25 - betrayed

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Quel giorno Jisung doveva lavorare ad un sito archeologico, era da parecchio che non ne visitava uno, sia per il lavoro e sia per il tempo libero. Tutto quel verde, quella luce, quell'aria aperta gli aveva dato finalmente un po' d'aria da respirare. Si sentiva più calmo e a suo agio all'aperto, ne avrebbe approfittato per pensare un po'. Non aveva fatto altro che essere teso, durante la notte scorsa. Aveva dormito insieme a Minho, abbracciati, e il cuore gli aveva fatto male per tutto il tempo; i sensi di colpa lo stavano soffocando sempre di più. Minho era diventato più affettuoso nei suoi confronti, gli stava dando attenzioni, quello che aveva sempre voluto; gli veniva quasi da ridere. Perché era dovuto succedere proprio adesso, quando Jisung aveva commesso quello sbaglio? Si sentiva punito dalla vita, dal destino, e in fondo se lo meritava. Alla fine era stata tutta colpa sua, da vittima era diventato colpevole. Come poteva accettare tutto quell'affetto da Minho dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva fare finta di nulla, sorridergli. Non ci riusciva, Minho non se lo meritava. Nonostante l'avesse abbandonato, Minho non si meritava di essere tradito. Ecco, l'avevo detto. Aveva detto quella parola, tradito. Perché sì, Jisung aveva tradito Minho non fermando quel bacio di Hyunki, e se pure aveva corso via si sentiva ancora confuso con le sue emozioni. Stava per caso... avendo dei dubbi sulla relazione con Minho? E se Hyunki avesse ragione, ad avere speranza? Jisung scrollò fulmineo la testa, che cazzo stava pensando. Le lacrime minacciavano ancora una volta di uscire, doveva fermarsi. Mentre le persone davano un'occhiata curiosa in giro, Jisung ne approfittò per sedersi su uno scalino. Doveva calmarsi e schiarire la mente, ma sembrava impossibile con uno dei colpevoli della sua confusione a fargli visita. «Ti senti bene?» Hyunki si era seduto accanto a lui, Jisung si allontanò un pochino d'impulso. «Hyunki-ah voglio stare un po' da solo.» Jisung stava guardando dritto davanti a sé, non voleva osservarlo. «Per quanto ancora scapperai?» Jisung apprezzava sempre la sua sincerità, ma in quel momento gli dava solo fastidio. «Sono fatti miei.» si era alzato, seccato, ma Hyunki lo afferrò per una mano. «Gliel'hai detto a Minho-ssi?» il cuore di Jisung prese ad accelerare di nuovo a sentire il nome di suo marito. «No... non ancora.» Jisung aveva sfilato via la sua mano da quella di Hyunki, era rimasto in piedi mentre l'altro seduto. «Ti conviene farlo al più presto, prima che sia troppo tardi» Hyunki stava facendo perdere sul serio la pazienza a Jisung, chi si credeva di essere, come osava dargli una lezione dopo quello che aveva fatto. «Ya, non esagerare adesso! So io quando glielo dirò e a te non deve interessare» lo sguardo di Jisung era infuocato, era la prima volta che si arrabbiava con Hyunki. «Invece mi interessa perché devo sapere se devo continuare ad aspettare o meno.» Hyunki si era alzato, ora si trovavano l'uno di fronte all'altro. «Non ti conviene aspettare, pure se le cose andranno male con Minho non verrò da te» Jisung non riusciva a crederci, Hyunki doveva essere davvero impazzito. «Sicuro?» Hyunki si avvicinò di più al suo viso, il cuore di Jisung iniziò a battere all'impazzata per la sorpresa. Si guardarono per brevi istanti fissi negli occhi, Jisung fu il primo a distogliere lo sguardo e ad indietreggiare. Si girò di spalle, allontanandosi da lui. Non avrebbe commesso lo stesso sbaglio per una seconda volta, anche se in realtà il suo cuore l'aveva fatto; forse stava battendo non solo per quel gesto improvviso. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now