13 - jealousy

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«A domani» Minho aveva salutato tutti i suoi colleghi con un sorriso gentile, si stava per avviare fuori dall'ufficio prima di venire interrotto da uno di loro. «Minho-ah, come va la spalla? Ieri tutti ne parlavano» aveva chiesto preoccupata la collega, aveva un anno in più a Minho. «Molto meglio, fortunatamente non è stato un colpo troppo forte» mentì, o almeno in parte. Il dolore c'era sempre, ma non così forte come ieri. Non gli piaceva essere al centro dell'attenzione e non voleva sentirsi dire frasi del tipo "vatti a visitare", non aveva né voglia e né tempo. Liquidò il discorso con un ultimo saluto per poi fuoruscire velocemente dalla stanza, felice di aver finito quel giorno più presto del solito. Voleva tornare presto a casa da Jisung, voleva approfittarne di quelle rare ore libere che aveva e usarle tutte insieme a suo marito. Prima di arrivare a destinazione si fermò per un attimo in una pasticceria, decise di comprare alcuni dolci per Jisung dato che ci andava pazzo. Quando aprì la porta della loro casa un strano silenzio lo investì in pieno; già, strano, dato che Jisung pure quando si trovava da solo faceva baccano. Molte volte Minho l'aveva trovato a imprecare contro il microonde perché non sapeva come aprirlo, oppure quando lo trovò singhiozzare sul divano davanti alla tv per colpa di un drama, o ancora quando passava l'aspirapolvere e aveva il vizio di cantare a voce altissima con gli auricolari nelle orecchie. Minho ricordò tutti quei momenti con un radioso sorriso stampato sul viso, un sorriso che però si spense immediato nel rendersi conto che se c'era tutto quel silenzio in casa, era perché di Jisung non c'era traccia. Il cuore di Minho iniziò a battere più velocemente per la preoccupazione, raramente Jisung faceva tardi e se succedeva lo avvisava sempre. Stava per chiamarlo, quando all'improvviso la porta di casa si aprì di scatto. Minho corse subito nella sua direzione. «Oh Minho, sei tornato presto oggi.» Jisung gli sorrise ma Minho non ricambiò il suo gesto. «Come mai hai fatto tardi?» la preoccupazione l'aveva lasciato per dare spazio a un pizzico di rabbia, nemmeno Minho sapeva il perché. Jisung però non rispose alla domanda; stava scrivendo al cellulare, mentre lo faceva sorrideva e ciò fece innervosire ulteriormente Minho. «Ya, ti sto parlando!» afferrò il polso di Jisung, quest'ultimo alzò sorpreso lo sguardo dal cellulare. «Minho ma che ti prende!» sbottò irritato, divincolandosi dalla stretta ferrea di Minho. «Si può sapere che hai da sorridere a quel cellulare?» Minho era sempre più arrabbiato, non voleva esserlo, voleva soltanto passare quelle ore allegramente insieme a Jisung, ma era più forte di lui. «Sto parlando con Hyunki-ah» sbuffò Jisung, avviandosi in cucina. «Con Hyunki-ssi? Da quando avete tutta questa confidenza.» Minho lo seguì a ruota, volendo delle spiegazioni. «Da sempre?» chiese retorico Jisung, quel suo tono stava portando Minho sempre di più al limite. «Non mi hai ancora risposto, perché hai fatto tardi» la sua voce era serissima, per alcuni secondi Jisung si spaventò. «Sono andato a bere qualcosa con lui, felice adesso?» Jisung evitò il suo sguardo andando in direzione del frigorifero. «Felice adesso...» Minho ripeté le sue parole sconcertato. «Ya, ti sembra corretto comportarti così con tuo marito? Perché non me l'hai detto?» aveva perso la pazienza, gli capitava solo poche volte di perderla così tanto. «Te l'avrei detto! E poi scusa, pensandoci, perché devo dirtelo per forza? Tu mi dici tutte le cose che fai?» anche Jisung aveva perso la pazienza e lo stava rispondendo a tono, Minho non riusciva a credere alle sue parole. «Se esco con qualcuno è ovvio che te lo dico, mi sembra il minimo!» si rendeva conto che stavano litigando alla fine per una stupidaggine, ma Minho non riusciva a spiegarlo. Era per caso... gelosia? «Ti preoccupi sempre per le stupidaggini» Jisung disse quelle parole con gli occhi lucidi, Minho non lo capì. Alla fine Jisung chiuse con forza la porta del frigorifero e in seguito dirigersi a passo svelto nella loro camera, sbattendo anche quella porta con forza. Minho si passò nervosamente la mano tra i capelli, portò il suo sguardo in direzione del vassoio dei dolci che aveva comprato per Jisung, appoggiati sul tavolo della cucina; li afferrò per poi gettarli con forza nel cestino dell'immondizia. Si stava comportando come un bambino immaturo, ne era consapevole, ma era troppo arrabbiato per comportarsi come un adulto. Si diresse a passo svelto in direzione del suo ufficio, sbattendo anche lui la porta. 

minsung; married lifeWhere stories live. Discover now