03 - angry

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Nonostante fossero appena le otto del mattino, gli uffici erano già in completo caos. Minho varcò i lunghi corridoi dell'edificio mentre alcune persone andavano avanti e indietro con pile di fogli in mano, si recò nel suo ufficio e anche per lui c'erano pile e pile di fogli ad aspettarlo. Si rimboccò subito le mani e, con un veloce "buongiorno", si mise a lavoro. A Minho non piaceva perdere tempo, le cose le doveva fare con assoluta serietà e accuratezza, i suoi colleghi avrebbero potuto pure ballare all'improvviso in mezzo alla stanza ma Minho non si distraeva nemmeno per un secondo. Era una sorta di talento, il suo. Tutti lì dentro lo invidiavano per la sua forte dedizione sul lavoro. "Ma non si stanca mai?" "Ma non si annoia?" "Come fa?" quelle erano le frequenti domande riguardo il ragazzo moro, che a soli 28 anni si era già fatto molta strada nel suo campo. La risposta di Minho a tutte quelle domande era semplice: gli piaceva il suo lavoro, gli piaceva aiutare le persone e punire i colpevoli, risolvere i casi, e il suo essere preciso e serio faceva semplicemente parte del suo carattere. Poteva ricordare la classica persona seria d'ufficio e in parte lo era, ma Minho nascondeva tanti altri lati del suo carattere che però di rado dimostrava. Nemmeno Jisung li conosceva alcuni, soltanto perché a Minho piaceva essere un po' misterioso. Ma anche a lui piaceva divertirsi e a volte aveva bisogno di una pausa, proprio come in quel momento, che stava quasi per lanciare i fogli in aria nel sentire le parole di un suo superiore. «Minho-ssi oggi c'è molto lavoro da fare. Mi dispiace, ma dovrai fare un po' tardi stasera» Minho capiva che non era davvero dispiaciuto e che il suo era un ordine, se non l'avesse fatto avrebbe avuto dei problemi. Minho si limitò ad annuire, stizzito. Posò lo sguardo sul suo cellulare, triste. Doveva avvertire Jisung che stasera non ci sarebbe stato per la cena e che non l'avrebbe preparata lui, strinse con rabbia l'oggetto rettangolare. Non era la prima volta che tornava tardi a casa, sapeva che in questo modo avrebbe infastidito Jisung, sperava soltanto che suo marito lo capisse ancora una volta. 

Il corpo di Jisung era distrutto. Appena varcò la soglia della porta si lanciò letteralmente sul divano, senza nemmeno annunciare la sua presenza; era troppo stanco pure per aprire la bocca. Si stiracchiò e un'improvviso dolore gli pervase l'intero corpo, non si era seduto neanche per un secondo durante tutta la giornata. Le cose da visitare nel museo erano tante, così come le persone. Era da parecchio che non si trovava un pubblico così vasto, dovette ringraziare la sua solare personalità per non essere entrato nel panico, a volte pure per lui era difficile avere tutta quella attenzione addosso. L'unica cosa che l'aveva fatto resistere per tutta la giornata era la cena che avrebbe dovuto fare con Minho, non mangiavano insieme così da parecchio; era felicissimo. Jisung sorrise d'impulso, si domandò cosa gli avesse preparato suo marito. Si sollevò piano dal divano, si sporse con la testa verso la cucina per vedere cosa c'era sul tavolo e soprattutto per vedere Minho, ma non notò nulla. Corrugò la fronte confuso. Facendo più attenzione, si accorse che la casa era silenziosa. Era vero che Minho non faceva tanta confusione ed era silenzioso, ma quello era troppo anche per lui. Si alzò di scatto dal divano, con tutta le ossa che gli facevano male. Entrò nella cucina ritrovandosi soltanto il tavolo e le sedie messe in ordine, senza traccia del cibo e di Minho. Accese immediatamente il cellulare, l'aveva tenuto spento per tutta la giornata. Gli apparvero subito i messaggi di Minho e per un primo momento si tranquillizzò: i messaggi dicevano che sarebbe dovuto restare lì fino a tarda sera e che la cena sarebbe saltata, con un ennesimo "scusa" alla fine. La sua espressione serena venne sostituita con un'espressione delusa. Si accasciò senza forze su una delle sedie, aveva perso l'appetito. Jisung non lo rispose, era troppo stanco e arrabbiato per farlo. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now