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Quella era la quinta volta che versava il liquido trasparente all'interno del bicchiere. Minho barcollava avanti e indietro, con la testa che gli faceva male e i pensieri annebbiati. Non aveva mai retto l'alcol, per lui stare ancora in piedi dopo tutti quei bicchieri fu un record. Era come se tutto il malessere al suo interno si fosse trasformato in dolore fisico e per lui era più sopportabile, per Minho era importante non ricordare. O almeno ci sperava perché più ingeriva l'alcol, e più l'immagine di Jisung si faceva vivida nella sua testa. Stava bevendo per dimenticarlo eppure perché appariva in modo così insistente? Minho capì che nemmeno una pozione magica l'avrebbe cancellato dalla sua testa se non l'avrebbe cancellato prima dal suo cuore, ma come poteva? Jisung gli aveva ridotto il cuore in mille pezzettini, aveva calpestato la sua fiducia facendolo chiudere nuovamente in quel guscio con cui aveva faticato tanto a romperlo, eppure quel cuore lacerato batteva ancora d'amore per lui. Come poteva smettere di amare all'improvviso l'unica persona che lo faceva sentire vivo, che per tutti quegli anni gli aveva dato un senso alla sua vita. Minho aveva quasi sempre vissuto come un robot, superando ogni ostacolo come se fosse all'interno di un videogioco, senza godersi il resto attorno a sé prima di incontrare Jisung. Quest'ultimo gli aveva aperto una nuova porta, un nuovo mondo. Aveva scoperto così tante cose grazie a lui, così tante emozioni che non sapeva di riuscire a provare. Persino in quella brutta situazione Jisung aveva fatto provare a Minho nuove emozioni, si chiedeva com'era possibile che Jisung era diventato la sua fonte di felicità e allo stesso tempo la sua fonte di dolore in quel momento. Era normale che una persona ti facesse provare tutto quel malessere? Si chiedeva Minho, con la testa che gli martellava all'impazzata. Dovette aggrapparsi al bordo del tavolo per non cadere a terra, tutto intorno a sé iniziò a girare peggio di una trottola. Si sentiva morire da lì a poco, come diamine facevano le persone ad ubriacarsi, pensò Minho con una smorfia di dolore. Riuscì a mettersi in piedi, sforzandosi di guardarsi intorno, aprendo e chiudendo spesso gli occhi sfocati; in quell'appartamento regnava il caos. C'erano fogli, oggetti, vestiti sparsi ovunque. Se Minho fosse stato in sé, a guardare quell'immagine gli sarebbe venuto un infarto, ma Minho oramai non era più se stesso. Era da un paio di giorni che non andava nemmeno più a lavoro, aveva chiesto una pausa senza dare spiegazioni, ricevette tante di quelle telefonate dai suoi colleghi che alla fine decise direttamente di spegnerlo. Jisung l'aveva distrutto, cambiato. Per colpa sua il peggio di Minho fece capolino dal suo corpo, quel suo lato che tanto cercava di nascondere, quel suo lato irresponsabile e disordinato che purtroppo anche lui aveva. Gli sembrò di tornare il ragazzino ribelle di una volta, quello che non sapeva come muoversi all'interno di quel mondo tanto grande e buio. Ritornò ad essere un ragazzino immaturo di tanto tempo fa, quello che non riusciva a ragionare con la testa ma spinto solo dalle sue emozioni, quello che non riusciva ad essere oggettivo; per questo Minho nonostante amasse Jisung, non voleva perdonarlo.   

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now