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Ogni piccolo rumore mi fa sobbalzare. Non riesco più ad addormentarmi serenamente. Quando ero lì dovevo stare attenta ai passi così sapevo quando stava arrivando. Adesso non devo più farlo ma è più forte di me. Oggi torno a casa. Sono ancora molto dolorante e Philip cerca di farmi il meno male possibile.
"Ahi, ahi" dico lacrimando un po'
"Aspetta Gemma ti sistemo meglio e abbiamo finito" dice dolcemente. Per oggi niente seggiolino. Si sta prendendo cura di me. Sta attento a qualsiasi mio lamento e non mi lascia neanche un momento, ma non mi sfugge la sua faccia stanca. Lascio che mi metta la cintura e poi partiamo per tornare a casa. La polizia sta aspettando fuori dal cancello. Appena li vediamo sbuffa e si infastidisce.
"Buongiorno signore, dovremo fare alcune domande alla signorina" dice il poliziotto
"Non potete tornare domani? Siamo appena usciti dall'ospedale"
"Purtroppo non è possibile. Per confermare il fermo del signor White è necessario una dichiarazione firmata dalla signorina". Philip sospira e poi mi guarda in attesa di una mia decisione
"Va bene risponderò alle vostre domande ma perfavore troviamo una posizione più comoda" lo prego. Mi porta in casa non senza qualche mio lamento e mi adagia sul letto. I punti al fianco tirano e la schiena mi fa molto male
"Ahi, ahi" dico toccandomi il fianco
"Aspetta piccina, prendo altri cuscini" riesco a stare un po' più comoda e Daddy fa entrare la poliziotta.
"Ciao Gemma"
" Cc-iao" dico balbettando un po'. Mi sto già agitando per la situazione
"Come stai?" chiede sorridendo. Che razza di domanda è. Sono stata sequestrata da un pazzo maniaco come potrò mai stare?
"Ho avuto giorni migliori" dico seria
" Posso immaginare" No non puoi
"Non credo possa immaginare o almeno mi auguro per lei che sia così" Forse sono stata troppo maleducata. Lei non ha colpe e mi sto ingiustamente sfogando con una persona che sta cercando di aiutarmi
"Mi scusi, sono stata maleducata ma sono molto stanca" dico sospirando
"Tranquilla hai tutte le ragioni del mondo per essere infastidita dalla mia presenza. Cercherò di fare presto ma dovrò farti delle domande molto dirette. Prenditi tutto il tempo che vuoi ma vorrei che tu rispondessi. Pensa che tutto quello che dirai potrà servire a far rimanere quel bastardo in prigione per sempre" Mi piace questa signora.
"Oo-k"
" Bene iniziamo. Quando ti sei svegliata hai riconosciuto qualche particolare?"
"all'inizio no perché ero chiusa in cantina. Quando ho potuto fare una doccia ho riconosciuto il bagno e qualche giorno dopo anche il giardino" dico piano, come se quello che dico potesse farmi tornare la.
"Perché ti ha portata in giardino?" Mi chiede forse più per curiosità
"Per uno dei suoi giochi preferiti" dico solo questo, è estremamente difficile parlare di quello che è successo nel giardino
"Ma è lì che mi sono procurata la ferita al fianco" confesso. Faccio un bel respiro
"Non sono più lì, sono al sicuro" mi ripeto nella mia mente. Scrive tutto su un tacquino e poi continua
"OK" si schiarisce la voce per l'imbarazzo.
"Ti dava da mangiare e da bere?"
"Quasi niente. Quando mi dava qualche cosa era sempre pane secco o roba poco commestibile" dico con gli occhi tristi. Daddy mi sorride e mi prende la mano. Mi da sicurezza averlo qui.
" Come ti ha fatto quei segni?" A questa domanda mi guardo le mani. Mi tremano un po' e Daddy me le stringe più forte per farle smettere. Faccio un respiro profondo e incomincio a raccontare il mio inferno
"I segni sulle caviglie e sui polsi sono stati fatti da delle manette. Quelli alle caviglie sono più profondi perché ogni volta che arrivava provavo a dare qualche calcio, allora lui me li legava molto stretti per non farmi muovere. I segni sul resto del corpo sono stati fatti con una frusta"
Mi blocco. Sto rivivendo tutto il dolore che mi ha inflitto e inizio a tremare più di prima.
"Ok penso che possa bastare" dice Daddy in un modo che non permette repliche
"Certo signore. Gemma sei stata molto brava. Magari continueremo un'altra volta" dice per rassicurarmi, ma io non voglio continuare a ricordare, voglio solo dimenticare tutto. Firmo la dichiarazione e Philip accompagna la poliziotta. Quando la polizia finalmente se ne va Daddy torna da me e si siede sul letto
"Sei stata molto coraggiosa a dire quelle cose" dislce sorridendomi. Io però non mi ritengo coraggiosa. Non faccio altro che guardarmi le mani a disagio e a pensare che sia tutta colpa mia. I dolori mantengono vivi i ricordi in ogni istante
" Daddy mi fa male il fianco, possiamo togliere i punti? Ti prego" dico mettendo il broncio
"No principessa mi dispiace ma dovrai tenerli ancora un po'"
"Ma ma..."
"Sssh Gemma va tutto bene. Non è colpa tua e lo so che stai soffrendo ma ti prego sfogati, io sono qui per te" dice sinceramente. Cambio discorso, non sono pronta a sfogarmi completamente.
"Ho fame" dico ingenuamente e lui si illumina. Non mangio mai tanto e quando chiedo del cibo Daddy mi accontenta sempre
"Che ne dici se mangiamo a letto e ci guardiamo un film? " annuisco felice
"Ma prima dobbiamo cambiare questo pannolino" dice toccandomi il nasino. È la prima volta che mi cambia dopo tutto questo trambusto. Mi fido di Philip, so che non mi farebbe mai del male.
"Ma come faccio a mettermi sul fasciatoio?" dico preoccupata
"Niente fasciatoio piccolina. Per questo periodo facciamo uno strappo alla regola e ci cambiamo nel letto, va bene?? Adesso ci sdraiamo piano piano e poi stai ferma ferma e ci penso io" Sdraiarsi non è affatto semplice anzi è proprio doloroso.
"Ahi, ahi. Basta basta" chiedo implorante
"Ho fatto amore mio stai buona" è molto premuroso, mi mette il borotalco e la crema per le irritazioni.
"Adesso dobbiamo cambiare la medicazione al fianco" Mi dice guardandomi
"No no non voglio, fa male. Basta ti prego" dico lacrimando
"Lo so che sei stanca principessa ma dobbiamo farlo per forza. Dopo questo basta promesso"
"Oo-k" dico rassegnata. Daddy mi da il mio peluche preferito per distrarmi. Ci vogliono solo 10 minuti ma sono stati  terribili. Philip cerca di fare piano ma non ci riesce molto. Piango per tutto il tempo.
"Ssh basta piangere, ho finito." quando torna dalla cucina ha due panini al prosciutto
"Grazie daddy" gli dico dandogli un bacino sulla guancia.
"Vuoi anche il latte?" annuisco e lo bevo tutto
"Ancora daddy ancora"
"Ma c'entra tutto questo latte in questo bel pancino?" dice facendo finta di mordermi
"Sisi, ho taaaaanta fame". Bevo anche il secondo biberon e poi improvvisamente inizio a sentire gli occhi pesanti e mi addormento.

POV PHILIP
Finalmente si è addormentata. È stata una giornata molto pesante e la polizia non ci da tregua. Non so come fare. In qualsiasi modo la tocco le faccii male e quello sguardo di continuo terrore non mi da pace. È come se si aspettasse che da un giorno all'altro lui possa tornare. Saranno giorni molto duri.
Per adesso dorme tranquilla e sembra che non lo faccia da mesi. È bellissima mentre dorme L'ho lasciata solo con il pannolino e una magliettina leggera per evitare che il tessuto strofini sui punti e sulle altre medicazioni.
So che ci sarà un processo e Gemma  dovrà raccontare la sua versione.
Ma so anche che sarà coraggiosa. Nonostante tutte le varie ferite non si lamenta quasi mai. Mi scruta con i suoi grandi occhi e cerca di combattere quel senso di terrore che ha. Dorme tutta la notte, i farmaci che le hanno prescritto sono abbastanza forti e si stanca facilmente ma io non riesco a chiudere occhio. Non voglio ammetterlo ma sono molto scosso da tutto quello che è successo. Sono arrabbiato con me stesso per non essere riuscito a proteggerla.
Sono un maniaco del controllo e dell'ordine e un mio unico errore ha fatto del male alla persona più importante della mia vita. Giuro a me stesso che non capiterà più. Sarò stato più severo con me stesso e con Gemma. Ma per adesso voglio solo che si riprenda e che torni a sorridere. Ha sorriso forse due o tre volte da quando si è svegliata in ospedale.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora