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Oggi  devo andare in ufficio ma non posso portare Gemma con me quindi ho chiesto a Ivy se può aiutarmi
"Certo fratellone" risponde tutta contenta. Mi dispiace non poter stare con lei ma non posso portarla con me,  combinerà qualche guaio o si annoierà e farà i capricci.
Adesso rimane il compito più difficile, svegliare Gemma e dirglielo. Non l'ho ancora mai lasciata da sola con qualcun altro. Mia sorella non è un'estranea per lei ma so che rimarrà sull'attenti per tutto il giorno. Vorrei  che si rilassasse, una giornata tra donne le farà sicuramente bene. Poi conoscendo mia sorella riuscirà a farla chiacchierare di sicuro.
"Va bene Ivy, grazie. Miraccomando vacci piano. Non la spaventare e non farle mille domande" le dico quasi implorandola
"Va bene va bene, non sono stupida. Staremo bene. Non parti per un mese, vai solo a lavoro" dice prendendomi in giro
"Ok io la vado a svegliare tu rimani qui"
Salgo le scale molto lentamente, voglio rimandare questo momento  ma non posso. Forse mi preoccupo per niente, Gemma sarà comprensiva e ubbidirà alle mie raccomandazioni, almeno è quello che spero
"Buongiorno principessa"
Apre i suoi splendidi occhi ma subito si rintana sotto le coperte.
"Forza scimmietta esci da lì che andiamo a cambiarci" le faccio il solletico e si fa prendere in braccio. La caviglia è guarita ma a lei sembra piacere questo contatto fisico.
Quando la metto sul fasciatoio noto che ha tutta la patatina arrossata. Cerco di toccarla per vedere meglio ma lei non è molto d'accordo e chiude di scatto le gambe
"Gemma, amore mio apri le gambe. Daddy da solo un'occhiata e poi ti mette la crema"
"Ma fa male, ti prego lascia stare" mi dice con gli occhi lucidi
"Faccio presto presto, fatti aiutare. Non voglio farti del male" Riesco a convincerla, forse le da davvero fastidio. Controllo che non abbia qualche infezione e poi la medico.
"Bravissima. Domani andiamo a comprare gli altri pannolini perché questi non vanno bene"
"Si daddy, questi mi danno un po' fastidio"
"E perché non me lo hai detto?" le chiedo in tono sorpreso
"Perché hai tante cose a cui pensare e non voglio dartene altre"
"Gemma sei molto carina ma non devi preoccuparti di questo. Io mi occupo di te quindi se c'è un problema devi dirmelo così posso risolverlo. Va bene?" le dico accarezzandole la guancia
"Si daddy"
"Bene, forza scimmietta andiamo a bere il latte che c'è una sorpresa" Le si illuminano gli occhi e quasi mi salta in braccio. Appena vede Ivy però il suo sorriso si spegne. È quello che temevo
"Ciao Gemma" dice Ivy sorridendole. Lei saluta con la manina e poi nasconde il visino. Non voglio che Gemma non rispetti la sua routine quindi decido che Ivy non assisterà alla colazione. Certo dovrà darle il pranzo ma per adesso non voglio pensarci.
"Allora, Ivy rimane in salotto ancora un po' e noi andiamo a fare colazione" dico ad alta voce.  Poso Gemma nel seggiolone e decido di dirle quello che  succederà.
"Allora Gemma, io oggi devo andare a lavoro quindi ho chiesto ad Ivy di farti un po' di compagnia, sei contenta?"
Lei annuisce un po'titubante.
"Stai tranquilla, per qualsiasi cosa puoi chiamarmi, io sarò di ritorno dopo il tuo riposino"
"Si daddy" mi dice torturandosi le mani. Quel gesto è segno di nervosismo
"Ma ppp-erchè non posso venire con te? Ti prego portami con te" dice facendo cadere qualche lacrima
"Oh tesoro mio vorrei poterti portare ma quello non è un luogo per bambini. E poi Ivy è venuta qui per stare insieme a te e noi non vogliamo essere maleducati, vero?" rimarco l'ultima frase per farle capire che non tollero la maleducazione.
"No daddy, sono educata lo sai" Mi risponde con convinzione
"Brava bambina"
Quando è il momento di lasciarla faccio molta fatica. Non vouole staccarsi da me. Ivy prova in tutti i modi a convincerla che staranno  bene e che giocherà ma lei non sembra convinta

POV GEMMA
Non voglio lasciare Daddy. Conosco Ivy ma non così bene e i miei traumi cominciano a riaffiorare. Ho paura che si arrabbi e che mi faccia del male quindi decido di darle ascolto. Riesce a staccarmi da Philip e mi porta su per cambiarmi ma faccio molta resistenza
"Dai piccolina non ti faccio niente. Facciamo il bagnetto e poi giochiamo" ma io riesco solo a pensare a cosa  potrà farmi.
"No no io voglio Daddy, ti prego" dico piangendo un po'. Mi dispiace per lei, si sta impegnando ma non ce la faccio a farmi forza. Non sopporto che mi tocchi. Ormai mi sono abituata a Philip ma ancora sono restia a prendere confidenza.
" Dai Gemma, giochiamo nell'acqua e facciamo quello che vuoi te" Mi dice rassegnata
"Voglio chiamare daddy, dopo starò buona, promesso" è giusto venirle un po' incontro. Lei acconsente sorridendo.
"Daddy" risponde subito, come ha promesso e un po' mi tranquillizza.
"Ciao piccolina, stai facendo la brava?" non voglio dirgli una bugia e neanche ci riesco. Voglio ubbidire ad Ivy ma proprio non ci riesco
"Ehm..."
"Gemma!" mi dice con un tono di rimprovero. Ivy mi prende il telefono di mano ed interviene
"Philip non ti preoccupare, Gemma è bravissima. Voleva solo sentirti per essere sicura che avresti risposto" mi stupiscono le sue parole, ha capito tutto. Saluto Daddy e chiudo la telefonata. Ora non ho altre scuse e lei sembra capirlo
"Gemma adesso dobbiamo stenderci sul fasciatoio, ti tolgo il pannolino e facciamo il bagno, ok?" dice con tono dolce
"sss-i va bene" dico con la voce tremante. Mi toglie la tutina e il pannolino. Rilascio un respiro di sollievo. Sono molto irritata e il pannolino mi da molto fastidio ma non voglio che sia lei a mettermi la crema quindi chiudo le gambe di scatto.
"Gemma dai apri le gambe, non farmi arrabbiare" probabilmente Philip le ha detto che questo tono mi avrebbe fatta ragionare ma non ha considerato che questa cosa funziona solo con lui. Lei per me non è ancora nessuno,  potrebbe benissimo comportarsi come gli White. Salto giù dal fasciatoio e inizio a correre più che posso. Non so dove nascondermi,  mi   troverà sicuramente e sono anche mezza nuda quindi non posso uscire di casa. Corro nella mia cameretta e mi nascondo dietro il divanetto. Mi rannicchio e prego che Daddy arrivai presto. Dopo poco arriva Ivy. Prova a toccarmi ma io mi scanso. Perché cerca di toccarmi sempre?? Daddy le ha esplicitamente detto di non farlo ma forse non presta abbastanza attenzione. In fondo per lei sono solo una bambina disturbata a cui badare per un giorno. Inizio a respirare male ma non so dove sia l'inalatore. A quel punto Ivy entra nel panico, inizia ad andare su e giù per la stanza cercando di trovare quel coso. Poi finalmente decide di chiamare Philip. Cerca di allontanarsi per non farmi sentire ma non funziona
"Philip ti prego torna a Casa, Gemma respira male e non so dove sia quel maledetto inalatore"
Dopo poco torna, Daddy gli ha detto dove trovarlo e finalmente torno a respirare un po' meglio. La sensazione di disagio però non se ne vuole andare.
Sono un po' arrabbiata con Philip. Dopo tutto quello che gli ho raccontato mi ha lasciata con una persona che ho visto mezza volta, da cui avrei dovuto farmi cambiare senza capricci.  Sono sicura che Ivy sia meravigliosa ma sono ancora troppo traumatizzata per fare amicizia. Lei non mi rivolge più la parola. Si limita a rimanere sulla porta. Poco dopo arriva Philip

POV PHILIP
la telefonata di Ivy mi ha distrutto. Corro a casa. Ivy mi corre in contro con le lacrime agli occhi
"Cos'è successo?Gemma dov'è?"
"È di sopra ma non vuole parlare con me" mi dice con sguardo affranto. Le accarezzo una guancia e vado in camera. Quando arrivo la trovai nella sua solita posizione di difesa, sta tremando ma respira bene per fortuna. Non capisco cosa l'abbia fatta scattare. Ho detto ad Ivy di toccarla il minimo possibile ma qualche cosa deve essere andato storto. Quando mi avvicino mi salta in braccio e inizia a piangere, è mezza nuda e trema per il freddo. La cullo per un tempo infinito sussurrandole quanto sia al sicuro e  come sia stata brava con Ivy. Ho fatto l'ennesimo sbaglio, non è pronta a relazionarsi da sola con altre persone. Per me Ivy è mia sorella ma per lei è un'estranea che avrebbe potuto farle del male. Per fortuna Gemma si addormenta stremata da queste poche ore, ne approfitto per metterle una dose abbondante di crema per le irritazioni e la vesto. La lascio nella culla e prendo una radiolina. Ivy è seduta sul divano e mi sta aspettando
"Ivy ma cosa è successo?"
"La volevo cambiare ma non voleva. Poi ti ha chiamato e si è tranquillizzata ma quando ho visto la sua patatina tutta rossa ho pensato che sarebbe stato meglio metterle la crema. È scappata e le è venuto un attacco di panico per colpa mia" dice in modo triste
" ti avevo detto di non fare niente oltre quello che ti avevo chiesto. Gemma ha avuto un'infanzia molto difficile. Diciamo proprio che non ha avuto un'infanzia. La famiglia da cui viene la maltrattatava. So che non hai fatto in tempo a vederle ma sul suo corpo ci sono delle cicatrici. È necessario fare le cose con estrema calma, bisogna dirle tutto quello che vogliamo fare prima di farlo" le spiego.
"Poverina, io non immaginavo. Pensavo che fosse molto timida e che oggi saremmo potute diventare amiche"
"Lo diventerete tranquilla ma non sai quanto ho faticato per farla abituate alla mia presenza e al mio tocco. Ancora non si fida del tutto."
" stai facendo un ottimo lavoro. Appena ha sentito la tua voce si è calmata, mi ha permesso di prenderla in braccio e di stenderla sul fasciatoio"
" Grazie Ivy, ti fermi a pranzo? Gemma quando si sveglierà si sentirà mortificata e vorrà scusarsi "
"È meglio di no, la piccola ha già sopportato troppo la mia presenza." mi da un bacio e va via. Ne approfitto per continuare a lavorare nell'attesa che la mia principessa si svegli. Non sono arrabbiato con lei ma voglio che capisca che non deve buttarsi dal fasciatoio, si potrebbe fare male ed è già la seconda volta che lo fa.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora