C i n q u a n t o t t o

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Dopo interminabili minuti, Jungkook si alzò dall'asfalto e decise di tornare a casa. Avrebbe aspettato lì Taehyung e avrebbe fatto di tutto per chiarire le cose all'istante, non voleva passare nemmeno una notte nello stato in cui si era ritrovato ad essere nell'ultima mezz'ora.

Guidare in quelle condizioni non era stato facile, le luci dei lampioni risultavano distorte dietro le sue lacrime, le mani che tremavano gli rendevano difficile cambiare marcia, la testa pensava solo al disastro che aveva combinato e per poco non andò a sbattere contro la macchina davanti, ferma al semaforo.

Una volta a casa si fece una doccia e pianse al ricordo di ciò che era successo proprio lì la settimana prima. Se avesse previsto le vicende di quel giorno, non avrebbe messo fretta a Taehyung e avrebbe fatto durare quella doccia per sempre. Perché avrebbe preferito sentir diventare l'acqua fredda, gelida, ma essere stretto tra le sue braccia piuttosto che ritrovarsi in quella casa tutto solo. Indossò una tuta e si mise sul divano. Voleva essere sveglio al ritorno del suo ragazzo, se così poteva ancora chiamarlo.

Le labbra continuavano a tremargli ma le lacrime avevano smesso di scendere. Provò a tenere gli occhi chiusi ma le immagini di Taehyung, che urlando gli diceva che non voleva più vederlo, gli apparivano ancora troppo nitide. Aprì gli occhi e si concentrò sul punto più spoglio del muro che aveva davanti, l'unica cosa che non gli avrebbe fatto ricordare il maggiore.

Aspettò inutilmente per ore ma fece prima a sorgere il sole. Erano le sette di mattina e di Taehyung neanche l'ombra.

Tirò fuori il suo telefono ed ignorò le decine di notifiche presenti perché nessuna apparteneva all'unica persona che voleva sentire in quel momento. Voleva scrivere a Taehyung ma sapeva che non avrebbe ricevuto risposta. Così aprì la chat con Jimin e, tremando, digitò un breve messaggio, probabilmente facendo anche qualche errore di battitura. Gli chiese solamente se il castano fosse con lui. Voleva sperare che Taehyung fosse al caldo e non più sotto la pioggia, voleva saperlo vicino ad una persona che lo faceva stare bene e non solo da qualche parte. Egoisticamente avrebbe preferito essere lui quella persona ma era cosciente del fatto che, al momento, era proprio lui a farlo soffrire più di chiunque altro.

Ed i suoi pensieri non si allontanavano molto dalla realtà perché Taehyung, chiuso nella stanza di Jimin, stava passando il giorno più brutto della sua vita.

Era infagottato nella coperta come se questa potesse proteggerlo da tutto il dolore che stava provando ma, per sua sfortuna, quella sofferenza arrivava da dentro di lui, dal suo cuore straziato ed esausto e niente, nemmeno la più pesante delle coperte, avrebbe potuto ripararlo da tutto il male che stava sentendo.

Si sentiva piccolo, minuscolo, schiacciato da quel sentimento che aveva represso per tutta la vita e che dopo si era ingenuamente concesso di provare. In quel momento si pentì di non aver ascoltato i suoi genitori quando gli avevano raccontato dell'amore e del suo essere effimero, momentaneo, che un giorno ti faceva sentire sulla luna e il giorno dopo ti scaraventava giù nel più profondo dei precipizi.

 Behind a Kiss ~ [Taekook]Where stories live. Discover now