26 - precious

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Alla fine quella giornata all'aria aperta si era rivelata soltanto più soffocante, Jisung per tutto il ritorno a casa aveva pensato a quella discussione avuta con Hyunki, a quel suo maledetto cuore che batteva forte per qualsiasi cosa, doveva essere difettato. Man mano che si avvicinava a casa sua, l'ansia aumentava. Avrebbe dovuto di nuovo interagire con Minho, questa volta non avrebbe potuto ignorarlo o non risponderlo. Quasi pregava di cadere all'improvviso e di correre all'ospedale, ma ovviamente ciò non accadde. Dovette aprire la porta di casa e, con un sospiro, entrò. «Sono tornato» annunciò, esausto. Stranamente non aveva ricevuto nessuna risposta; guardò per sicurezza l'orario sul telefono, a quest'ora avrebbe dovuto essere già qui, o almeno da quando era salito di posizione; a Jisung faceva ancora strano vederlo a casa così presto. Si incamminò lungo il piccolo corridoio per poi sussultare a vedere Minho seduto sul divano, silenzioso, con uno sguardo assente. «Minho?» lo chiamò, preoccupato. Minho a sentire la voce di suo marito si riprese, alzandosi di scatto dal divano e avvicinandosi; Jisung urlò per lo spavento. «Jisungie ci ho pensato e non possiamo continuare così, non sopporto più l'idea di vederti arrabbiato, spento per colpa mia.» Minho gli afferrò con fare disperato entrambi le mani, Jisung non sapeva cosa dire. «Minho...» sussurrò soltanto, triste. Come doveva dire che la colpa non era di Minho, ma soltanto sua. «Per favore, fammi finalmente spiegare, fammi dire quello che volevo dirti a quella cena.» Strinse più forte le sue mani, Jisung sentiva il suo solito calore; gli venne in automatico una fitta al cuore. «Va bene» si limitò a dire Jisung, trascinando entrambi sul divano. Doveva sedersi o per i sensi di colpa sarebbe caduto a terra. «Mi dispiace così tanto per averti fatto avere quei pensieri, quanto male ti avrò fatto?» lo sguardo di Minho era triste, Jisung avrebbe preferito avere di più uno schiaffo che vedere quella scena. «Ti giuro che il mio unico motivo di questa ossessione per il lavoro sei stato tu.» Jisung lo guardò confuso. «Jisung io voglio darti un futuro bellissimo, una famiglia. Ti voglio cospargere di oro, renderti la vita felice perché te lo meriti tantissimo» Jisung ascoltava incantato. «Io lo so che sei bravo sul tuo lavoro e che ti piace tantissimo, ma mi distrugge vederti ogni volta esausto sia fisicamente che mentalmente per esso. Vorrei soltanto che lo facessi per hobby e che non ti preoccupassi per la somma che prendi, basterà il mio salario a sfamare entrambi, a sfamare la nostra futura famiglia, o almeno questa è una mia idea.» Minho abbassò lo sguardo, come imbarazzato a dire tutte quelle parole; raramente confessava in quel modo tutte le sue emozioni, i suoi pensieri, doveva sentirsi strano. E l'aveva fatto per Jisung, per farlo comprendere; Jisung si sentiva sempre di più morire. «So che avrei dovuto dirtelo subito invece di fare lo stronzo insensibile, ma volevo concentrarmi il più possibile per non darti false speranze. E se poi non fossi riuscito nel mio intento? Non fossi salito di posizione? Ti avrei soltanto illuso, non lo sembra ma non ho tanta fiducia in me stesso.» Minho sospirò. «Spero che tu adesso mi perdoni» concluse, dispiaciuto. L'unico gesto che a Jisung venne di fare fu saltargli addosso e abbracciarlo, fortissimo. Lo stava stringendo con tutte le sue energie, Minho ricambiò la stretta sorpreso. Si sentiva una nullità, non degno di stare accanto a una persona meravigliosa, preziosa come Minho. Non se lo meritava, era questa la verità. Mentre si abbracciavano senza staccarsi, Jisung pensò allo sbaglio che aveva commesso; che cosa cazzo aveva fatto.

minsung; married lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora