peter! Sono così felice!
Ho l'impressione che, per un pomeriggio, il campus apparterrà a noi!

Apro la porta della biblioteca, eccitata e ansiosa.
E se alla fine decidesse di andarsene?
Entriamo nella biblioteca silenziosa.
Mi segue senza dire una parola, ma sento il suo sguardo sul collo.
Poi mi prende dolcemente la mano e mi trascina in una delle corsie.
Basta il contatto con la sua pelle per farmi battere il cuore alla follia.
(Riuscirà a sentirlo?)
P:" Mi piace particolarmente la poesia. Solo le poesie sanno descrivere la bellezza dell'universo, i suoi colori, i suoi suoni, i suoi ritmi."
Lo guardo senza dire niente, con un sorrisetto. È così all'antica!

È attraente.
Mi fa pensare un pó a un artista torturato, che trova respiro solo nell'arte.
La sua intelligenza e sensibilità mi toccano profondamente.
G:" Scrivi mai poesie?"
I suoi occhi incrociano i miei, e noto un calore che non sono abituata a vedere in lui.
Sembra apprezzare il mio interesse verso le sue passioni.
P:" Si, ne ho scritte alcune.
Quando penso troppo, mi piace mettere tutto su carta, come per sfuggire ai miei vecchi demoni..."
Mi chiedo quali siano questi suoi
<vecchi demoni>.
Ho visto dei frammenti del suo passato e, in queste visioni, ho sempre percepito una grande solitudine, rimpianto e amarezza.
P:" Ti piacciono le poesie, Grace?"
Sono sempre stata un'amante della letteratura. Nelle poesie c'è una sorta di unione tra le parole e le immagini che mi affascinano particolarmente.

G:" Si, amo molto leggerle. Tutte quelle belle immagini, nascoste tra le semplici parole, mi fanno sognare!"
Peter mi fa un gran sorriso, come se capisse perfettamente ciò che intendo. (Touché!)
È così bello quando sorride che perdo per un momento la capacità di parlare.
Mi conduce nella sezione riservata agli autori francesi.
Si ferma di fronte a una raccolta di poesie.
Sulla copertina leggo:
<Alfred de Musset>.
P:" Amo particolarmente questo poeta. Esprime dei sentimenti simili ai miei."
Prende il libro, lo apre, e vedo i suoi begli occhi verdi seguire le righe, una a una, rapidamente, come se le conoscesse già a memoria.
Solleva i suoi occhi di giada su di me e, con un'intensitá che mi fa rabbrividire, recita una parte di una delle poesie.
P:" Ho perso la mia forza e la mia vita, i miei amici e la mia gioia; ho perso il mio orgoglio, che rendeva il mio genio credibile..."
Mi si avvicina e, a un certo punto, mi ritrovo con la schiena contro uno degli scaffali, senza fiato.
Sono come ipnotizzata dai suoi occhi, dalla sua voce seria e profonda, e il suo volto perfetto.
Con questi pochi versi si sta confidando con me.
P:" Quando ho conosciuto la Verità, l'ho creduta mia amica; quando l'ho compresa e sentita, ne ero già disgustato. Eppure essa é eterna, e coloro che ne hanno fatto a meno, in questa Terra non hanno compreso nulla..."
Il suo volto è solo a pochi centimetri dal mio.
Improvvisamente sento il sapore salato di una lacrima tra le mie labbra.
Questa poesia è così triste, e Peter la sta recitando come se fosse sua, la sua verità.
Sento la sua pena, senza comprenderla, e ciò mi rende ancora più triste.
Peter porta una delle sue mani, bella e snella, sulla mia guancia, asciugando dolcemente la mia lacrima.
P:" Non piangere, Grace. Mi spiace averti resa triste."

Is it love? PeterWhere stories live. Discover now