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No pov

Quel giorno Jimin aveva deciso di accompagnare Yoongi a Busan: il maggiore aveva insistito per vedere il mare, anche se era inverno inoltrato. Yoongi sosteneva che il mare d'inverno avesse un non so che di poetico, gli piaceva da morire perché spesso le spiagge erano deserte e c'era un silenzio assoluto. Dopo circa due ore di viaggio in treno, che i due ragazzi passarono a dormire l'uno accanto all'altro, poiché quella mattina si erano svegliati troppo presto, erano già alla stazione di Busan.

Jimin conosceva quella città come le sue tasche, essendoci vissuto per la maggior parte della sua vita. E quando respirò a pieni polmoni l'aria marina, quasi gli venne voglia di urlare per la felicità: non metteva piede a Busan da cinque anni, quando aveva dovuto trasferirsi a Seoul per le superiori, e l'aria di casa gli era davvero mancata.
«Sembri a tuo agio, Jimin-ah » cantilenò Yoongi con la sua solita voce roca, ancora scosso dal sonnellino durante il viaggio.
«Beh sono a casa, è il minimo. » sorrise sincero il ragazzo dai capelli rosa. Sì, Jimin aveva fatto una piccola pazzia assieme a Yoongi, qualche giorno prima, e si erano ritrovati coi capelli rosa e neri con qualche ciuffo blu rispettivamente.

I due ragazzi passavano quasi tutto il tempo assieme, da quando Yoongi era uscito dall'ospedale Jimin gli era sempre stato accanto e non lo aveva mai lasciato andare. Tuttavia il maggiore ancora non riusciva a superare il suo trauma: non aveva più avuto il coraggio di entrare nel suo studio, la porta era rimasta chiusa dal giorno dell'incidente e non era mai più stata aperta. Ormai era passato più di un mese, e Yoongi aveva cominciato a ricordare piccole cose e a mettere assieme i pezzi del puzzle della sua memoria.

«Dai andiamo! »Esclamò Jimin, prendendo per la mano il corvino, guidandolo verso una spiaggia, poco distante dalla stazione. I ragazzi si tolsero le scarpe e Jimin sorrise ancora alla sensazione della sabbia tra i piedi. Come gli era mancata.
Yoongi invece si era limitato a seguire Jimin, che sembrava così euforico.
«Wow, non è cambiato davvero nulla» anche se il sole aveva cominciato a tramontare, illuminava il mare davanti a loro e rendeva tutto aranciato. Jimin ingenuamente fece una piccola piroetta, e Yoongi non poté che sorridere a quel gesto. Piano, racimolò tutte le sue forze e corse verso il ragazzo dai capelli rosa, abbracciandolo da dietro.
«Yoongi ma che fai! » rise Jimin, sorpreso dalla presa di iniziativa del maggiore.
Il corvino, vuoi l'atmosfera o vuoi la vicinanza con Jimin, sentí il suo cuore perdere un battito. E decise che era arrivato il momento.
« Jimin io... Ti ricordi che ti avevo promesso di farti sentire una mia canzone? »
Il minore si fermò per un attimo e sbatté le palpebre un paio di volte prima di ribattere «S-si Yoongi io-cioè tu te lo sei ricordato?»
Senza ulteriori parole, il corvino si posizionò davanti al ragazzo dai capelli confetto e chiuse gli occhi, cominciando a canticchiare.


Sì, sì, mi ricordo di allora
Quando ero perso e sconsolato
Quando sono caduto in un buco di disperazione
Anche quando ti ho spinto via
Anche quando facevo finta di non conoscerti
Tu eri fermamente al mio fianco
Non avevi bisogno di parole
Non ti abbandonerò
Non lascerò mai più la tua mano
Quindi non lasciare la mia mano

Yoongi strinse le piccole dita di Jimin per tutta la durata della canzone e quando ebbe finito riaprí gli occhi, notando che quelli di Jimin erano ricolmi di lacrime.

«Questa l'ho scritta un po' di tempo fa, forse una settimana fa, dopo che ci siamo tinti i capelli. Si chiama First Love. Jimin--io credo che tu sia stato il mio primo vero amore. Non so cosa mi spinga verso di te, ma sento che noi due ci apparteniamo. Di solito non sono così sdolcinato, ma con te è diverso. In questi ultimi tempi sto ricordando sempre di più, una volta mi sono svegliato nel sonno perché ho ricordato cosa era successo tra me e te. Mi dispiace per averti detto quelle cose, non le pensavo davvero. Ti prego Jimin, perdona il me stesso di prima. » prima di concludere, col pollice passò sulle guance paffute di Jimin, asciugandogli le lacrime «e non piangere confettino, non ne hai motivo, perché io, Min Yoongi, adesso ho una cosa importante da dirti. Park Jimin, io ti amo con tutto me stesso, fino al midollo.»

Jimin non resistette più e si precipitò fra le braccia del corvino, baciando le sue labbra e assaporando appieno il loro sapore. Ormai Yoongi non sarebbe più scappato, era lì e lo sarebbe sempre stato.
I due quella notte fecero l'amore, sulla spiaggia, i loro corpi si unirono e si incastonarono l'uno all'altro come fossero stati scolpiti per completarsi. Quella notte Jimin e Yoongi si amarono come non avevano mai fatto.
Angolo autrice!
Doppio aggiornamento per farmi perdonare della lunga attesa OvO! E niente sono soft (preparatevi alla bomba)

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