33 - alone

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Jisung era tornato di nuovo a lavoro nonostante avesse saltato soltanto una giornata, in realtà voleva starsene a riposo ancora per molto, non aveva la testa per fare delle guide turistiche, ma se fosse rimasto a casa ancora un altro po' senza dire la verità a una particolare persona, sarebbe impazzito. Già, era andato a lavoro soltanto per dire la verità a lui, a Hyunki. Aveva quel pensiero fisso da ieri, quando finalmente aveva schiarito le sue idee e il suo cuore aveva trovato un po' di pace. Doveva mettere un punto a quella situazione al più presto possibile e poi andare da Minho, non voleva perdere ulteriore tempo. Aveva capito quanto quest'ultimo fosse importante, non l'avrebbe sottovalutato più. «Hyunki-ah» Jisung si avvicinò a lui, sorprendendolo. Era la solita piccola pausa che davano sia ai turisti che alle guide, l'unico momento libero che avevano. «Che sorpresa, tu che vieni per primo da me» Hyunki aveva sul viso il suo solito sorriso divertito, a volte si chiedeva se fosse un sorriso vero o lo faceva per finta. Jisung lo guardò serio, facendogli capire che non aveva intenzione di scherzare. Hyunki lo capì al volo, facendosi serio pure lui con una punta di agitazione. «Voglio andare dritto al punto, mi hai chiesto chiarezza e io adesso te la posso finalmente dare: amo Minho» Jisung aveva parlato in modo così veloce e in modo così schietto che Hyunki per un paio di secondi si bloccò, impietrito. «Mi dispiace davvero tanto se per caso ti ho illuso, ammetto di aver avuto dei momenti di confusione, ma erano dovuti soltanto dalla mancanza di Minho. Lui è l'unico che amerò, anche se non mi perdonerà» continuò, questa volta più gentile. Non voleva ferirlo, era l'ultima cosa che voleva, ma doveva essere anche sincero sennò Hyunki avrebbe continuato ad avere speranze. «Grazie per essere stato sincero con me, allora devo essere stato proprio uno stupido per averci sperato» aveva usato un tono ironico, ma nei suoi occhi Jisung poteva vedere un velo di tristezza. Si sentì in colpa, voleva dire qualcosa ma non sapeva quale parola esatta usare, e poi ideò che non era il caso. Hyunki semplicemente si allontanò, senza dire niente. Jisung lo guardò andare via con un peso sul petto, voleva così tanto ritornare indietro nel tempo, a quando erano amici e si confidavano l'uno con l'altro. Jisung non poteva chiedere questa cosa tanto crudele a Hyunki, "restiamo amici", l'avrebbe soltanto ferito ulteriormente. Sospirò, aveva perso un amico e un collega, dubitava che Hyunki in futuro gli avrebbe rivolto una parola più di un semplice "ciao", Jisung non si era mai sentito così solo. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now