Capitolo 5 - parte 8 "Riconciliazione"

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Dopo una giornata passata a percorrere la facoltà in lungo e in largo, finalmente la trovo in un corridoio.
È circondata da tanti amici e non c'è nulla a indicare sia triste.
Sorride, ride, fa occhiolini.
Mi dirigo verso di lei.
La sua espressione cambia immediatamente.
Si incupisce a ogni passo che compio nella sua direzione.
Il suo gruppo di amici si volta verso di me e mi guarda minacciosamente.
Non mi interessa ciò che pensano di me, è solo Sarah che mi interessa.

G:" Ti posso parlare un momento, Sarah?"
S:" Non ho nulla da dirti."

Non sarà facile...
So di averla ferita.
Mi ha invitata a uscire, mi ha aiutata a dimenticarmi di Peter, e lei crede l'abbia abbandonata alla prima occasione.
Capisco sia arrabbiata con me, voglio solo una possibilità per spiegarle ciò che è davvero successo.

G:" Per favore, Sarah. Dammi la possibilità di spiegare..."

La sento esitare; come se volesse ascoltarmi, ma il suo orgoglio glielo impedisse.
Preferisco lasciare che prenda la sua decisione, perché sono io a essere nel torto.
Mi fissa intensamente per un lungo momento.
Aspetto, i pugni stretti, la paura nel cuore.
Alla fine sospira e si volta verso i suoi amici.

S:" Vi raggiungo fra cinque minuti."

Passa accanto a me, lanciandomi un'occhiata fredda, per poi dirigersi alla caffetteria con me alle calcagna.
È già buio, il locale è deserto.
Con ciò che devo dirle, è meglio così.
Si volta subito verso di me, le braccia incrociate al petto.

S:" Ti ascolto."
G:" Capisco tu sia arrabbiata con me. Dal tuo punto di vista, ciò che ho fatto è davvero terribile."

Lei solleva un sopracciglio, come se avessi detto qualcosa di ovvio.
Comincia già a spazientirsi.

G:" Ma non è ciò che credi. Non sono fuggita da te, ma da un fantasma. Non sono andata a incontrare Peter, è stato lui a trovarmi."

La sua espressione cambia leggermente, ma non sembra davvero convinta.

G:" Un fantasma voleva... uccidermi."

A queste parole, il suo sguardo cambia di colpo.
Senza che lei sembri rendersene conto, mi si avvicina.
Nel suo sguardo leggo inquietudine.

G:" Non preoccuparti, sto bene.
Ho imparato qualcosa di nuovo su di me... Si trattava del fantasma di un guerriero, la cui missione era quella di uccidere tutti gli esseri sovrannaturali... Anche da morti, continuano a cercarci.
Mi sono allontanata per riflettere cinque minuti, e lui ha iniziato a seguirmi. Poi mi sono ritrovata in un vicolo cieco, e ho pensato fosse la fine... Peter è apparso e io sono riuscita in qualche modo a rimandare il fantasma nell'aldila."

I suoi occhi si spalancano sempre di più, mentre parlo.

S:" Sei... sei in grado di farlo?"
G:" Non sapevo di potere, ma ero così spaventata che ho sentito una specie di potere risvegliarsi dentro di me. Per la prima volta non sono stata semplice spettatrice, ma attrice."
S:" È... incredibile. Io..."

Rimango in silenzio.
Ho la gola stretta. Desidero così tanto che mi perdoni e dimentichi quello che è successo.

S:" Mi dispiace di essermi fatta l'idea sbagliata, Grace. So che non sei quel genere di ragazza... È solo che... Quando si tratta di te, ho l'impressione di perdere la bussola. Perdo completamente il controllo!
Di solito non sono così... Avevi bisogno di me, devi aver avuto così tanta paura!"

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