14 - go back

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«Sono così arrabbiato, aish! Voglio colpire qualcosa» Jisung stava camminando avanti e indietro lungo il corridoio del museo, nervoso. Hyunki aveva le braccia conserte, appoggiato ad una parete del luogo; lo stava ascoltando divertito. Era la solita breve pausa, Jisung si stava sfogando con Hyunki, diventato oramai un amico fidato. «Così finirai per rompere l'intero museo» Hyunki lo stava schernendo, Jisung gli lanciò un'occhiataccia e ciò fece solo divertire di più Hyunki; non riusciva a prenderlo sul serio. «Si preoccupa sempre delle cose stupide, piuttosto perché non mi chiede come sto, come la sto prendendo tutta questa situazione. Pare non accorgersene» Jisung aveva raccontato tutto a Hyunki, di quello che era successo la sera scorsa e della sua litigata con Minho. «Tu perché non gliene parli?» a quelle parole di Hyunki, Jisung si fermò di scatto. «Il fatto è che non ho più il coraggio di parlargli, te l'ho detto...» Jisung abbassò lo sguardo per terra; aveva paura di confessare a Minho le sue paure, i suoi fastidi, voleva evitare di litigare ulteriormente. «Sono davvero pessimo, scusami Hyunki-ah. Ti annoio sempre con i miei problemi e non ti chiedo mai come stai» aveva cambiato argomento, si era accorto che stava parlando solo lui da un pezzo e il povero Hyunki lo stava ascoltando con pazienza. Anche se in realtà a Hyunki non dispiaceva ascoltarlo, anzi, si sentiva utile. «Non devi preoccuparti, mi piace ascoltarti» confessò sincero, Jisung sussultò sorpreso. Quelle parole l'avevano un po' imbarazzato, scrollò la testa come a scacciare via quel pensiero. «Dopo il lavoro cosa fai di bello?» Jisung l'aveva chiesto soltanto per parlare un po', ma anche perché era curioso. Voleva conoscere un po' di più il suo amico, si era accorto che sapeva poco e nulla di lui. «Stasera c'è l'inaugurazione di un bar vicino casa mia, si chiama Haneul, ho intenzione di andarci» continuò: «ti va di venire? Vieni insieme a Minho-ssi, magari fate pace». «Dubito che Minho verrà» Jisung lo conosceva; non gli piacevano quei luoghi e poi non pensava avrebbe avuto del tempo per andarci con il suo lavoro. «Io però penso di esserci! Avviso Minho e ti faccio sapere» Jisung voleva staccare un po' dalla sua noiosa routine, non faceva altro che andare a lavoro e poi a casa, un continuo loop deprimente. Pensava che almeno, se avesse vissuto insieme a Minho, sarebbero potuti stare insieme un po' di più vivendo sotto lo stesso tetto, ma con il passar del tempo si era rilevato il contrario; quasi quasi si vedevano più spesso quando vivevano nei propri appartamenti. Jisung si rattristò di scatto, voleva tornare indietro nel tempo, ad un anno fa, quando iniziarono a convivere per la prima volta; nella loro goffaggine erano felici. «Allora ti aspetto» Hyunki aveva portato Jisung nella realtà, quest'ultimo annuì, sorridendo, sperando soltanto di non litigare di nuovo con Minho. 

«Sono a casa» aveva annunciato Minho, con voce piatta. Era ancora infastidito con Jisung per ieri, anche se la rabbia era diminuita; un po' si sentiva in colpa per essersi comportato così. «Minho!» Jisung corse nella sua direzione, facendolo sussultare. «Fantastico, anche stasera hai fatto presto! Per caso hai degli impegni?» Minho era confuso. «No, il lavoro da sbrigare è poco» Jisung sembrava davvero radioso, Minho non poté non sorridere flebilmente. «Ti va di andare ad un'inaugurazione di un bar? Si chiama Haneul, Hyunki ci ha invitati» a sentire il nome di quel tipo, Minho si fece più cupo. «Sai che non mi piacciono questi luoghi» Minho lo superò, avviandosi in cucina. «Sì, lo so... ma te l'ho chiesto per passare un po' di tempo insieme» Jisung lo raggiunse, stringendo la sua mano attorno a quella di Minho. «Allora perché non andiamo da un'altra parte?» Minho si era girato per così guardarlo dritto negli occhi. «Però già ho detto a Hyunki di esserci...» la rabbia travolse nuovamente il corpo di Minho, come un'ondata. «Allora già avevi deciso di andarci da solo, che cazzo me lo chiedi a fare» Minho sottrasse di scatto la sua mano da quella di Jisung, dirigendosi verso il frigo per prendere una bottiglia d'acqua; doveva calmarsi. «Ya, te l'ho chiesto per sicurezza! Magari avresti cambiato idea» Minho non voleva più ascoltarlo. «Vacci pure da solo» si limitò a dire, serio, senza guardarlo in faccia. «Va bene!» Jisung si allontanò da lui a passo svelto, si diresse in direzione dell'attaccapanni per prendere una maglia e poi fuoriuscire, sbattendosi forte la porta alle spalle. Minho stava stingendo ferreo i suoi pugni, sospirò frustrato. All'improvviso si sentiva spaventato, cosa stava succedendo a loro due?

minsung; married lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora