21 - dirty

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Il corpo di Jisung non aveva intenzione di darsi pace. Si girava a destra, a sinistra, si mise a pancia in giù e alla fine a pancia all'aria. Gli occhi di Jisung si aprirono, in realtà non aveva per nulla dormito. Stava guardando il soffitto del salotto, quella notte aveva deciso di dormire sul divano, si sentiva troppo sporco per dormire nel letto insieme a Minho. Il suo petto era schiacciato dai sensi di colpa, pesante. Gli mancava il respiro e gli faceva male la testa, non riusciva nemmeno a sfogarsi piangendo; aveva troppe emozioni mescolate dentro di sé, non sapeva come comportarsi. Alzò la schiena dal divano, rimanendo così per un paio di minuti, a fissare il vuoto. Portò la sua mano al cuore, stava battendo fortissimo, gli faceva male e se lo meritava. Come aveva potuto far accadere una cosa del genere? Con quale coraggio adesso avrebbe dovuto essere arrabbiato con Minho o semplicemente guardarlo negli occhi. E la cosa che più lo faceva sentire male, che più lo faceva sentire una persona orribile, era che non sapeva quale emozioni gli aveva provocato quel bacio. Avrebbe dovuto provare solo disagio, eppure perché sentiva che c'era dell'altro? Si sollevò in piedi per dirigersi verso la cucina, aveva bisogno di bere un bicchiere d'acqua. Lo riempì prendendo la bottiglia dal frigo, il rumore di alcuni passi l'aveva fatto sobbalzare, l'acqua fuoriuscì dal bicchiere cadendo sul tavolo. «Jisungie» il suo cuore iniziò a battere di nuovo forte, il suo corpo fu percorso da un leggero tremolio. Jisung non si era accorto del tempo che era passato; molto probabilmente erano le sette di mattina e Minho si era alzato, Jisung desiderava così tanto che il tempo si fermasse, non era ancora pronto a scambiare nemmeno un "ciao" con suo marito. Marito... a pensare a quella parola, il petto di Jisung si fece più pesante. «Possiamo parlare?» Minho gli si era avvicinato, Jisung poteva sentire il calore del suo corpo dietro la schiena. Senza rispondergli, Jisung si allontanò, non avendo il coraggio di guardarlo in faccia. «Per favore... stanotte ti ho aspettato.» le braccia di Minho avvolsero da dietro il corpicino di Jisung, come faceva sempre. Lo stava abbracciando stretto e gli occhi di Jisung iniziarono a riempirsi di lacrime. Si morse il labbro, facendo tutto il possibile per non far nessun rumore. Appoggiò per un paio di secondi le sue mani su quelle di Minho; come sempre al tatto erano morbidissime, come quelle di un bambino. Poi Jisung le staccò via dalla sua vita, potendo in questo modo liberarsi e sfuggire via da codardo quale era, senza dire una parola. Sentì quasi il rumore del suo cuore spezzarsi a fare quel gesto, ma Jisung non aveva le forze di affrontarlo, o almeno quel giorno. Andò nella loro camera, chiudendo la porta. Si accasciò a terra; le lacrime finalmente uscirono.  

Minho lo guardò andare via con una fitta al petto. Si sentiva così in colpa, così cattivo. Quanto si era comportato male con Jisung per fargli pensare tutte quelle cose di lui? Jisung si era sentito abbandonato, messo in secondo piano, tutto a causa di un piano che aveva ideato lui senza nemmeno averne parlato con suo marito. Ma Minho gli avrebbe detto tutta la verità, si sarebbe spiegato senza perdere più tempo e avrebbe implorato anche il suo perdono se necessario; Jisung se lo meritava, l'aveva ferito già abbastanza. Deciso, si avvicinò alla porta della loro camera. «Spero tu possa perdonarmi, Jisung. Quando te la senti ti spiegherò finalmente tutto» Minho era sincero, la sua mano si appoggiò sulla porta come a sentire la vicinanza di Jisung; come sospettò Jisung non gli rispose. Sospirò, non aveva intenzione di arrendersi, voleva fare tutto il possibile per avvicinarsi di nuovo a Jisung e a riempirlo di attenzioni. Staccò via la mano dalla porta, allontanandosi determinato. 

minsung; married lifeWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu