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Jisung era distratto. Parecchie volte, in quella giornata, aveva suscitato espressioni confuse e infastidite da parte dei turisti. La sua mano si dirigeva sempre verso la tasca dei pantaloni, sbirciando quasi ogni minuto il suo cellulare. Da quando si era svegliato aveva bombardato Minho di messaggi, erano quasi tutti uguali, dicevano: "Minho ti devo parlare", "Minho per favore rispondimi che devo parlarti subito" e così via, ma Minho non dava segni di vita. Jisung aveva preso un nuovo vizio, mangiucchiarsi le unghie per il nervosismo e lo stava facendo anche in quel esatto momento, mentre aveva in mano il cellulare e lo sguardo su di esso, invece di spiegare il quadro per cui i turisti si erano riuniti. Jisung non riusciva ad essere paziente, a concentrarsi sul lavoro. Voleva rispondere subito Minho nel caso in cui quest'ultimo si fosse fatto vivo, Jisung non voleva perdere altro tempo e voleva andare dritto al sodo, dire che amava Minho e che lo avrebbe amato per sempre, ma doveva dirglielo dal vivo o Minho non gli avrebbe creduto. Dalla loro pausa erano passate più o meno due settimane, ma per Jisung furono due intere vite. Lui e Minho non avevano mai litigato per così tanto tempo, le loro litigate duravano massimo tre giorni e si sentivano comunque distrutti. Jisung sapeva che anche Minho stava soffrendo e se poi non era così Jisung l'avrebbe deciso soltanto dopo averlo visto di persona, dopo che Minho glielo avrebbe detto in faccia. Jisung aveva deciso di levarsi il vizio di dare conclusioni affrettate, di pensare che le sue idee fossero realtà. Per colpa dei suoi stupidi pensieri e della sua aria saccente che lui e Minho avevano litigato, che Jisung si era fatto abbindolare; aveva creduto che Minho avesse messo i soldi prima di lui quando alla fine stava facendo tutto quel lavoro per Jisung, ogni volta che ci pensava si sentiva così imbarazzato. «Signori e signore, perdonate la goffaggine del mio collega, oggi non è nella sua ottima forma. Continuo io al suo posto, forza seguitemi» ad interrompere il suo flusso di pensieri fu Hyunki, che trascinò la folla infastidita altrove. Jisung alzò lo sguardo dal cellulare per poterlo guardare e sorridere riconoscente, ma Hyunki l'aveva superato senza degnarlo di uno sguardo. Loro due continuavano a lavorare insieme ma a stento si scambiavano un "ciao", riceveva da parte di Hyunki solo freddezza. Jisung sospirò, cosa pretendeva? Pensandoci più a lungo nemmeno a lui sarebbe piaciuta l'idea di restare suo amico dopo quello che era successo, se avesse fatto pace con Minho dubito che quest'ultimo avrebbe preso bene l'idea di Jisung e Hyunki che restavano amici, ci sarebbe stata sempre ostilità e Jisung non voleva. Riportò di nuovo lo sguardo al suo cellulare, ma niente. Lo schermo non segnava nessun nuovo messaggio, Jisung capì che Minho non l'avrebbe risposto e che avrebbe fatto meglio a distrarsi un po' sul lavoro. Decise di raggiungere Hyunki, stando in disparte e intervenendo solo quando sarebbe stato necessario. Una sensazione di angoscia premeva sul petto di Jisung, più passavano i minuti e più sembrava di allontanarsi da Minho. 

minsung; married lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora