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Taehyung's pov

Dopo aver riaccompagnato Jungkook a casa sua si era fatto decisamente tardi, il tempo con lui passava troppo velocemente. Stavo così bene in sua compagnia che era capace di farmi dimenticare tutto quello che mi succedeva durante la giornata, in sua presenza mi dedicavo completamente a lui.
Ero in macchina, di sottofondo vi erano solo i tipici rumori urbani, di automobili che sfrecciavano e il brusio della gente che passeggiava nelle vie della città buia, illuminata solo dai neon.

Mi domandai se avessi fatto la scelta giusta: anche io ero V, alla fine. Anche io avevo mentito a Jungkook. Lo avevo importunato, certo non dall'inizio, ma mi sentivo comunque male nel mentirgli.
Avrei dovuto dirgli la verità? Avrei dovuto dirgli che V non era sempre stato quel Kang Seungyoon? Avrei dovuto dirgli che mi piaceva da molto prima che ci incontrassimo (o meglio, scontrassimo) alla festa di Jackson?

Sospirai, indeciso sul da farsi. Ci eravamo confessati l'un l'altro proprio qualche minuto addietro. Mi maledissi mentalmente per aver giocato con Jungkook per tutto quel tempo, quando fingevo di essere V: a mia discolpa potevo dire che mai mi sarei aspettato che quella storia prendesse una piega così inaspettata e pericolosa. E alla fine quello che ne era uscito ferito era proprio il ragazzo che amavo.

All'inizio, quando gli scrissi quel messaggio, non immaginavo neanche lontanamente cosa sarebbe potuto accadere. Avevo preso tutto quello alla leggera, come un gioco: "tanto non lo aprirà mai" mi dicevo; "tanto non scoprirà mai il codice" continuavo; "tanto non succederà nulla" concludevo.
Eppure quando il cellulare che avevo trovato gettato per la strada era sparito dal mio cassetto, sudai freddo come non mai, temendo il peggio.

Senza neanche accorgermene ero già davanti casa mia; Sospirai ancora, scendendo dalla macchina e richiudendola subito dopo. Entrai dentro la villa appena illuminata dai lampioni fuori, notando il silenzio tombale che vi regnava.
Mi guardai attorno, per vedere se ci fosse qualcuno in giro, cameriere o qualche altro ospite (indesiderato): passando davanti al salotto, notai che le luci al suo interno erano accese e una figura scura si ergeva al suo interno, girata verso il camino, di spalle alla porta.
E si trattava di mio padre.
Trattenni il respiro, attento a non farmi sentire e piano cominciai a camminare verso la mia camera, con passo felpato.

«Non provare a scappare, Kim Taehyung.» il tono di voce freddo di mio padre mi congelò letteralmente sul posto. Girai il capo verso di lui, che adesso aveva preso a guardarmi con i suoi occhi glaciali.
Era proprio vero che faceva paura.
Così, timidamente, mi avvicinai a lui, notando un repentino cambiamento nella temperatura delle due stanze, luna più calda dell'altra: e no, non parlo del salotto dove persino col camino in funzione si percepiva un'aria glaciale.
«Sai dirmi che ora è?» chiese l'uomo, mantenendo un fortissimo contatto visivo con me. Guardai per un attimo l'orologio alle sue spalle e poi risposi.
«Le 2.13. »
«Ti sembra orario di tornare a casa?» il tono della sua voce si era fatto ancora più alto di prima.
«Papà, ho vent'anni...» cercai di giustificarmi.
«Non è una buona scusa. Dove sei stato?»
«Io sono stato in giro...» sviai il discorso, omettendo il fatto che fossi stato alla foresta con Jungkook. Si sarebbe fatto troppe domande.
«Sei una delusione, Taehyung. Non fai altro che startene fuori a fare chissà cosa, frequenti quella università per checche, non ti interessi minimamente di politica e di quello che ti circonda. Sei sempre nel tuo mondo, o a giocare a quegli stupidi videogiochi. Nel migliore dei casi sei con qualche tuo amico.» sputò acido l'uomo, guardandomi con disprezzo. Le sue parole mi colpivano come proiettili, dritti in petto. «Spero almeno che tu abbia cominciato a pensare ad una fidanzata. Voglio un nipote prima di morire.» quello fu l'ultimo colpo, e mi centrò il cuore.

Sapevo benissimo che mio padre fosse abbastanza fissato e ostinato nel presentarmi a varie ragazze, ma non lo avevo mai visto così serio.
Non risposi, sapevo che se lo avessi fatto avrei solo complicato le cose: mi limitai ad abbassare la testa.
«Venerdì sera hai un appuntamento. Ci sarà anche la famiglia Song. Vedi di preparare un regalo degno del nostro nome.» concluse, prima di andare via, camminando ad ampie falcate.
Inspirai a fondo l'aria, sapeva di legna bruciata e aveva un non so che di pungente; ci volle poco tempo prima che le mie ginocchia cedessero, facendomi cadere per terra davanti al camino scoppiettante.

Jungkook, tu sei mio, ma io non potrò mai essere tuo, di questo passo.
Jungkook, perché ti ferisco?

Angolo autrice!
Scusate il ritardo nell'aggiornare ma avevo poche idee riguardo questa scena! In ogni caso, sono indecisa su cosa scrivere il capitolo seguente, quindi votate!
1. Appuntamento di Taehyung con Jungkook
2. Situazione tra Jimin e Yoongi

Also, ma quanto è bella la copertina nuova? Grazie a quel sole di Mati (PanjiThePanPan) che ha creato questa meraviglia ❤️❤️❤️

Ⅴ stands for... | VKook  [BTS Fanfic] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora