Capiltolo 2 - parte 5 "Persa nel bosco"

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Poi noto che Samantha si sta dirigendo verso di me, circondata dalle sue amiche.
Ovviamente mi osserva come fossi un insetto schifoso.
(Spero sinceramente che il karma esista...)
Sam:" Allora, Grace, sei uscita dalla caverna? Vedo che hai fatto uno sforzo... ma sai, il trucco non fa miracoli..."
G:" Parli tu? Mentre giri con dieci strati di trucco sulla faccia?"
(Vuoi la guerra? L'avrai!)
Il volto di Samantha si fa rosso di rabbia.
Stringe i pugni. Ho la sensazione che voglia colpirmi.
Ma riprende velocemente la sua aria arrogante e si spinge i capelli all'indietro.
Sam:" Non ho tempo da perdere con nullità come te. Divertiti tutta da sola, sfigata!"
Non ha torto: i minuti passano, e io rimango sola.
Qualche ragazzo cerca di fare conversazione, ma non ho troppa voglia di rispondere alle loro domande... Finiscono per stancarsi del mio silenzio e andare a cercare una ragazza più amichevole di me.
Non mi importa. Non ho tanto interesse alla loro compagnia.
Mi sembrano tutti poco interessanti rispetto a Peter...
Presto si formano delle coppie, e io non riesco a impedirmi di pensare al mio vampiro dagli occhi verdi.
Perché sono venuta?
Mi rendo conto che era solo per attirare la sua attenzione.
Riconosco che il mio comportamento è quello di un adolescente bisognosa d'amore.
Sospiro. Voglio andarmene...

Mentre mi perdo nei miei pensieri deprimenti, Loan viene a sedersi vicino a me.
L:" Non sembri stare bene, Grace.."
Sono sorpresa dalla preoccupazione sincera che sento nella sua voce.
G:" La verità è che mi pento un di essere venuta..."
L:" Ti annoi?"
G:" È solo che.. Non mi sento troppo a mio agio qui..."
L:" Perché una bella ragazza come te non dovrebbe sentirsi a suo agio in questo genere di feste?"
Non posso fare a meno di sorridere.
Anche se Loan tende a irritarmi, stasera sembra quasi simpatico.
L:" Posso avere questo ballo?"
Non mi va. Non ho nessuna voglia di ballare col playboy dell'università.
G:" Scusa, ma non mi va tanto di ballare..."
L:" Non sei per niente divertente, Grace!"
Si allontana e si dirige verso Samantha, la quale sembra abbastanza infastidita dal fatto che sia venuto a parlarmi.
(Piccola vittoria!)
Mi risiedo sul mio fedele tronco d'albero e cerco Sarah con gli occhi.
Sta parlando con entusiasmo con un gruppo di ragazze.
Quando distolgo lo sguardo, vedo, un pó più lontano, la figura di una bambina.
Sobbalzo, spaventata.
Che ci fa una bambina, qui?
Mi avvicino lentamente.
Lei si mette a ridere e si allontana di corsa.
G:" Aspetta!"
Le corro dietro e la ritrovo un pó più in lontananza, tra i boschi.
Ha un bel vestitino rosa e dei grandi occhi neri.
Mi fa segno di seguirla.
La seguo. Sembra volermi mostrare qualcosa.
Voglio sapere di cosa si tratta.
Lei ride, e io seguo il suono della sua risata infantile.
Dopo un pó, mi ritrovo da sola in mezzo ai boschi.
Mi rendo conto di non riuscire più a sentire le voci degli altri...
La bambina si trova di fronte a me, sorridendo.
Ora che sono più vicina, mi rendo conto che è solo una visione.
Mi avvicino ancora di più.
Sembra volermi dire qualcosa
?:" Vuoi giocare con me?"
Ride di nuovo, poi svanisce improvvisamente in una ventata d'aria.
Senza la luce proveniente dal suo corpo spettrale, non vedo più niente.
Entro nel panico. Mi rendo conto di essermi inoltrata nel bosco.
Non riesco a vedere più nulla.
Sono circondata da rumori spaventosi.
Improvvisamente sento l'ululato di un lupo.
Ci sono dei lupi in questa foresta?!
Questo è troppo, entro totalmente nel panico.
Cerco di tornare sui miei passi, ma non riesco più a ritrovare la strada.
Mi rendo conto di essermi totalmente smarrita!
Per fortuna ho il cellulare con me!
Lo tiro fuori e cerco di mandare un messaggio a Sarah.
Il telefono vibra: Non c'è ricezione.
(Oddio, oddio!)
I tutti i film dell'orrore, la ragazza che si allontana un pó troppo é la prima a morire, tra atroci sofferenze.
Mi poggio a un albero.
Mi rendo conto di stare tremando, sono assolutamente terrorizzata.
Che mi succederà? Perché sono così stupida?
Il professor Jones mi aveva avvertita: mai fidarsi dei fantasmi.
Alcuni di essi sembrano inoffensivi, altri volere vendetta.
Il passato non è mai certo, non è affidabile...
Non riesco a fare a meno di pensare a Peter.
Mi ritrovo a pregare che mi trovi e mi salvi...
Mi inginocchio e chiudo gli occhi, pregando che quest'incubo finisca presto.
Ho tanta paura... tremo come una foglia.
P:" Grace?"
Me lo sto immaginando?
Come potrebbe Peter essere qui?
Sto sognando...
Improvvisamente sento una mano, fredda e gentile, posarsi sulla mia spalla.
Sollevo la testa, terrorizzata.
P:" Grace, sono io..."
Il bel volto di Peter è chino su di me, i suoi capelli neri gli cadono sulla fronte e sulla mascella quadrata.
Non posso crederci, è davvero lui!
Senza riuscire a controllarmi, gli salto addosso e lo stringo tra le mie braccia, singhiozzando.
Ho avuto tanta paura!
Inizialmente, non muove un muscolo, il suo corpo rigido come il marmo contro il mio.
Poi, lentamente, passa una mano sulla mia schiena e l'altra sui miei capelli, cullandomi dolcemente.
G:" Grazie, Peter... Io... mi sono persa. Sono così felice che tu sia qui!"
Gli sento respirare il mio profumo, il suo naso nel mio collo.
Poco a poco, la paura viene rimpiazzata da un altro sentimento più piacevole.
P:" Che fai qui tutta sola?"
Mi sussurra a un orecchio, la sua voce cupa e profonda.
Non posso fare a meno di rabbrividire.
G:" Credevo di aver visto... qualcosa... volevo controllare..."
Sento nuovamente il panico montare dentro.
Mi accarezza dolcemente i capelli, e mi sento immediatamente meglio.
P:" Va tutto bene, adesso. Non può succederti più nulla. Sei al sicuro."
Mi sento al sicuro.
Le sue braccia muscolose mi stringono contro di sé.
Respiro il suo profumo ipnotico...
So che vuole proteggermi da tutti i pericoli di questo mondo.
Mi allontana dolcemente.
Riesco a malapena a vedere i suoi occhi verdi nell'oscurità, ma sento che lui riesce a vedermi perfettamente.
Mi riprendo gradualmente, quando improvvisamente mi sovviene una domanda...
G:" Hey, ma tu che ci facevi qui, Peter?"
Non lo vedo, ma sento che si sta passando una mano fra i capelli, un gesto abituato a fare quando si sente a disagio.
P:" Non mi sentivo tranquillo a saperti a questa festa, tra i boschi..."
Il mio cuore accelera, non sono capace di controllare le mie reazioni, quando sono con lui.
P:" Sono venuto a vedere se fosse tutto a posto con discrezione.
Non dovevo interferire o disturbare, te l'assicuro."
Come dargli torto? Peter mi ha salvata da quello che sarebbe potuto diventare un incubo.
Se non fosse stato per lui, chissà cosa sarebbe potuto succedere.
Quindi sono piuttosto felice che si sia preoccupato per me.
G:" Grazie di preoccuparti per me, Peter. La prossima volta, potresti semplicemente venire con me..."
Lo sento sospirare, come se stesse affrontando un dilemma.
P:" Vuoi tornare alla festa o preferisci tornare a casa?"
Sta ancora evitando l'argomento della nostra relazione!
Ma sono troppo stanca per prendermela con lui.
G:" Sono stanca, preferisco tornare... ma Sarah potrebbe preoccuparsi. Devo solo andare ad avvertirla, prima!"
So che non gli piace l'idea.
Non è che lui è Sarah vadano tanto d'accordo...
Mi prende la mano e mi guida attraverso i boschi, con una tale agilità che mi lascia senza parole.
Quando vedo le luci dell'accampamento, non posso impedirmi di sospirare di sollievo.
Arriviamo di fronte agli altri.
Peter mi sta ancora stringendo la mano.
Gliela tengo stretta anch'io, rassicurata dalla sua presenza.
Sarah si precipita verso di me, visibilmente preoccupata.
Si volta verso di Peter e aggrotta le sopracciglia.
S:" Grace! Dov'eri? Ero preoccupatissima!"
G:" Mi...mi sono persa. Mi dispiace di averti fatta preoccupare, Sarah."
Non voglio perdermi in lunghe spiegazioni, specialmente non di fronte a tutti.
G:" Sono venuta a dirti che sto bene, ma che tornerò a casa ora. Sono molto stanca..."
Lei aggrotta nuovamente le sopracciglia, fissando duramente Peter.
S:" E tu che ci fai qui?"
Peter risponde allo sguardo. Non sembra essere per niente dell'umore di scherzare.
P:" Sono stato invitato anch'io a questa festa, così sono passato a fare un giro. Per fortuna, direi, dato che non sembravi preoccuparti davvero della tua migliore amica."
S:" Di che stai parlando? Certo che ero preoccupata per lei! Sono morta di paura!"
P:" Se non l'avessi lasciata da sola, non si sarebbe certamente persa nella foresta."
Sarah apre la bocca, poi la chiude nuovamente. Sembra non sapere cosa rispondere.
Abbassa lo sguardo, triste e sentendosi in colpa.
G:" Non preoccuparti, non è colpa tua, Sarah. Sono stata una stupida..."
Lei mi sorride, ma sento che non è davvero convinta.
P:" Possiamo andare ora?"
Annuisco immediatamente, perché voglio davvero allontanarmi dagli sguardi della gente.
Abbiamo a malapena il tempo di fare due passi, che Loan si para di fronte a noi, i pugni ai fianchi.
L:" La accompagno io. Non mi fido di te, Peter!"
(Ha perso la testa o cosa?)
Prima che Peter risponda, prendo le redini, infastidita.
G:" Non sono una bambina di cinque anni, Loan. Prendo le mie decisioni da sola! E ho deciso di tornare con Peter, che ti piaccia o no. Ora lasciaci passare."
Loan si acciglia, non sembra abituato al fatto che una ragazza gli risponda a tono.
(Siamo nel 2018, Loan, stai al passo!)
Chiaramente non gli piace il mio commento, meno che meno la mia decisione.
Mi volto verso Peter, che mi sorride calorosamente.
I suoi begli occhi verdi brillano d'orgoglio.
È così bello alla luce del fuoco!
Sono così felice che sia qui con me che vorrei davvero baciarlo.
Ma, se non voglio dare spettacolo, dovrò accontentarmi di tenergli la mano.
Fa scivolare le dita tra le mie.
Sono fredde ma, stranamente, mi scaldano il cuore.
Ci avventuriamo per la foresta.
Io non riesco a vedere chissà quanto, ma lui sembra sapere dove andare.
Arriviamo rapidamente all'uscita del bosco, e io sospiro di sollievo.
Credo che eviterò i balli nelle foreste per un bel pó!
È ancora buio. Rabbrividisco.
Non me n'ero ancora resa conto, ma sono esausta.
Mi sembra che le mie ultime forze mi abbiano abbandonata.
E poi muoio di freddo.
Peter se ne accorge e mi lascia la mano. Deve pensare che il freddo della sua pelle peggiori le cose.
Mi sento un pó delusa.
Amo il suo contatto.
Si leva la giacca di pelle e me la poggia sulle spalle.
Ha il suo profumo, e la cosa mi scombussola un pó.
Il suo odore è squisito e molto particolare. Credo non me ne stuferò mai...
P:" Siamo quasi tornati, non preoccuparti."
La sua voce profonda e melodiosa riempie il silenzio della notte, riscaldandomi.
G:" Grazie ancora, Peter. Non so cosa avrei fatto senza di te..."
Si volta e noto che ha le sopracciglia aggrottate e le labbra strette.
È arrabbiato?
La sua preoccupazione mi fa piacere. Non posso dargli torto per aver vegliato su di me.
Sono chiaramente in torto in questa storia...
G:" Sono stata stupida e non ho fatto attenzione. Non ricapiterà.
Te lo prometto, Peter."
Mi fissa per un momento, senza dire nulla, poi un piccolo sorriso appare all'angolo della sua bocca perfetta.
P:" Adesso ho ancora più voglia di seguirti come un'ombra..."
G:" Ah, perché non mi seguivi già dappertutto?"
Sembra sorpreso, come se avesse appena compreso il significato delle sue parole.
P:" Intendevo... sei sempre così maldestra, ogni passo che fai mi sembra pericoloso!"
(Si, certo Peter, come no...)
Si passa una mano fra i capelli, cosa che mi fa capire che si sente davvero a disagio. Sospira.
P:" Rientriamo."
Va avanti e io lo seguo, un sorrisetto di scherno sulle labbra.
Chiaramente a Peter non piace dimostrare i suoi sentimenti.
Entriamo velocemente.
Peter mi accompagna alla mia camera, si assicura che vada tutto bene, poi svanisce nella sua.
Mi stendo sul letto, ancora vestita.
Mi rendo conto di essere davvero contenta di essere qui, al maniero.
Inizio a considerare questo posto come la mia casa, il mio rifugio...
E la cosa mi rende felice.

Is it love? PeterOù les histoires vivent. Découvrez maintenant