35

5.5K 106 10
                                    

Sono le 3 di notte, Daddy mi ha fatto dormire nella culla ma ho tanto freddo e la testa mi scoppia. Faccio per alzarmi ma un crampo fortissimo mi fa gemere di dolore e Philip arriva di corsa
"Cosa succede??" Mi tocca la fronte e fa una smorfia
"Daddy bagno" ma non fa in tempo a sollevarmi che gli vomito addosso e inizio a piangere
"Non fa niente Gemma ora ci cambiamo" è leggermente nel panico ma fa finta di niente. Mi fa malissimo la testa e non smetto di piangere. Mi prende in braccio e mi fa un bagno, poi si cambia.
"Adesso ci misuriamo la febbre" Non sono molto vigile quindi non mi accorgo che mi ha messa a pancia sotto. Mi lamento un po' per il termometro nel culetto ma non come al solito, devo stare proprio male. Daddy scarta due supposte e me le mette, non oppongo resistenza ma continuo a piangere.
"Ssh Gemma adesso passa, non ti agitare"
"Bua Bua" dico toccandomi la testa. Mi accascio sulla sua spalla e mi lascio cullare. Prendo anche il ciuccio senza fare storie e mi addormento o meglio dire svengo profondamente. Quando mi sveglio sono completamente sudata e la testa mi scoppia. Devo avere la febbre molto alta
"Ciao piccina, come ti senti?" non ho nemmeno la forza per parlare. A stento riesco a tenere gli occhi aperti
"Hh-oo ff-reddo" dico con fatica. Daddy prende un'altra coperta e mi copre.
"Adesso misuriamo la febbre e poi chiamiamo Jason"
"Mmmm no no niente Jason" riesco a dire mentre mi misura la febbre. Le supposte non hanno fatto effetto. Lo sento telefonare a Jason e il suo tono è più che preoccupato
"Pronto, sono il dottor Field"
"Jason sono Philip. Gemma ha la febbre a 40 da stanotte. Le ho dato la tachipirina ma non scende. È molto debole e vomita, ti prego vieni prima possibile"
"Stai tranquillo arrivo immediatamente"

POV PHILIP
Sono completamente nel panico. Lo so lo so di solito sono un tipo a cui piace avere tutto sotto controllo, sono rigido e severo ma vedere Gemma in quello stato e non sapere cosa fare mi distrugge. Ho provato a darle la medicina ma la febbre è ancora troppo alta. Per fortuna che Jason sta arrivando. Nel frattempo ho bagnato degli stracci e li sto posizionando sulla sua fronte per darle un po' di sollievo. Potrei cuocerci un uovo sulla sua testa.
Finalmente suonano alla porta, mi sembra passata un'eternità. Jason entra con una Lia mezza addormentata
"Scusami ma a quest'ora non sapevo dove lasciarla"
" ma figurati, hai fatto bene a portarla, c'è una culla in più nella camera degli ospiti". Jason va a mettere a letto Lia che non si accorge di molto e torna subito. Andiamo da Gemma, ha gli occhi aperti ma non sembra molto presente
"Ehi bambolina, come ti senti?" le chiede mettendole una mano sulla fronte
"Mm-ale" riesco a dire.
"Stai tranquilla adesso ci penso io a te". Le osculta il cuore e i polmoni. Gemma ogni tanto riapre gli occhi ma non sembra capire cosa stia facendo
"Philip le devo misurare la febbre, aiutami a girarla" ha 40 e mezzo, è troppo alta
"Stai calmo, adesso le metto una flebo e vediamo se scende" non si oppone nemmeno all'ago, deve stare proprio male la mia bambina.
"Se tra un'ora non si abbassa la portiamo in ospedale"
"In ospedale? Perché?" chiedo allarmato.
"Perché respira male e non ho l'ossigeno. Guarda come si alza e si abbassa il diaframma". Mi concentro e capisco cosa vuole dire.
"Oddio" dico mettendomi le mani nei capelli.
"Stai tranquillo, penso sia polmonite ma possiamo curarla"
Passa un'ora, l'ora più lenta della mia vita.
"Le misuro di nuovo la febbre e se non è calata andiamo". Adesso ce l'ha a 40 ma è sempre troppo alta
"Allora chiama tua sorella e dille di venire qui per Lia. Intanto io vesto Gemma e la copro." faccio come mi ha detto, ormai non sono più in grado di ragionare lucidamente
"Pronto?" dice mia sorella assonnata
"Ivy, dobbiamo portare Gemma in ospedale, corri da me che c'è Lia che dorme qui" le dico velocemente
"Ma che..."
"Ivy ti prego, corri" finalmente  si sveglia del tutto
"Arrivo" e chiude la telefonata
Non abitiamo lontano e a quest'ora non c'è nessuno per strada. In dieci minuti arriva. Nel frattempo ho preso Gemma in braccio che trema e dice cose senza senso. Le tocca la fronte e inorridisce.
"povera cucciola"
"Ivy nella camera degli ospiti c'è Lia che dorme, è stata agitata per tutto il giorno ieri quindi non l'ho svegliata per spiegarle la situazione ma ti conosce e non farà capricci" le spiega Jason
"Certo ma ora andate noi ce la caveremo"
Quando arriviamo all'ospedale non mi fanno proseguire
"Io devo venire con lei" mi metto ad urlare
"Calmati Philip ci sono io con lei, appena posso vengo ad aggiornarti ma stai tranquillo" mi dice Jason facendomi sedere su una sedia.
Dopo poco arriva mia madre, deve essere stata avvertita da Ivy
"Amore mio" dice abbracciandomi
Non mi faccio vedere debole da nessuno ma con mia madre posso lasciarmi andare.
"Ssh Philip andrà tutto bene"
"Dovevo proteggerla e invece l'ho portata fuori, aveva la tosse e non l'ho coperta. Mi ha pregato di andare al parco e l'ho accontentata. È colpa mia" confesso a mia madre
"Non è colpa tua, poteva succedere a chiunque. Non potevi immaginare che si sarebbe ammalata" Mi rassicura lei
Verso le 8 di mattina finalmente Jason si fa vedere
"Dimmi che sta bene" lo prego
"È stabile, fortunatamente mi hai chiamato subito e siamo intervenuti in tempo. Adesso le abbiamo dato dei sedativi e fino a che non le passerà la febbre dormirà" Mi sento un po' meglio ma l'idea di non poter fare niente mi destabilizza
"La posso vedere?"
"si ma per poco. Adesso è in terapia intensiva almeno riusciamo a monitorarla meglio"
"Grazie Jason, vai da Lia che sarà in pensiero"
"È in buone mani. Gemma è forte. Ha avuto una vita difficile ma ce la farà anche questa volta" dice abbracciandomi. Finalmente mi fanno entrare. È così indifesa, sdraiata su quel lettino, piena di tubi e con gli occhi chiusi. Le posso toccare solo la mano e gliela tengo stretta per tutto il tempo. È quasi nuda, le hanno messo un catetere e storgo il naso, dovevano metterle un pannolino. A quello è abituata e non avrebbe fatto capricci una volta svegliata, perché si  sveglierà.

