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Finalmente oggi dimetteranno Gemma. L'ospedale proprio non le piace. Piange ogni volta che uno sconosciuto le si  avvicina. Non vuole farsi toccare e ogni volta ci metto mezz'ora per convincerla. La notte poi non riesce a dormire e devono  darle sempre un calmante per non farla agitare. Non vedo l'ora di tornare a casa per potermi prendere cura di lei. Voglio che riprenda tutte le sue abitudini
"Forza scimmietta vestiamoci che ti porto a casa" le dico infilandole la maglietta e inizia a sbadigliare. È sempre molto stanca ma è normale, la polmonite le ha indebolito le difese quindi dovrà prendere delle medicine per riprendersi. Ci  vorrà un po' prima di tornare ad essere la bambina piena di energia che è ma ci  riuscirà. La prendo in braccio e andiamo via.

Finalmente oggi torno a casa. Questi giorni sono stati un incubo. Ero molto spaventata dai dottori. Non riuscivo a dormire, avevo paura che potesse capitarmi qualche cosa. Daddy è stato molto paziente e spero non sia arrabbiato per questo mio comportamento.
Appena entriamo a casa mi investe quell'odore di sicurezza che tanto mi piace e mi rilasso.
"Bentornata piccola mia" dice Daddy sorridendomi
"Finalmente, non ce la facevo più a stare in quel posto" dico mettendo il broncio. Sono le 6 di pomeriggio e io sono già molto stanca e inizio a sbadigliare.
"Allora adesso facciamo un bel bagno così ci laviamo via questo odore di ospedale e poi ci mettiamo nel letto, si?" annuisco felice, adoro stare nel letto insieme a lui e poi mi fa sempre scegliere cosa guardare.
Dopo aver fatto il bagno mi mette il pannolino
" No daddy ormai ho imparato come i grandi" protesto
"No signorina. Ti avevo detto che saremmo tornati alle regole di sempre e così faremo, non fare i capricci" dice in tono fermo
"Ma non ci riesco più" dico facendo scappare un paio di lacrime
"Ssh vedrai che sarà facilissimo e il tuo corpo si riabituerà subito. Altrimenti faremo un clistere" dice così naturalmente
"Nono il clistere no, sarò brava"
"Allora sforzati, su"
Mi lascio mettere il pannolino e poi mi fa indossare una tutina comodissima. Mi sono mancate tanto
"Daddy perché in ospedale non mi hai portato il mio pigiamino?"
"perché non potevi stare vestita per via di tutti quei tubicini che avevi attaccati al corpo" dice mentre prepara la medicina
"Adesso beviamo questo sciroppo e poi ci riposiamo"
"Ma non è buono. Non voglio. Basta ti prego"
"Gemma niente storie. Lo so che sei stanca ma se vuoi guarire e tornare al parco devi obbedire" dice in tono severo
"Ma quando posso tornare al parco?" dico incrociando le braccia al petto
"Presto principessa. Quando sarai guarita ti ci porterò ogni volta che vuoi" dice facendomi una carezza. Riesco a prendere la medicina senza troppi capricci, è orribile ma voglio tornare a giocare e mi addormento poco dopo, mentre Daddy mi sussurra quanto sono brava e paziente. Quella notte dormo come non facevo da tanto tempo. Non mi sveglio mai e il giorno dopo dormo quasi tutta la mattina. Ho molto sonno arretrato evidentemente. Mi sveglio a causa della fame. Daddy è al computer, sta lavorando.
"Daddy" lo chiamo per attirare l'attenzione
"Ben svegliata principessa. Temevo dormissi per sempre" dice ridendo
"Ho famissima, voglio una pizza gigante" dico allargando le braccia
" ehi signorina, innanzitutto si dice vorrei e si chiede il permesso e poi niente schifezze, si mangia il brodo perché fa bene" dice rimproverandomi come una bambina ma sorridendo
"Scusa daddy" dico sbadigliando
"Forza a mangiare"  prova a mordermi la pancia e cerco di sfuggirgli
"No Daddy non sono buona" dico ridendo
"Dai che oggi poi vengono Lia e Jason così potete giocare"
"Siiiiiiii, posso farle vedere i miei giochi nuovi"
Daddy mi ha comprato un sacco di giochi nuovi ma sospetto che sia per tenermi buona. Tra poco inizierò  sicuramente a chiedere di uscire e lui mi dovrà dire di no. Farò i capricci di sicuro.
Quando suonano alla porta va ad aprire Daddy. Io sono comodamente seduta sul divano, mi stanco facilmente. Appena la porta si apre Lia mi corre in contro e mi abbraccia
"Mi sei mancata, come stai?" dice tutto d'un fiato. Ma non faccio in tempo a rispondere
"Lia, vieni immediatamente qui" lei si irrigidisce e torna sui suoi passi.
" Saluta educatamente Philip e non ti permettere più di correre via senza il mio permesso" le dice dandole una sculacciata. Lei abbassa la testa e si tocca il sedere.
"Scusa Daddy, buongiorno Philip" dice Lia con la testa bassa
"Brava, adesso puoi andare da Gemma" torna senza correre e si siede vicino a me.
"Daddy posso far vedere i giochi a Lia?" dopo pranzo li abbiamo spostati nel box così possiamo essere controllate più facilmente
"Certo" Ci prendono in braccio e ci portano nel box.
"Fate le brave"
"Allora Gemma come va?"
"Uno schifo. Sono sempre stanca e spesso ho il fiatone dopo aver fatto le scale. Le medicine fanno schifo e mi fanno dormire molto" dico arrabbiata
"Vedrai che piano piano tornerà tutto normale. Ti saluta il nostro professore e ti manda degli esercizi, senza di te è tutto più brutto. Jason mi ha già punita due volte da quando non ci sei a lezione"
" Ah si? E cosa hai fatto?" chiedo ridendo
"Non ho fatto i compiti e ho preso 5 a scienze. Mi ha punita molto severamente, prima a mano nuda, poi con la spazzola e dopo ha tirato fuori una bacchetta molto dolorosa. Poi mi ha fatto stare un'ora con le mani sulla testa e il culetto nudo e infine mi ha fatto scrivere cinquanta volte che non devo disubbidire a Daddy altrimenti vengo punita" ridiamo fino alle lacrime. Giochiamo per un po' con i nuovi giochi ma poi inizio a sentirmi stanca e ad avere il fiatone. Lia si spaventa un po'e chiama Jason
"Daddy corri Gemma non si sente bene"

POV PHILIP
Lasciamo le bambine nel box ed andiamo in cucina per bere un caffè, le sentiamo ridere e questo mi fa sentire felice. Gemma sta attraversando un altro periodo difficile e voglio che non si butti troppo giù.
"Allora Philip, come è stato il rientro a casa?"
"Bellissimo. Stavo impazzendo in quell'ospedale. Nessuno mi permetteva di prendermi cura di lei. Era così indifesa in quel grande letto. Appena siamo tornati non voleva più il pannolino perché la le avevano messo il catetere ma poi si è convinta"
"Si certo con qualche minaccia delle tue" dice ridendo
"Forse. Ma ora va meglio. Abbiamo ripreso la nostra routine. Ci vorrà un po' ma ne usciremo anche questa volta" Ad un certo punto Lia si mette a gridare ma non capiamo cosa dicesse. Corriamo da lei e vedo Gemma accasciata in un angolo che respira male. In ospedale mi hanno informato che sarebbe successo e mi hanno dato un farmaco per farla riprendere. Corro a prenderlo e Jason glielo inietta. Si lamenta un po' ma piano piano torna a respirare normalmente
"Così Gemma brava, respira piano" è molto stanca quindi Jason e Lia se ne vanno. La prendo in braccio e la cullo per un po'
"Daddy ma non guarirò più?" dice guardandomi
"Ma certo piccina, solo che ci vorrà del tempo. Devi essere paziente"

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora