23 - strive

774 53 2
                                    

✎. . .

L'unica cosa positiva di aver insistito così tanto a salire di posizione era che adesso Minho poteva controllare gli orari a suo piacimento. Se lo voleva poteva tornare a casa un po' prima, i suoi casi erano diventati di meno, anche se erano più complicati; ma per lui andava bene, concentrarsi solo su un caso alla volta lo rendeva più deciso e veloce. Erano le otto di sera, Jisung non era ancora tornato a casa, Minho ideò che era una di quelle giornate pesanti ricche di guide turistiche da fare. Si rimboccò le maniche, iniziando a preparare tutto l'occorrente per la cena. Questa volta nulla sarebbe andato storto, Minho era risoluto. Era quasi una maledizione, la loro, quella di non terminare mai una cena insieme. Non era nulla di importante ma Minho si era reso conto che gli mancavano da un po' quelle piccolezze, come il stare semplicemente insieme seduti a tavola, a parlare del più e del meno tra delle risate. Erano quei piccoli momenti che li rendevano una famiglia, e ne avevano persi un paio, tutta per colpa sua. Sospirò, sentendosi in colpa. Scrollò la testa, concentrandosi sulla preparazione della cena. Prese il mestolo, assaggiando il sugo che bolliva nella pentola; era quasi pronto. Apparecchiò la tavola, come un flash gli vennero in mente tutti i momenti passati insieme a Jisung a quel tavolo. Tutte le risate, tutte le litigate, tutti i discorsi frivoli e seri che avevano avuto. Gli riscaldavano il cuore, lo facevano sentire vivo. Da quando Jisung aveva iniziato a far parte della sua vita, per lui anche semplicemente respirare aveva avuto un senso. Non aveva mai amato così tanto una persona, a volte si domandava se era possibile avere tutto quell'affetto dentro, se era reale. L'unica pecca era che spesso non sapeva dimostrarglielo e quello lo feriva come un proiettile nel cuore. La cosa che più spaventava Minho era far del male involontariamente le persone che amava, soprattutto Jisung che era il suo intero mondo. Ci stava ancora lavorando, ma da quel momento in poi si sarebbe sforzato il doppio. Voleva trattare Jisung come se avesse avuto tra le mani la pietra più preziosa al mondo. Quasi sobbalzò a sentire la porta di casa aprirsi, Minho ritornò alla realtà, sentendo i passi di Jisung avvicinarsi. «Bentornato Jisungie.» Minho gli si avvicinò, allargando le braccia per così stringerlo in un forte abbraccio. Jisung era ancora teso, Minho lo poteva percepire perfettamente. Quella volta per lui sarebbe stato davvero difficile fargli passare la rabbia. «Per favore di' qualcosa, non è da te tutto questo silenzio, mi sento imbarazzato» Minho l'aveva detto con un tono divertito, per rompere un po' il ghiaccio, ma lo pensava realmente. Ogni volta che Jisung era silenzioso Minho si sentiva in soggezione; non era da lui. Ma quella volta si sarebbe sforzato a parlare lui un po' di più, mostrando quel lato socievole che in fondo aveva. «Vado a lavarmi» Jisung disse soltanto quello, era già qualcosa. «Va bene, ti aspetto per la cena.» Minho gli aveva lasciato un veloce bacio sulla fronte, facendolo sussultare. Voleva riempirlo quanto più possibile di affetto. «Il tuo maritino l'ha preparata con tanto amore» a sentirgli dire quelle parole, Jisung assunse una strana espressione, abbassando subito lo sguardo. Minho non seppe decifrarla, ma gli provocò una fitta di ansia. Jisung gli diede le spalle per così andare dritto nella loro camera, Minho l'aveva osservato con uno sguardo arcigno. Cercò di non darci troppo peso e di non farsi mille paranoie, avviandosi alla tavola. 

                             

minsung; married lifeUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum