47 - message

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Minho era noto per parecchie cose; la sua pazienza, la sua precisione, la sua serietà e così via, ma quella più importante era la sua determinazione nel terminare qualcosa, soprattutto se si trattava di un caso. Minho non lasciava niente incompleto, non si arrendeva mai. Indagava fino in fondo anche quando non doveva, compieva gesti che di solito un procuratore normale non doveva per forza fare però lui lo faceva lo stesso o non si sarebbe definito un procuratore eccellente e una persona eccellente. E infatti riusciva sempre a risolvere in modo impeccabile i suoi casi, come quello a cui stava lavorando da giorni, o quasi; aveva trovato altri colpevoli, grazie a quell'anello. L'aveva portato alla scientifica ed erano risaliti al proprietario, l'uomo apparteneva all'organizzazione dei mafiosi come aveva sospettato Minho. Non avevano scovato solo l'identità dell'uomo, ma anche preziose informazioni riguardo a tutta l'organizzazione. Si era scoperto che quel simbolo era una lettera di un alfabeto runico, la "s". Non avevano però scoperto a cosa si riferisse, ma Minho era sicuro che si riferisse non a cosa, ma a chi; al boss dell'organizzazione. Doveva essere l'iniziale del suo nome, o l'iniziale del nome della sua famiglia. Sta di fatto che da lì a poco avrebbero scoperto ancora più informazioni riguardo quel simbolo, già avevano scoperto che si trattava di un'organizzazione abbastanza grande e pericolosa. Minho si trovava ancora una volta alla stazione di polizia, osservava un paio di uomini ammanettati che venivano messi nella cella, era questione di giorni e Minho li avrebbe portati in tribunale. Eppure non riusciva a stare tranquillo, una strana sensazione lo inondava fino a fargli mancare il respiro. Si ricordò del messaggio anonimo che aveva ricevuto, non era riuscito a risalire al mittente e ciò lo rendeva ansioso. Iniziò ad avere dei dubbi, e se non riuscirò a prenderli tutti? E se avranno in mente di fare qualcosa? Pensò. Alla fine era soltanto un uomo contro centinaia di uomini? Migliaia? Odiava quando quel suo lato pessimista prendeva il sopravvento, però anche lui aveva dei limiti nonostante fosse determinato, sperava soltanto di sbagliarsi. E neanche l'avessero letto nel pensiero, il suo cellulare vibrò. Il cuore di Minho iniziò a battere forte nel petto, provò ad indovinare di chi si trattasse e aveva ragione: il numero anonimo, di nuovo. Questa volta il messaggio lo fece rabbrividire, diceva: "ti avevo avvertito".  

minsung; married lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora