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"Buongiorno piccola mia"
"Buongiorno daddy"
"Cambiamoci e poi andiamo a fare colazione" dice prendendomi in braccio. Non voglio lasciare il mio ciuccio, non sono pronta a lasciare la mia confort zone.
"Non vuoi darmi il ciuccio?" mi chiede dolcemente. Scuoto la testa e lascia stare.
Mi porta in bagno e mi cambia.
È quasi del tutto guarito. Adesso mi prende in braccio e non ha più bisogno della stampella. Perfortuna perché mi intimoriva la sua presenza. Avevo la sensazione che lui non potesse più camminare da solo. Che sciocchezza.
Oggi sono nervosa, tremendamente nervosa. Forse è per il processo o per la lettera che è arrivata ieri dal carcere. Vorrebbe vedermi ma non voglio andarci.
"Sei silenziosa, cosa succede?"
"Niente" mento. Non mi va di parlare di questa cosa. Ho il diritto di tenermela per me
"Non vuoi dirmelo?" scuoto la testa in senso di negazione. Daddy sospira e andiamo a fare colazione.
"Non voglio stare nel seggiolone" mi lamento appena mi lega.
"Ci stai sempre. Non vedo perché oggi deve cambiare qualche cosa" risponde alzando un sopracciglio. Mi da il biberon ma non mi va
"Non lo voglio. Voglio il succo e i pancake". Mi sto comportando proprio come una bambina ma oggi sono troppo nervosa
"Gemma non farmi arrabbiare. Non è sabato quindi devi bere il latte". Continuo a scuotere la testa fino a che perde la pazienza. Mi tira fuori da lì e mi da due forti sculaccioni
"Ahia" gli urlo contro. Gli rivolgo lo sguardo più cattivo che posso fare e poi me ne vado. Mi chiudo in bagno e inizio a singhiozzare. Sono davvero patetica lo so.

POV PHILIP
Ma cosa le prende stamattina? Mi domando tra me e me. Mi cade l'occhio sulla lettera che è arrivata ieri e capisco cosa le sta succedendo. Sono stato tentato di nasconderla ma ha il diritto di decidere da sola. Vorrei solo che non soffrisse così tanto. Si è chiusa in bagno e sono molto arrabbiato. Capisco la sua rabbia ma non deve trattarmi così
"Gemma apri immediatamente altrimenti oltre a quelle che già ti meriti ti giuro che non ti potrai sedere per una settimana" gli urlo sbattendo i pugni sulla porta
"No, vai via" urla singhiozzando. Mi distrugge sentirla così a pezzi. La lascio un po' da sola e poi prendo la chiave di riserva e apro la porta. È rannicchiata in un angolo e quando mi vede sbianca.
"Ti sembra il modo di trattarmi?" le chiedo arrabbiato.
"Sono qui per te e tu mi tratti così" la prendo per un braccio e la faccio stendere sul letto.
"Perché ti sto punendo?" non mi risponde
"Gemma!! Perché ti sto punendo?" alzo la voce. Trema un po' e mi rispondd
"Perché ti ho trattato male senza motivo, tu non c'entri niente" dice sospirando
"Esatto. E dopo tutto quello che faccio per te mi merito questo tuo comportamento?"
"No daddy non te lo meriti".
50 sculacciate dopo sono soddisfatto della punizione. La lascio a piangere sul letto e vado a lavorare. Il suo comportamento mi ha stancato. Non può sempre fare come vuole. Ci sono delle regole e non deve azzardarsi a trattarmi così. Per il resto della mattinata la ignoro. Ammetto che un po' mi dispiace ma deve imparare a controllare le proprie emozioni. Non può crollare ad ogni minimo problema. All'ora di pranzo sento bussare
"Avanti"
"Daddy è pronto" la raggiungo senza dire niente e mangiamo in silenzio. Ogni tanto sento il suo sguardo su di me ma la ignoro. Sospira e lava i piatti. Sto per andarmene ma mi ferma.
"Non ignorarmi ti prego. Ho sbagliato a risponderti così. Sono solo esausta" dice sospirando.
"Devi imparare a gestire le emozioni. Non puoi trattarmi male e pensare che ci passi sempre sopra. Anche io ho dei sentimenti, ok?" la guardo male e me ne vado. Non so che mi prende. Di solito la punisco e tutto torna in ordine, educarla è difficile e a volte Gemma non vuole farlo subito ma alla fine capisce l'errore. Forse devo sfogarmi con qualcuno. Temo di essere un po' al limite. Mi avvicino in camera e la sento piangere. Mi dispiace farla piangere. Decido quindi di entrare
"Gemma?" la chiamo sdraiandomi vicino a lei
"Non piangere piccolina. Non voglio trattarti male ma ho bisogno che tu mi capisca adesso" si tira su e mi ascolta.
