Q u a t t r o

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Jimin era con il capo chino sul suo telefono mentre rispondeva ai messaggi di Taehyung che lo avvisavano che oggi, a pranzo, si sarebbe aggiunto solo lui ai due ragazzi del primo anno perché, a quanto gli aveva riferito, Hoseok e Namjoon non erano a lezione. Solo quando sentì dei passi pensanti avvicinarsi a lui, si decise ad alzare il capo. Certo non si aspettava di ritrovarsi di fronte Jungkook visibilmente stanco e triste.

«Non era quella giusta?» Chiese il biondo riferendosi all'appuntamento che Jungkook aveva avuto la sera prima.

«Non era quella giusta.» Confermò il moro. «Ma è simpatica, credo che resteremo comunque amici.» Aggiunse, sospirando profondamente e lasciandosi andare con le spalle al muro.

«Dai, Jungkook, su col morale! Tra due giorni ci sarà la festa a casa di Byunggwon, magari la tua lei è lì che ti aspetta.» Cercò di consolarlo Jimin, poggiando una delle sue piccole mani sulle forti spalle del moro.

Al biondo si spezzava il cuore ogni volta che vedeva le labbra di Jungkook piegate verso il basso, gli occhietti spenti e lo sentiva sospirare sconfitto. Cercava sempre di trovare un modo per tirarlo su, per distrarlo da questa temporanea delusione ma, volta dopo volta, faticava sempre di più a trovare le parole giuste.

«Non lo so, Jimin. Sto iniziando a perdere le speranze in realtà.» Lo informò Jungkook mentre storceva la bocca alla vista di una coppietta di innamorati che si stavano scambiando effusioni un po' troppo esplicite per l'ambiente in cui si trovavano.

«Kookie per favore, non costringermi a picchiarti. Io ho due anni in più di te e ancora non c'è nemmeno l'ombra della mia anima gemella in giro. Cosa dovrei fare? Arrendermi al fatto che passerò il resto della vita solo e finirò in una casa con centinaia di gatti? Certo che no.» Cominciò Jimin. «Siamo giovani Kookie, troppo giovani ancora. Sono sicuro che la mia persona arriverà e si farà trovare prima o poi, come lo farà la tua. Nel frattempo non pensiamoci e cerchiamo di divertirci che è quello che due bei ragazzi come noi dovrebbero fare.»

«Lo so Jimin, hai ragione. Infatti non ho mai rinunciato al divertimento e mai lo farò, ma a volte vorrei che ci fosse qualcosa di più. Non la farò diventare un'ossessione, credimi, lascerò perdere per un po' e penserò solo a godermi il momento.» Rispose Jungkook forzando un sorriso.

Si staccò poi dal muro al quale era appoggiato e cominciò a dirigersi all'interno dell'aula, triste e sconsolato, ma non abbastanza per essere giustificato e poter saltare le noiose ore di lezione che lo aspettavano quel giorno.





Quando l'orologio segnò le undici in punto, gli studenti si alzarono dai loro posti. Jungkook si stiracchiò rumorosamente per far riassumere al suo corpo una posizione normale dopo le due ore in cui era stato costretto su una sedia troppo piccola e scomoda per le sue gambe lunghe e la sua schiena, adesso dolorante. Erano tutti felici di avere una piccola pausa tra una lezione e l'altra, era quella cosa che riusciva a ridonar loro un po' di carica prima che fossero costretti a chiudersi di nuovo in quella fredda aula.

 Behind a Kiss ~ [Taekook]Where stories live. Discover now