17 - the case

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«Questo dimostra che l'imputato è colpevole» per Minho quella era una giornata importantissima. Mentre spiegava era serio, composto, ma al suo interno una leggera tensione lo inondava. Si trovava in aula, quella era l'ultima parte del caso; i giudici con tutte le prove che avevano a disposizione dovevano decidere se l'imputato fosse colpevole o innocente. Si trattava di quel caso dell'uomo trovato morto nel suo appartamento, alla fine quella persona che aveva aggredito Minho durante l'indagine si era trattato di uno vicino al colpevole; aveva aiutato a Minho ad avvicinarsi all'assassino e in questo modo a incastrarlo. Le prove erano forti e concrete, il moro era fiducioso sul fatto che avrebbe vinto la causa, anche se l'ansia c'era sempre; si trattava di un caso molto delicato e se l'avesse vinto, sarebbe finalmente salito di posizione. Tutti i suoi sforzi sarebbero stati ripagati e avrebbe chiarito alla fine con Jisung, facendosi in un modo perdonare per tutta la sua assenza. Minho dopo aver esposto le sue prove, tornò al suo posto, esaminando le ultime cose mentre i giudici parlavano tra di loro. «Avvocato, può rispondere» i giudici avevano dato il permesso all'avvocato dell'imputato di controbattere Minho. «Quel video non significa nulla, l'imputato non si vede bene in faccia, non può essere una prova concreta» l'avvocato non riteneva il video che Minho aveva mostrato alla giuria, quello dove si vede una persona simile all'imputato entrare nell'appartamento della vittima, una vera prova. Minho chiese il permesso ai giudici di rispondere e loro acconsentirono. «Magari quel video non può essere una prova schiacciante, ma come lo spiega questo?» Minho aveva mostrato l'ultima prova, quella decisiva; il coltello con il quale l'imputato aveva ucciso la vittima. Per trovarlo era stato molto difficile, la causa del suo doppio lavoro fu proprio quell'oggetto. Il colpevole, insieme a dei complici, aveva nascosto l'arma in un posto introvabile. Era stato abile a cancellare ogni sua traccia, peccato per lui che aveva lasciato un piccolo indizio; quello aveva fatto da breccia nelle indagini di Minho. L'avvocato voleva controbattere, ma i giudici rifiutarono la sua richiesta. «Abbiamo materiale sufficiente, ci ritiriamo per decidere il nostro verdetto» e così lasciarono l'aula, lasciando la stanza nel completo caos con gli spettatori che si facevano domande tra di loro, increduli. Minho rimase al suo posto, calmo. Di fronte a sé aveva l'imputato con il suo avvocato, quest'ultimo gli scoccò un'occhiataccia e Minho rispose con un sorriso beffardo. Si era messo contro il procuratore sbagliato. «Abbiamo deciso» i giudici rientrarono dopo una decina di minuti, l'intera sala era sotto tensione, impaziente di scoprire il verdetto. «L'imputato viene dichiarato colpevole.» sbatté il martello contro la superficie del banco, il caso era ufficialmente chiuso; Minho aveva vinto. Sorrise, soddisfatto. Aveva fatto un bel lavoro e aveva dato giustizia alla vittima, si sentiva finalmente più libero. «Ben fatto» il suo superiore gli si avvicinò, stringendogli la mano. «Ti sei guadagnato questa posizione» Minho adesso era salito di posizione, si trovava ai livelli dei suoi superiori e quindi quest'ultimi non erano più tali, ma suoi colleghi alla pari. Non vedeva l'ora di tornare a casa e di raccontare tutto a Jisung. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now