"È molto che mi prendo cura di te amore mio e non smetterò mai di farlo. Ma penso di essere al limite. Questa cosa di tuo padre mi sta facendo innervosire molto. Vorrei spaccargli la faccia ma non lo posso fare e io.. Dannazione" urlo esasperato. Non voglio spaventarla quindi sto cercando di controllarmi.
"Scusami, non ho pensato a quello che stai provando" dice sussurrando.
"Ma posso farti stare meglio se vuoi" dice maliziosa. Rimango sorpreso da questa proposta. Comincia a baciarmi e finiamo a fare l'amore, abbiamo bisogno entrambi di rilassarci. Si rannicchia e con le sue morbide labbra lo prende in bocca
"Oh si piccola continua". Un pompino esemplare, ingoia senza che glielo ordini.
"Brava piccola" mi congratulo.
"Forza lasciati andare. Fammi vedere come sei brava" le sussurro nell'orecchio
"Oh daddy io... Io" urla il mio nome e poi si accascia. Prende fiato per poi ricominciare. Alla fine ci ritroviamo sdraiati, ansimanti e sudati
"Mi dispiace" dice dopo un po' di silenzio
"Non mi sono curata dei tuoi sentimenti. Non succederà più. Lavorerò sulle mie emozioni" dice convinta e un po' delusa da sé stessa
"Puoi parlarmene quando ti senti sopraffatta dalle troppe emozioni ma non trattarmi più così. Mi fa sentire inutile e sai quanto lo odio".
Facciamo pace e ci coccoliamo ancora un po'.
Il giorno dopo passarono Christine e le bambine.
"Buongiorno piccoli terremoti"
"Ciao Philip". Le faccio entrare e Gemma va a preparare la merenda
"Allora Philip come va?" chiede Christine sedendosi sul divano
"Insomma. Ieri è arrivata una lettera dal carcere" dico sottovoce per evitare che Gemma senta
"Vuole vederla vero?? È arrivata la stessa lettera a me"
"Non credo che lei lo voglia. È stata molto nervosa ieri e abbiamo litigato. È che vorrei spaccargli la faccia" dico stringendo i pugni. Christine si avvicina e mi abbraccia. Questo gesto mi sorprende e ricambiai un po'in imbarazzo
"Non deve essere facile per te Philip. Sei il suo punto di riferimento ma anche te hai bisogno di sfogarti. Puoi farlo con me se vuoi" dice gentilmente. Mi sembra un po' strano farlo con la madre delle sorelle di Gemma, non so se è una buona idea. Sorrido educatamente e cambio discorso. Per il resto del pomeriggio le bambine rimangono da noi e Christine ne approfitta per fare delle commissioni.
"Che ti ha detto Christine prima?" chiede curiosa.
Dovrei dirglielo?? Non ne sono siscuro.
"Niente di che le solite cose. Anche a lei è arrivata la lettera. Non mi ha detto se ci andrà o no"
"io sicuramente non ci andrò. Puoi buttarla quella cosa, non voglio vederla" dice determinata.
"Sei sicura??"
"Sicurissima" Le bambine nel frattempo giocano in giardino ma dopo poco sentiamo un pianto.
"Ehi skyler, che è successo?"
"È caduta e si è sbucciata il ginocchio" dice Elly al posto suo. Gemma la prende in braccio e la posa delicatamente sul divano.
"Adesso mettiamo un cerottino. Guarda sky ci sono le paperelle" le strappa un sorriso e smette di piangere. È proprio brava con le sue sorelle
Dopo poco torna Christine.
"Mammaaaaa" urlano le bambine
"Possiamo cenare qui?" ti prego ti prego" chiede Elisabeth pregandola
" Ma certo che potete restare. Sempre che non abbiate altri programmi" chiede Gemma a Christine
"Oh nono possiamo rimanere"
La cena prosegue tranquillamente. Ogni tanto Gemma struscia il suo piede alla mia gamba. Mi mordo un labbro e il mio pene diventa subito duro. Le faccio l'occhiolino ma lei non sembrò capire. Dopo poco mi accorgo che non è il suo piede, Gemma porta i calzini mentre questo piede indossa una scarpa. Purtroppo capisco di chi è quel piede. Christine ci sta provando con me, non posso crederci. Mi alzo di scatto e con una scusa vado in cucina. Sono furioso e non so che fare. Non lascerò che questa cosa impedisca a Gemma di vedere le sue sorelle. Ma come posso fare? Se se ne accorge darà di matto e non posso biasimarla. Per adesso non le dirò niente.
A fine cena ci salutiamo, le bambine fanno un po' di storie per andare a dormire ma Gemma promette loro di andarle presto a trovare. Christine mi lancia un lungo sguardo che non ricambio e fortunatamente Gemma non si accorge di niente. Spero basti la mia indifferenza ma prevedo grandi problemi.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora