02 - museum

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«Buongiorno!» Jisung si avvicinò a Minho quando quest'ultimo fece capolino nella cucina, si diedero un piccolo bacio sulle labbra. Jisung stava sorseggiando velocemente il suo caffè dal bicchiere, quella giornata per lui sarebbe stata davvero impegnativa per tutte le guide turistiche che avrebbe dovuto fare. Anche lui amava il suo lavoro, parlare con le persone e incuriosirle delle cose che guardavano, delle loro storie, lo rendeva molto felice. Era sempre stata la sua passione, fin da piccolo. Era sempre stato curioso delle cose, della loro storia, dei loro significati. Poi era una persona a cui piaceva molto parlare, non lo facevi stare zitto nemmeno sotto tortura, quindi quello era proprio il lavoro perfetto per lui. «Oggi farò tardi anche io, ho molte guide turistiche da fare» Jisung guardò tristemente suo marito, non sopportava l'idea di vederlo solo per poche ore. «Stasera ti preparo una bella cena che non lo faccio da parecchio.» Sorrise Minho, Jisung esultò felice e sorpreso, lo circondò con un forte abbraccio. Non capitava da parecchio per colpa del suo lavoro, da un po' di tempo era Jisung a cucinare e non gli dispiaceva farlo, solo che era davvero un pessimo cuoco. Molte volte si erano ordinati cibo d'asporto tra delle risate, Minho per punzecchiarlo gli diceva sempre che la sua vera intenzione era avvelenarlo. Minho era decisamente più bravo a cucinare, e sapeva fare delle ottime pietanze. «Allora io vado, a stasera» lo salutò Jisung con un bacio, a malincuore. Si era portato tutto l'occorrente necessario per quella lunga giornata. Mentre aspettava l'autobus che arrivava, Jisung ricontrollò l'agenda che riguardava soltanto il suo lavoro. Erano tutte le tappe che doveva fare, tutti i luoghi, le cose che doveva far vedere e spiegare ai turisti. Quel giorno la pagina era piena, ma la cosa positiva era che tutte le guide sarebbero state fatte soltanto in un luogo, il museo, e non in più luoghi come capitava spesso. Jisung pensava che l'azienda presso cui lavorava l'odiasse. Era come se lo sfruttassero, perché Jisung lavorava lì solo da un anno mentre faceva la guida turistica da due anni, perlopiù era giovane, aveva 27 anni, e per gli altri era considerato "piccolo" e da maltrattare. Jisung scacciò via quel pensiero con una scrollata di testa per non arrabbiarsi, non gli faceva bene per il suo lavoro. L'autobus arrivò e nel giro di venti minuti giunse a destinazione. Era ancora molto presto, le persone sarebbero arrivate solo tra un'ora. Jisung ne approfittò per controllare alcune cose riguardo il lavoro e si incamminò nella caffetteria che disponeva la sua azienda; era fortunato perché il museo in cui sarebbe dovuto andare si trovava vicino alla sua azienda, una di quelle rare volte dove non doveva fare interminabili giri. Ogni volta doveva andare prima dalla sua azienda per concordarsi con i suoi capi e poi doveva andare nei luoghi in cui si svolgevano le guide turistiche, a volte capitava che distavano un'ora e Jisung doveva partire da casa quando il sole non era ancora sorto. «Buongiorno Jisung-ah» lo salutò con un sorriso il suo collega. «Ciao Hyunki-ah» ricambiò altrettanto radioso, Hyunki era l'unico collega giovane e che aveva la sua stessa età, lo faceva sentire meno solo. «Vedo che oggi hai molto da fare» il suo collega sporse il viso oltre la spalla di Jisung, sfiorandola, scrutando il contenuto del computer. «Già... ma almeno non dovrò andare avanti e indietro, sembra quasi un sogno.» Hyunki rise, appoggiando poi la sua mano sulla spalla di Jisung. «Allora buon lavoro, non stancarti.» strinse la presa sulla spalla, provocando un sussulto sorpreso a Jisung. Si limitò ad annuire mentre il collega si allontanava, Jisung cercò di non fare troppo caso a quella strana sensazione di disagio che gli pervase e continuò con il suo lavoro al computer.

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now