53 - it's not your fault

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Jisung era felice di sentire l'odore di casa sua una volta aperta la porta invece dell'odore del disinfettante che c'era all'ospedale, c'era stato solo per un paio di giorni ma per lui fu un'eternità straziante. Aveva dormito per due giorni consecutivi, poi si era svegliato pieno di forze ed energico come al suo solito, a parte qualche livido e una lieve frattura al piede. Per colpa di quella frattura Minho lo stava aiutando a camminare, Jisung era aggrappato a lui mentre camminavano piano all'interno della casa. «Casa dolce casa, mi sento già come nuovo» Jisung l'aveva detto con un sorriso, cercando anche di interrompere quel silenzio soffocante che si era creato. Minho non aveva aperto bocca da quando Jisung si era svegliato, avevano parlato del più e del meno ma Minho sembrava triste, assente. Jisung immaginava il perché. «Minho, non è stata colpa tua» quelle parole avevano fatto sussultare Minho, che alzò di scatto lo sguardo che prima aveva a terra. «Invece sì, ti ho messo io in pericolo» Minho aveva parlato duramente, ma Jisung sapeva che se la stava prendendo con se stesso e a Jisung faceva ancora più male, preferiva che se la prendesse con lui invece di colpevolizzare se stesso. «Non è assolutamente vero! Anche tu hai rischiato tantissimo per colpa di quei bastardi» Jisung si immaginò gli scenari più terribili e gli vennero i brividi, scrollò la testa come a cacciarli via. «Non dovevo accettare questo caso» Minho continuava ad avere uno sguardo affranto, colpevole. Jisung a guardarlo in quello stato fu come ricevere uno schiaffo in faccia, non sapeva come fargli cambiare idea ed era frustrante. «Sono fiero di te e del tuo coraggio» alla fine disse Jisung, afferrandogli deciso il viso. Lo baciò piano sulle labbra e poté sentirlo finalmente rilassarsi, erano seduti entrambi sul divano, Jisung si trovava a cavalcioni su Minho. Il cellulare di Jisung all'improvviso squillò, interrompendo a malincuore quel breve momento di calma che si era creato. Leggendo il numero di chi lo stava chiamando, Jisung si preoccupò. «Pronto» rispose Jisung, scendendo dal corpo di Minho. «Cosa? Ma-» non gli diedero nemmeno il tempo di continuare che gli staccarono il telefono in faccia, Jisung non riusciva a crederci. «Chi era?». «Era un mio superiore, mi hanno licenziato» Jisung aveva lo sguardo dritto davanti a sé, incredulo. Era sicuro che l'avessero licenziato per l'incidente che aveva avuto, come se si fosse fatto picchiare da quei bastardi di proposito. Era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, quegli stronzi dei suoi superiori stavano aspettando anche la più piccola cosa per sbatterlo fuori, Jisung era furioso. «Non te l'ho ancora detto perché non c'è stata l'occasione» Jisung si girò di scatto nella direzione di Minho, confuso. «Oddio cos'altro è successo» Jisung era teso, ma mai quanto Minho, stava iniziando a preoccuparsi. «Ho perso la mia posizione, sono sceso di nuovo diventando un semplice procuratore» Minho non aveva il coraggio di guardare in faccia Jisung, quest'ultimo poteva notare la vergogna da parte sua. «Mi hanno tolto anche il caso, dopo che ci ho lavorato così duramente. Però a questo punto non so se esserne felice o meno, in questo modo eviterò di metterti di nuovo in pericolo» il suo tono di voce triste lo tradì. «Ma sei dispiaciuto per le vittime e per non aver preso tutti i colpevoli» Jisung disse ad alta voce il vero pensiero di Minho. Conosceva suo marito, sapeva che per lui la giustizia era importantissima. «Volevo vendicarmi, fargliela pagare, ma alla fine loro hanno fregato me». «Potrò sembrare un egoista, ma l'importante è che tu stia bene e che non ti sia ferito. Non è importante la tua posizione, Minho» l'aveva detto sinceramente. Certo, a Jisung dispiaceva per le vittime e per i criminali, ma Minho non poteva risolvere sempre tutto. A volte c'erano dei casi troppo grandi per una persona, anche per uno talentuoso nel suo campo come Minho. Jisung preferiva che continuasse il suo lavoro da una posizione non troppo alta, a risolvere casi non troppo difficili e rischiosi. «E se ci trasferiamo?» Minho l'aveva chiesto all'improvviso, Jisung si bloccò confuso per alcuni secondi. «Trasferiamo dove?». «Fuori dalla Corea.» Gli occhi di Jisung si sbarrarono.  

minsung; married lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora