Capitolo 9 - parte 7

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Peter mi afferra per la mano e mi trascina per un sentiero fangoso.
I rovi si attaccano alle nostre cosce, ci graffiano le caviglie, ma continuiamo a correre sempre più velocemente per sfuggire ai nostri inseguitori.
Un secondo sparo risuona.
Un proiettile colpisce un albero a pochi passi da noi.
Ho paura, ma la presenza di Peter mi rassicura, anche solo per un momento.
Stringo maggiormente la sua mano, per darmi coraggio.
Continuiamo la nostra corsa frenetica, mentre le voci si avvicinano sempre di più.
Mi sento come una fragile piccola cerva inseguita da un cacciatore e, in questo momento, ho la sensazione di essere perduta.

Un secondo sparo spezza il silenzio della notte.
Per una frazione di secondo stringo gli occhi, come a evitare il peggio.
Ma, quando li riapro, il peggio è proprio di fronte a me: Peter si porta una mano contro la spalla, facendo una smorfia di dolore.
È ferito! Il proiettile gli ha colpito la spalla!
La mia faccia si distorce dalla preoccupazione.
Completamente presa dal panico, quasi non riesco più a muovermi.

Peter:" Grace, non fermarti! Dobbiamo continuare ad andare."

Stringo ancora più forte la mano di Peter, per dargli coraggio e assorbirne un pò da lui.

Peter:" Da questa parte, Grace!"

Peter cambia improvvisamente traiettoria.
Ci gettiamo in una radura, nascondendoci in mezzo a un cespuglio.
Il cuore mi batte all'impazzata, mentre faccio fatica a controllare la respirazione.
Prego in silenzio che non ci scoprano.
Vediamo quindi il gruppo di cacciatori passare sul sentiero che abbiamo lasciato un secondo fa.
Nessuno di noi si azzarda a muoversi, anche se lui continua a stringersi la spalla con una smorfia.
Da parte mia, non mi azzardo neanche a respirare, tanto temo di essere sentita.
I cacciatori si sono allontanati, e due di loro sparano verso la penombra, come se Peter e io fossimo ancora lì.
Abbasso istintivamente la testa, anche se gli spari non sono diretti verso di noi.

???:" Non li vedo più... Ci hanno seminato. Merda!"

Stesi sul ventre, non lasciamo il nostro posto di osservazione finché non siamo completamente fuori dalla portata dei cacciatori.
Mi volto immediatamente verso Peter, aggrottando le sopracciglia.
Nel buio, mi avvicino per dare un'occhiata alla sua spalla.
Non c'è sangue ma, attorno alla ferita, appaiono delle venature verdi.
Non ha un bell'aspetto...

Grace:" Dobbiamo tornare immediatamente al maniero per curarti..."
Peter:" Aspettiamo ancora un pò, per essere sicuri di averli seminati."

Anche se cerca di nascondere il dolore, capisco che sta mentendo, e la cosa non mi piace.
Le voci del branco sono attutite dal bosco fitto.
Dopo alcuni minuti, non vediamo né sentiamo quasi più nulla.
Il che mi sembra un buon segno!

Alla fine mi alzo e affondo saldamente i piedi nel terreno, fuori dal cespuglio.
Cerco di evitare di tremare perché non è il momento.
Tendo la mano a Peter, per aiutarlo ad alzarsi.

Grace:" Appoggiati a me."

Peter obbedisce senza fiatare e riprendiamo il sentiero verso il maniero.
La cosa più importante è non imbattersi nuovamente nei cacciatori!

Peter:" Troverai la strada?"
Grace:" Sì, devo."
Peter:" Il proiettile era avvelenato, Grace..."

La voce di Peter è solo un sussurro, e non posso fare a meno di trasalire.
Speriamo di tornare al maniero in tempo!
La ferita sembra farlo soffrire terribilmente, e non c'è nulla che possa fare per aiutarlo.
Si appoggia sempre più a me, rendendo la mia avanzata sempre più difficile.
Ma attingo alle mie ultime forze per continuare.
Camminare mi sembra sempre più difficile, con il peso di Peter addosso.
Digrigno i denti e cerco di concentrarmi in quello che sto facendo.
Mi sembra quasi di scalare il monte Everest a mani nude!

Una volta attraversato il limite del bosco, arriviamo finalmente in vista del maniero.
Entriamo nel parco.
È un tale sollievo avvicinarsi al maniero. È come se riuscissi nuovamente a respirare.

Grace:" Eccoci, Peter! Ancora qualche passo..."
Peter:" È grandioso, Grace..."

La sua voce ormai non è altro che un flebile sussurro.
Saliamo i gradini di fronte che conducono al portico, non senza difficoltà, ed entriamo nell'atrio.
Trascino Peter in soggiorno, dove collasso sul divano.

Grace:" Chiamo un'ambulanza!"
Peter:" È inutile, Grace..."

(Ma certo... Per un attimo ho scordato che Peter è un vampiro...)

Peter:" Me ne occuperò da solo."

Peter tenta di alzarsi, ma è troppo debole e ricade nuovamente sul divano.

Grace:" Peter!"

Mi precipito subito verso di lui, accovacciandomi al suo fianco.
Mi tremano le mani. Mi sento impotente!

Peter:" Grace... devi trovare uno dei miei fratelli..."

Le parole di Peter sono solo dei sussurri. Si fa sempre più debole.
Ho paura che possa svenire!

È in questo momento che sento la porta d'ingresso aprirsi, per poi richiudersi delicatamente.
Poi il rumore di passi agitati che corrono verso di noi.
È Drogo!

Drogo:" Che succede?"
Grace:" Eravamo nella foresta, quando siamo stati attaccati dai Discendenti! Peter è stato ferito a una spalla. È stato un proiettile avvelenato!"

Drogo mi guarda cupamente, per poi riportare le sue attenzioni sul fratello, ancora steso al suolo.

Drogo:" Calma, cosina. È ancora cosciente, è un buon segno. Ma non c'è un minuto da perdere!"

Drogo solleva immediatamente Peter da terra e lo sistema sul divano.
L'aiuta a levarsi la giacca e la maglietta.
Il chirurgo improvvisato ispeziona la ferita, per avere un'idea di quanto sia profonda.
Il suo sguardo penetrante sembra aver localizzato il proiettile.

Drogo:" Non ti preoccupare, fratellino. Ti sistemerò io."

Peter non è che l'ombra di se stesso:
si schiarisce la gola, e il suono che ne esce è così terrificante che spaventerebbe il peggiore degli spettri.
Succede tutto così in fretta, eppure è come se vedessi la scena al rallentatore.
Anche se mi fido di Drogo, mi ritrovo a tremare.
Drogo tira fuori il proiettile con un paio di pinze, esaminandolo alla luce del lampadario.



Is it love? PeterWhere stories live. Discover now