40 - home

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Per Jisung fu davvero un'impresa alzarsi dal corpo di Minho senza svegliare quest'ultimo che dormiva beato sul suo petto, alla fine ci riuscì appoggiando delicatamente le sue braccia sul tavolo, posando in seguito la testa di Minho su di esse a mo' di cuscino. Si stiracchiò, osservando con un sorriso Minho dormire tranquillo. Si avvicinò piano a lui, accarezzando cauto il suo viso, salendo poi sui capelli. Gli era mancato toccarlo, anche semplicemente accarezzargli i capelli, si era reso conto che era un gesto che non faceva da tempo. Tutta per colpa sua, delle sue paranoie. Avevano perso tantissimo tempo ma Jisung era risoluto a non perderne più, avrebbero recuperato tutto. Guardò l'orologio e notò che si era fatta mezzanotte, Minho molto probabilmente avrebbe dormito fino al mattino e Jisung non se la sentiva di lasciarlo solo o di addormentarsi. Avrebbe voluto spostarlo da lì e farlo riposare comodamente sul divano ma non ci sarebbe riuscito con il suo debole corpo, quindi decise di mettere un po' a posto quel casino all'interno dell'appartamento. Accese le luci e il caos parve raddoppiarsi, quando Minho si sarebbe svegliato e ritornato in sé, a guardare quel casino gli sarebbe venuto un mancamento, stava venendo persino a Jisung. La maggior parte erano scatoloni con ancora della roba all'interno, Minho non aveva posato quasi nulla nell'appartamento. E poi bottiglie di alcol vuote, Jisung non riuscì a non darsi colpe, l'aveva davvero ferito. Decise di non pensarci più e piuttosto di rimediare a quello che aveva fatto, dubitava che pulire avrebbe risolto i loro problemi ma almeno si teneva occupato per un paio di ore. Alla fine aveva finito di mettere in ordine alle tre di notte, cercando di non fare troppo rumore, Jisung era esausto. Si accasciò per un paio di secondi sul piccolo divano bianco, adesso sì che l'appartamento ricordava quello di Minho. Jisung all'improvviso si rese conto di quanto fosse brutto vivere da soli quando prima condividevi qualsiasi cosa con una persona, magicamente quel piccolo e semplice appartamento di Minho si era trasformata in una bella casa accogliente, calda, perché c'erano loro due insieme. Il fatto che ci fosse Minho, pure in mezzo alla strada, per Jisung era casa. I suoi pensieri vennero interrotti dai lamenti di Minho, Jisung si alzò in piedi di scatto. Minho si stava strofinando il viso, si era già svegliato. Jisung decise di preparare la classica bevanda fatta in casa per far passare la sbornia di Minho, magari si sarebbe calmato e riaddormentato. L'appartamento continuava ad essere silenzioso nonostante ora entrambi fossero svegli, Jisung sentiva lo sguardo di Minho sulla sua schiena come un grosso macigno. Si domandava se si ricordasse di ciò che si erano detti tre ore fa, se Minho avesse capito che l'amava ancora. Per alcuni secondi Jisung si spaventò, pensava che Minho da un momento all'altro si sarebbe arrabbiato e l'avrebbe cacciato, ma per sua sorpresa non fu così. Minho si era alzato e l'aveva affiancato, lo stava aiutando con la bevanda che stava preparando. «Faccio io non ti preoccupare, siediti.» Jisung lo spinse verso la sedia facendolo sedere, Minho ubbidì continuando a non dire nulla. La tensione di Jisung continuava a crescere, aveva appoggiato la tazza fumante sul tavolo ma non aveva il coraggio di sedersi insieme a Minho, rimase in piedi vicino ai fornelli. Minho bevve alcuni sorsi, mimando una smorfia di disgusto. «Devo andarmi a sciacquare la bocca» disse quelle parole più a se stesso che a Jisung, avviandosi in direzione del bagno. Jisung si rilassò un pochino, iniziò a pensare a un discorso sensato da dire, magari avrebbe ripetuto le parole di prima questa volta senza piangere, ma Minho era già tornato dopo cinque minuti e distava pochissimi centimetri da lui. «Mi ricordo ogni parola che ci siamo detti ore fa» Minho sussurrò quelle parole così vicino al viso di Jisung che quest'ultimo poté sentire il suo fiato odorare di dentifricio alla menta. «Quindi...» Jisung era frastornato, significava che avevano fatto pace? Alla sua domanda ci fu subito una risposta; Minho aveva afferrato il suo viso e poi premuto forte le labbra sulle sue. Era un bacio diverso dal solito, sapeva di tante emozioni messe insieme; passione, rabbia, tristezza, sollievo, felicità. Sembrava che il loro rapporto fosse salito ancora di più di livello, la loro relazione si era fatta più forte grazie a quella pausa che si erano presi, avevano capito entrambi che l'uno senza l'altro non potevano sopravvivere. Minho spinse Jisung nella sua camera, lo fece sdraiare sul materasso, salendogli sopra e continuando a baciarlo lentamente ma con passione. «Promettimi che non mi nasconderai più le tue vere emozioni» Minho aveva interrotto brevemente il bacio per sussurrargli quelle parole. «Te lo prometto, giuro che non ti nasconderò più niente e te lo dirò subito se avrò un problema» Jisung era sincero e deciso a non commettere di nuovo lo stesso sbaglio. «E tu promettimi di non esagerare troppo con il lavoro, quando non ce la fai più fermati. Non mi importa di essere cosparso d'oro, voglio solo che tu stia bene» continuò, il suo sguardo era serio su quello di Minho. Quest'ultimo annuì, riprendendo a baciarlo e man mano i loro corpi iniziavano a scoprirsi, diventando una cosa sola. Dopo quella notte avrebbero cercato di andarsi incontro entrambi: Jisung avendo più pazienza ed essere meno egoista e Minho lasciando andare un po' il suo lavoro perché a Jisung non gli importava della ricchezza, voleva solo essere amato e che Minho stesse bene. Alla fine Jisung capì che tra i due era mancato il dialogo, non avevano espresso i loro pensieri e sentimenti, non si erano confidati; parlare era la cosa fondamentale di una coppia, soprattutto se avevano intenzione di costruirsi in futuro una famiglia. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now