15

8.2K 120 3
                                    

È stata una giornata piena. Il racconto di Gemma mi ha sconvolto ma per fortuna ho degli amici fantastici. A me piace avere il controllo su tutto e non sapere nel dettaglio cosa le sia successo mi fa innervosire. Ma Jason ha ragione, non posso forzarla e non devo essere troppo brusco. In fondo è da poco più di un mese che ci conosciamo e per lei è tutto nuovo. L'ho costretta ad affacciarsi a questa nuova vita, anche se le viene abbastanza naturale. Non avendo mai avuto una vera guida è rimasta un po' bambina ma adesso ci sarò io ad educarla e diventerà una splendida donna.
Mi risveglio dai miei pensieri perché sento che Gemma si sta agitando nel sonno. Sputa il ciuccio e decido di metterci sopra un po' di calmante. Lo prende  e si riaddormenta subito. Forse stanotte sarà una notte tranquilla. Ma la mattina mi sveglio di scatto, Gemma si è svegliata ed è in lacrime. Mi sbrigo ad alzarmi e con ancora un occhio chiuso la prendo in braccio
"Cosa c'è piccolina? Non piangere su"
Ma non smette di singhiozzare
"Mi fa tanto male la pancia, fallo smettere ti prego". Forse l'ho sgridata ingiustamente ieri. Evidentemente aveva già qualche piccolo disturbo e bevendo il latte le è aumentato.
"Scusami piccina, non dovevo farti bere il latte" dico in modo triste. Ma lei mi mette una mano sulla guancia e mi sorride.
La porto in bagno per cambiarla e le do la medicina che stranamente prende senza troppi capricci, deve sentire proprio tanto dolore.
"Quando ti passa il dolore ti va di andare al parco? ". Le si illuminano gli occhi
"Sisisisisisi grazie grazie daddy". È proprio buffa ma poi mi rendo conto di una cosa
"Gemma, ci sei mai stata in un parco giochi?" Lei abbassa subito lo sguardo
"no" sussurra. Le alzo il visino e le sorrido
"Allora rimediamo subito" e mi fa uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto.
Dopo pranzo ci vestiamo e la sistemo nel passeggino. Il parco non è lontano e decido di andarci a piedi. Gemma si addormenta nel tragitto e quando arriviamo scelgo una panchina. Deve essere stanca quindi decido di lasciarla stare. Dopo un'oretta si sveglia
"Daddy daddy voglio scendere, ti prego fammi scendere"
"Aspetta piccola ti slego ma miraccomando non correre altrimenti ti fai male". Come non detto, appena la libero corre verso l'altalena. Non c'è molta gente per fortuna, Gemma  potrà giocare indisturbata. È così bello vederla spensierata. Lei però sembra persa in qualche ricordo e questo mi preoccupa un po'. Non voglio che si intristisca quindi mi alzo e le vado in contro, deve fare almeno un po' di merenda.
"Gemma scendi, facciamo merenda"
"Ma Daddy mi sto divertendo, non ho fame"
"Dai Gemma, mangia qualche cosa e poi ci ritorni". Scende, beve il latte e mangia anche due biscotti. Aveva fame altro che ma vuole subito tornare sull'altalena. Gliene comprerò una da mettere in giardino se questo basta a farla stare bene. La sto ordinando su internet quando sento un tonfo e subito dopo un pianto disperato. Corro il più velocemente possibile e la tiro su
"Shhh, amore mio vieni qui, non è successo niente". La prendo in braccio mentre si lamenta
" Mi fa male la testa e anche un piede" dice tra i singhiozzi. La tengo in braccio e torno velocemente a casa. Una volta arrivati la appoggio delicatamente sul divano e chiamo Jason. È un medico e Gemma lo conosce, non farà storie. Arriva dopo 5 minuti. Gemma non ha smesso di piangere nemmeno per un momento. Le ho messo una busta di piselli congelati sulla testa, le verrà un enorme bernoccolo. Quando suonano alla porta vado ad aprire e Jason entra con la sua valigetta
"Ciao ragazzi" dice sorridendo. Gemma saluta con la mano, è spaventata.
"Gemma, Jason è un dottore quindi adesso ti medicherà. Lo conosci e sai che non ti farebbe mai del male". Lei annuisce ma non toglie lo sguardo da Jason nemmeno per un minuto, vuole conoscere ogni sua mossa.
"Allora bella bambolina, fammi vedere cosa ti ha fatto quella brutta altalena" Lei ride a quel nomignolo e io un po' mi rilasso
"Non è stata l'altalena, volevo vedere se potevo spingermi senza mani" confessa. Oddio è spericolata, mi verrà un infarto.
"Ti prego di non farlo più" Le dico con un tono tra il serio ed il divertito. Jason le medica la testa e poi le guarda il piede.
"È una distorsione, passerà in una settimana. Adesso facciamo una fasciatura ed eviti di appoggiarlo a terra. Philip sarà il tuo cavaliere per questa settimana e ti scorterà in giro".
"Lo sapevo, adesso mi farai impazzire"
"Nono Daddy, non è colpa mia se la casa è gigante" dice con un sorriso furbetto. Mi piace questo suo lato così birichino. Jason cerca di fasciarle il piede ma fa un po' di fatica
"Ahia mi fai male, basta basta. Ti prego non lo faccio più". Gemma tira via il piede, spinge Jason, che ovviamente non si muove di un millimetro e si raggomitola il più lontano possibile da noi. Jason mi guarda con sguardo preoccupato. Cerco di avvicinarmi il più piano possibile e quando sono vicino si mette le mani sulla testa. Pensa che la picchierò. Stringo ancora di più i pugni ma devo farmi forza per lei.
"Gemma, sono io Philip. Nessuno ti fa del male. Guardami per favore". Lei alza la testa e si guarda in torno con sorpresa e sembra tornare alla realtà.
"Oh. Scusami Jason non volevo farti male" dice dispiaciuta
"non fa niente bambolina, adesso torna qui altrimenti la caramella che ti ho portato me la mangio io" dice facendole l'occhiolino. La prendo in braccio, le do un bacio sui capelli e la riappoggio dove prima. È in imbarazzo si vede, tiene lo sguardo sulle mani e non smette di torturarsele. Jason finisce la medicazione mentre lei mi tiene la mano stretta per tutto il tempo. Ogni tanto la stringe più forte e quando Jason finisce tira un sospiro di sollievo. La lasciamo tranquilla a vedere un cartone e preparo un caffè al mio amico.
"Allora, cosa ne pensi?"
"Non sono uno psicologo lo sai ma la reazione di prima non è normale. Era come se fosse tornata in quel posto e non si rendesse conto di dove fosse realmente. A lungo andare la sua mente potrebbe fare fatica a distinguere la realtà dal ricordo. Ma non credo succederà. Potremmo vederci più spesso con le little e vedrai che ti racconterà tutto"
Spero che abbia ragione. Jason va via ma prima regala la caramella a Gemma e lei lo ringrazia con un sorriso. Rimasti soli mi accascio sul divano vicino a lei, sono visibilmente stanco e lei se ne accorge.
"Scusami daddy, lo so che non è facile stare con me. Ma ci sono dei momenti che mi fanno pensare al passato e proprio non riesco a mandarli via. Quando Jason mi ha fasciato la gamba quel dolore mi ha fatto pensare a quando faceva il gioco delle buste. Dovevo scegliere una busta e dentro aveva messo l'oggetto e il tipo di tortura. Quella volta scelsi la tre e con un martello cercò di rompermi la caviglia. Ci sono voluti 4 interventi per rimettermela a posto" Rimango spiazzato. Si è confidata con me ma sono parole difficili da sopportare. La stringo forte a me
"Tu puoi dirmi tutto piccolina. Tutto quello che vuoi, quando vuoi. Lo so che hai dovuto subire delle atrocità, lo vedo da come reagisci a determinate situazioni e dai segni che hai sulla pelle, ma qui nessuno ti farà mai del male. Forse qualche punizione quando fai la birichina ma niente di più" le dico sorridendo e lei si rilassa. Forse pensava che non le avrei creduto o che avrei pensato che fosse colpa sua.
" C'è anche un'altra cosa che non ti ho detto"
"Vuoi dirmela adesso? "annuisce.
" Ti ho già detto che quando ero in ospedale veniva una psicologa ma non ti ho detto che l'ho fatta impazzire. Le ho tirato addosso di tutto, anche la flebo, quindi se per te va bene vorrei aspettare prima di incontrarne un'altra. Magari riesco a parlarne con te o con le altre bambine" ha uno sguardo così tenero.
" Ma certo tesoro, facciamo come vuoi. Poi vedremo come va e decideremo. Mi hai già raccontato molto oggi e so che hai detto qualche cosa anche alle altre ragazze quindi direi che stai facendo un ottimo lavoro". Le dico accarezzandole una guancia.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora