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Non sopportava essere lì, in mezzo a quella folla di studenti che correvano nel tentativo di arrivare in tempo nella loro aula. Non capiva l'entusiasmo e l'eccitazione di questo nuovo inizio che, di nuovo, aveva ben poco. Era solo il primo giorno del secondo semestre universitario del primo anno di Jungkook e per lui, l'aria di novità che aveva respirato qualche mese addietro quando aveva messo piede per la prima volta in quell'enorme struttura, si era già consumata.

Stessi luoghi, stessi volti, stessi orari. Niente che gli facesse venir voglia di impostare la sveglia cinque minuti prima per non rischiare di fare tardi. Per questo, anche adesso che era sveglio da un pezzo, Jungkook continuava a trascinarsi per quei corridoi, poco entusiasta di rivedere i suoi soliti compagni di corso.

Non gli piacevano le folle, non gli piaceva essere circondato dalle persone, eppure era riuscito a farsi conoscere. Quasi tutti in quell'università conoscevano Jeon Jungkook.

Vestito di nero dalla testa ai piedi, maglie larghe, scarpe pesanti. Spiccava tra la folla nonostante non indossasse mai niente di troppo appariscente. Ma, anche se poteva sembrare un tipo silenzioso e misterioso, sapevano tutti quanto Jungkook fosse solare in realtà.

Controllò l'aula nella quale avrebbe dovuto dirigersi per seguire la sua prima lezione della giornata e continuò la sua lenta camminata verso quella direzione. Appena arrivò davanti alla porta, sentì il suo nome venir chiamato da una voce fin troppo allegra. Erano soltanto le nove del mattino e solo una persona poteva essere così felice di vederlo a quell'ora.

«Jungkook!»

Si girò alla sua destra e non si stupì minimamente quando constatò di aver avuto la giusta intuizione e che, quella voce, appartenesse proprio a Jimin, il suo compagno di corso, l'unico con il quale aveva legato particolarmente durante i mesi precedenti. Nonostante avesse due anni in più di Jungkook, frequentava il suo stesso anno perché aveva lavorato per un po' di tempo per riuscire a racimolare i soldi necessari ad aiutare i suoi genitori a pagare le rette universitarie che, a Seoul, erano tutt'altro che economiche.

«Jimin sei troppo felice per essere uno che sa di avere davanti a sé altri quattro mesi di noiose lezioni.» Disse Jungkook, pensandolo davvero.

In fondo quello era solo l'inizio di un nuovo ciclo, di una nuova noiosa routine, che prevedeva: alzarsi troppo presto la mattina, subire ore ed ore di interminabili lezioni durante le quali avrebbero preso appunti fino a perdere la sensibilità alla mano, tornare a casa solo per ricominciare a studiare ed andare a letto consapevoli che, il giorno dopo, avrebbero dovuto ripetere tutto dall'inizio.

Ovviamente Jungkook non avrebbe passato i prossimi quattro mesi bloccato in quella poco invitante routine. Aveva bisogno di svagarsi almeno qualche giorno alla settimana o, era sicuro, non ne sarebbe uscito vivo. Amava uscire la sera e non avrebbe certo interrotto questa sua abitudine per delle ore di sonno in più, nonostante fosse consapevole del fatto che, il Jungkook che doveva svegliarsi alle sette di mattina, avrebbe maledetto tutte le volte il Jungkook seduto in un pub della sera prima.

 Behind a Kiss ~ [Taekook]Where stories live. Discover now