Capitolo 11 - parte 1

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Dopo la dolorosa confessione di Peter, rimango gelata per un lungo momento.
Faccio fatica a comprendere ciò che mi ha appena detto.
Mi chiedo se abbia fatto bene a spingerlo a dirmi tutto.
La sua storia è talmente pesante che mi chiedo se il parlarne non gli stia facendo più male che bene...

Tengo l'attenzione concentrata su di lui e gli prendo la mano, per incitarlo a proseguire.
Sono così legata a lui che ho la sensazione di sentire il treno frenare in uno stridio insopportabile.
Vengo invasa dai brividi a immaginare la scena.

Peter:" So di deluderti."
Grace:" Peter..."

Mi guarda come se stesse per mettersi a piangere ma, al solito, non versa alcuna lacrima, come se ne avesse versate troppe da mortale.

Peter:" Ma non è tutto..."

Una leggera brezza notturna soffia nella nostra direzione, e io rabbrividisco involontariamente.

Grace:" Cosa, Peter?"

Vengo trapassata dai suoi occhi smeraldi. Leggo nel suo sguardo quanto sia tormentato.
Si allontana dal mio abbraccio, come per riprendere fiato.

Peter:" Devi capire, ero disperato... Stavo così male...
Quella stazione, quel treno... Per me era un addio definitivo.
Credevo non sarei mai mancato a nessuno e che avrei finalmente trovato la pace."
Grace:" Ma oggi sei qui, sano e salvo. E a me saresti mancato."

Posa un dito sulla mia guancia e mi osserva teneramente.
Poi i suoi occhi sfuggono al mio sguardo, spostandosi da qualche parte verso il cielo.
Come perso nei suoi pensieri, fa fatica a raccontarmi il resto.

Peter:" Sì... Sano e salvo."

Mi sento molto nervosa, così lo prendo tra le mie braccia.
Metto nel mio abbraccio tutta la forza e la dolcezza di cui sono capace.

Peter:" Grazie per essere qui, Grace."

Gli rivolgo un piccolo sorriso.
Vorrei capisse quanto conta per me.

Grace:" Sarò sempre qui per te quando avrai bisogno. Non voglio più vederti soffrire."

Fa una risatina, ma sento che è finta.

Peter:" È adorabile da parte tua, Grace. Ma domandi l'impossibile."
Grace:" No. Sono disposta a crederci. Farò di tutto per renderlo possibile."
Peter:" Dovrei essere io a proteggere te, non il contrario.
Sono io a dover garantire la tua sicurezza, soprattutto qui.
Ma c'è un'altra cosa che devi sapere... su mio fratello.
Stelian mi ha distrutto."

(Sì, lo so già).

Peter:" Vivevo in un contesto tossico. Un contesto che ha definito ciò che sono diventato.
Sai, a volte mi lascio sommergere dalla malinconia...
Nella mia vita mortale, il piano era l'unica cosa a impedirmi di perdere me stesso. Era a esso che mi aggrappavo."
Grace:" Non devi dirmi tutto stasera."
Peter:" Ora che ho cominciato, ho la sensazione di tirar fuori un rotolo di fili. Tutti i miei demoni si presenta uno appresso all'altro.
Il pianoforte era l'unico modo di esorcizzare tutto ciò che pesava nella mia vita.
Dopo Lizabeth, ha colmato il vuoto. Quindi ho suonato, suonato... finché ho dimenticato tutto ciò che avevo attorno a me.
Ma le mie melodie non mi rasserenavano più.
Avevano strani suoni, imitavano le voci che odiavo, come quella di Stelian...
Era come se la follia si stesse impadronendo della mia mente.
È stato in quel momento che ho incontrato Viktor Bartholy..."

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