09 - blind

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«Minho, non vieni a dormire?» la minuta figura di Jisung era appoggiata sullo stipite della porta, Minho si trovava nel suo ufficio con lo sguardo chino su i soliti fogli. Stava indossando degli occhiali, li usava soltanto quando il lavoro diventava pesante e i suoi occhi iniziavano a sfocarsi. Aveva ancora addosso gli abiti da lavoro, la camicia bianca con i pantaloni neri, la giacca si trovava sulla sedia dove stava seduto. Jisung lo guardava come sempre con occhi innamorati, Minho era davvero bellissimo, soprattutto con quei vestiti. A volte aveva paura a lasciarlo andare così al lavoro, era sicuro che avesse appresso una folla di ammiratrici e ammiratori, Jisung era geloso e non aveva paura a dimostrarglielo; le loro litigate spesso erano causate anche da quello. «No, ho ancora del lavoro da sbrigare. Tu inizia ad avviarti che è tardi» Minho aveva detto quelle parole senza averlo guardato in faccia, ma le aveva dette in modo calmo. Jisung sapeva che non ce l'avesse con lui e che quel suo tono era dovuto soltanto dalla stanchezza del lavoro, eppure per lui sembrava essere ritornato indietro nel tempo, a quando ancora non riusciva a capire bene il carattere di Minho. Sapeva che non era davvero freddo e che ci tenesse a lui, pure se non glielo dimostrava, però Jisung in quel periodo aveva dei dubbi. «Va bene, allora buonanotte» si limitò a dire Jisung, chiudendo la porta per non disturbarlo. Era troppo stanco per pensare o per essere triste, il moro si infilò nel letto, freddo senza Minho, crollando immediatamente in un sonno profondo. Gli occhi di Jisung si spalancarono di scatto, aveva l'affanno. Si era svegliato di soprassalto, il suo cuore batteva forte nel petto. Aveva la tachicardia e si spaventò per quello, non sapeva perché fosse così agitato. Si guardò intorno, alla ricerca del corpo familiare di Minho, ma non lo trovò accanto a sé. A tastoni recuperò il suo cellulare, lo accese per vedere che erano le quattro di mattina. Si alzò barcollante dal letto, strofinandosi gli occhi, dirigendosi poi nell'ufficio del marito. E come pensò, Minho si era addormentato lì, con la testa appoggiata sulla scrivania. Corse subito a prendere una coperta, l'appoggiò sulle spalle di Minho lasciandogli in seguito un piccolo bacio sulla guancia. Gli mancava da morire, voleva svegliarlo per così andare insieme nel letto a dormire, abbracciati, sapeva che il suo cuore si sarebbe calmato tra le sue braccia, ma non lo fece. Jisung ritornò da solo nel letto, con il cuore che non aveva intenzione di calmarsi. Si rese conto che aveva ansia, senza un apparente motivo. Era quell'ansia che veniva a visitarlo di tanto in tanto, non gli capitava da parecchio. Da quel momento fino alle sette di mattina, quando Minho si svegliò, Jisung non aveva chiuso occhio. Aveva perso tempo sul cellulare, con il cuore che batteva forte per poi calmarsi, in loop. «Buongiorno.» Minho sbadigliò, entrando nella loro stanza. «Mi sono addormentato nell'ufficio...» Si grattò la testa imbarazzato, Jisung si limitò a sorridere. «Ah sì? Non me ne sono proprio accorto, ho dormito come un sasso fino ad ora» gli mentì. Non aveva intenzione di raccontargli della sua notte insonne, non voleva preoccuparlo, tra l'altro Minho non sembrava essersi accorto del malessere del marito. Jisung non sapeva se esserne felice o triste, Minho non si accorgeva più di niente, era diventato cieco. «Vado a preparare la colazione» concluse Minho, uscendo dalla camera. Jisung crollò di nuovo sul letto, una lacrima gli stava rigando il viso. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now