Sento i suoni in lontananza ma non riesco a parlare. Ho paura e voglio che Philip venga ad aiutarmi ma non riesco a chiamarlo. Provo ad aprire gli occhi e subito una forte luce mi acceca. Qualcuno mi sta toccando le gambe, ho un tubo che mi aiuta a respirare e dolori ovunque. Inizio ad agitarmi e la macchina che sta vicino a me inizia a fare molto rumore. Ho mal di testa e voglio che tutto smetta.
"Ben svegliata Gemma" dice una voce sconosciuta. Finalmente riesco ad aprire gli occhi. Un paio di dottori mi guardano. Non posso parlare e ho paura
"Stai tranquilla è tutto apposto. Ti visitiamo e ce ne andiamo non avere paura" sembra avermi letto nel pensiero. Uno dei due si avvicina a me
"Allora questo tubo lo togliamo così puoi parlare e farci sentire la tua voce" dice sorridendo. Mi fa tossire un po' e poi lo tira via. Tossico e bevo un bicchiere d'acqua ma non riesco a parlare
"Non ti sforzare. Adesso facciamo entrare il tuo tutore" annuisco ma sono molto stanca e non riesco a tenere gli occhi aperti
"Piccolina mia" riconosco subito il suo odore, significa casa. Apro gli occhi e quello che vedo non mi piace. È spettinato e ha le occhiaie, è stato male per me
"Ss-ei spp-ettinato" riesco a dire e si mette a ridere. È bello poter sentire di nuovo la sua risata
"Lo so lo so, non sono al meglio delle mie condizioni ma una certa bambina mi ha fatto molto preoccupare e non ho badato al gel" dice sorridendo
"Ss-cusa" faccio fatica a tenere gli occhi aperti
"Ssh Gemma non è colpa tua. L'importante è che stai bene" dice accarezzandomi i capelli. Sono tutta in disordine. Preferirebbe sicuramente potermi lavare e pettinare.

POV PHILIP
"Finalmente la febbre è scesa quindi la stiamo svegliando" dice il dottore. È quello che volevo sentirmi dire. Siamo in ospedale da una settimana. Non ho mai lasciato che qualcuno prendesse il mio posto. Jason e i miei familiari mi portavano da mangiare e mi imploravano di andare a riposare ma ogni volta rifiutavo. Dovevo esserci al suo risveglio. Quando mi fanno entrare la vedo lì sola e indifesa in quell'enorme letto. Si sta sforzando di tenere gli occhi aperti ma è molto debole. Ho a stento trattenuto le lacrime nel vederla così e lei ha capito il mio dolore e mi ha chiesto scusa. Scusami tu piccina per essere stato un incosciente e averti fatta stare male, vorrei dirle, ma poco dopo si addormenta. Il giorno dopo la spostano in reparto. Sono andato a prendere un caffè ma quando torno la sento piangere fin dalla sala d'aspetto. Mi precipito da lei. Un' infermiera sta cercando di toglierle il catetere ma lei si oppone
"Ehi che succede?" le chiedo avvicinandomi
"Devo toglierle il catetere ma la signorina non vuole" dice l'infermiera spazientita. Mi irrito e le dico bruscamente di aspettare
"Gemma ehi va tutto bene" provo a tranquillizzarla
"Non è vero, voglio andare via. Portami via" mi chiede implorandomi
" Se fai la brava e ascolti i dottori allora possiamo andare via. Fallo per me" la prego. Mi avvicino a lei e l'abbraccio. L'infermiera fa quello che deve fare e se ne va senza dire niente. Che maleducata.
"Sssh brava piccina. Sei stata davvero forte" le dico mentre singhiozza disperata tra le mie braccia. È stanca e  vuole tornare a casa ma ha ancora un po' di febbre. La cullo per un po', e riesco a farla addormentare.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora