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Jungkook's pov

Avevo deciso di non andare più a scuola, almeno per quella settimana. Non avevo parlato a mia madre dell'accaduto, perché farlo avrebbe implicato raccontarle tutto quello che era successo prima e quindi anche il mio essere... Gay.
Si, potevo dirlo con certezza. Avevo capito di essere Gay.
È un po' strano scoprirlo a 18 anni, si dice che di solito è una cosa che si sente dentro, ma io evidementente non mi ero mai interrogato a riguardo, o almeno non prima di quel momento.
Avevo raccontato a mia madre di sentirmi male, mi aveva visto più volte vomitare e lei era convinta che fosse a causa di una influenza. Qualche giorno più tardi, dopo il fatidico incidente mi era anche salita la febbre, giusto per peggiorare un po' le cose.
Così ero rimasto a letto per tutta la settimana, tra mille coperte, passando quasi tutto il tempo a dormire: era l'unica cosa che mi aiutava a non pensare a quello che mi era successo, l'unica cosa che riusciva a distrarmi abbastanza.
Ovviamente le visite di Jimin non erano mancate; ogni pomeriggio il biondo veniva da me a portarmi gli appunti presi in classe e a tirarmi su di morale. Mi aveva anche raccontato di quello che gli era successo con Yoongi, il che mi fece dispiacere ancora di più: ma quante persone stonze potevano esserci a questo mondo? Jimin non si meritava nulla di tutto quello che Yoongi gli aveva detto, a differenza mia: io mi meritavo tutto quello che stavo passando, Jeon Jungkook era l'unica persona da incolpare.

E non riuscivo a capacitarmi del fatto che anche Kim Taehyung mi stesse aiutando. Lo stesso che, qualche settimana prima, mi aveva riservato lo sguardo più glaciale del mondo, ora mi stava fornendo supporto sia morale che fisico. Ormai lo consideravo un amico, ci scambiavamo messaggi, lui mi scriveva davvero spesso di prendermi cura di me. Mi aveva chiamato, un paio di volte, per dirmi come stessero andando le indagini per scovare V.
Senza dubbio lui rappresentava una personalità non indifferente nella società, per questo aveva molti agganci che sicuramente erano stati mobilitati, spaventati solo al sentire il cognome Kim.
Apprezzavo davvero tanto il suo aiuto, ma mai me lo sarei aspettato da uno come lui: mi era sempre stato detto che fosse un ragazzo pieno di sé, menefreghista e poco cortese. Invece si era rivelato essere completamente l'opposto, almeno con me.

«Jungkook? Posso entrare?» sentii una voce dietro alla porta della mia camera, preceduta da un leggero bussio.
«Entra pure Taehyung.» mi scostai le coperte di dosso, visto che le avevo fin su la testa, rabbrividendo appena al contatto con l'ambiente freddo.
Il ragazzo dai capelli biondo cenere si richiuse la porta alle spalle, entrando e sorridendomi subito dopo. «Come va oggi?»
«Meglio, grazie.» Sospirai appena di sollievo, tirando giù le maniche del mio pigiama.
«Jungkook, cosa nascondi?» mi guardò con occhi indagatori, ovviamente insospettito dal mio gesto, troppo fulmineo.
«N-Niente... » cercai di fingere un sorriso «Perché?» ma non servì a nulla, Taehyung si era già avvicinato a me, prendendomi per il braccio. Di colpo alzò la manica del mio pigiama, rivelando segni rossi, alcuni di essi ancora impregnati di sangue.

«Jungkook! Ma che cazzo ti sei messo a fare?! » urlò il biondo, osservando ancora i tagli sulle mie braccia.
Sentii gli occhi cominciare a bruciare, deglutii il groppo che mi si era formato in gola. Taehyung mi prese il viso tra le mani e lo strizzò piano, e a quel gesto non seppi più resistere.
Scoppiai in un pianto liberatorio, fragoroso, tra le braccia del ragazzo
«Tae aiutami ti prego» biascicai tra i singhiozzi, ormai incapace di fare altro.
Percepii la mano di Taehyung accarezzarmi i capelli, piano, prima di sussurrarmi «Piccolo... Ci sono io con te, okay? Ti prego non farlo mai più.»
Annuii, rendendomi anche io conto del fatto che quello che mi stavo facendo non sarebbe servito a nulla, se non a peggiorare la mia condizione fisica. «Taehyung... » mormorai, stringendomi ancora al suo petto. La mia testa era ora in corrispondenza del suo cuore, che batteva fortissimo per lo spavento.
«Jungkook. Ti proteggerò. Non aver paura.» sussurrò di rimando, ancora con le sue dolci mani tra i miei capelli. Le lacrime salate ormai stavano scorrendo copiose sul mio viso e mi avevano già bagnato le labbra più volte. Alzai il viso e incontrai quello di Taehyung, anche lui adesso intento a fissarmi.
Fu un attimo di follia, quello che seguí.

Senza domande, senza alcun timore, le nostre labbra si avvicinarono fino a toccarsi. Il sapore della sua bocca misto a quelle delle mie lacrime ormai erano diventato un tutt'uno.
Le labbra di Taehyung erano così morbide e soprattutto, in quel momento mi parvero un porto sicuro, un modo per non pensare alla sofferenza del mio animo e a tutte quelle persone che, li fuori, ridevano di me.
Mi sentivo al completo, una sensazione che mai avevo provato con nessun altro in vita mia.
Mossi ancora le labbra sopra quelle di Taehyung, approfondendo quel contatto bisognoso, bagnato d'amore più che mai.
E fu proprio allora che mi tornò in mente una frase che mi aveva detto V: è in uno stato d'animo destinato a non durare che si prendono risoluzioni definitive.

Angolo autrice!
Ueeee finalmente si baciano ueueueeee festeggiamooooo!!

Okay dopo questo sclero momentaneo ahahah volevo dedicare questo capitolo a kookmylilbean che mi ha ispirata con la sua felicità ahaha ❤️E niente ci vediamo al prossimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate di questo!!

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Okay dopo questo sclero momentaneo ahahah volevo dedicare questo capitolo a kookmylilbean che mi ha ispirata con la sua felicità ahaha ❤️
E niente ci vediamo al prossimo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate di questo!!

Ⅴ stands for... | VKook  [BTS Fanfic] Where stories live. Discover now