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POV PHILIP
Sento dei suoni lontani. Ho mal di testa e vorrei che smettessero. Cerco di muovermi ma il mio corpo non reagisce. Quando finalmente riesco ad aprire gli occhi una forte luce mi acceca. Faccio fatica ma alla fine riesco ad aprirli. Sono attaccato a delle macchine e inizio ad agitarmi. Dopo poco due medici mi circondano e cercano di tranquillizzarmi
"Calmati, va tutto bene. Adesso ti togliamo questo tubo". Mi fanno tossire e mi tolgono il tubo che mi aiuta a respirare. Bevo dell'acqua e continuo a tossire. Provo a parlare ma non ci riesco. Ho molti dolori ma improvvisamente mi viene in mente lei. Deglutisco e provo a dire qualche cosa
"Puoi ripetere? Non ho capito"
"Gemma"
"Chi è Gemma? Mi informo e ti faccio sapere" Non so se sono riuscito a salvarla, se sta bene. Mi fanno un sacco di esami e di test,sono molto stanco ma resisto. Voglio andarmene da qui. Ad ogni dottore chiedo di lei ma nessuno sa niente. O è morta oppure non è stata ricoverata. Mi addormento per non so quanto ma improvvisamente mi sveglio e giro lo sguardo verso il vetro. Lei è lì in lacrime e mi sta guardando. Ha un braccio fasciato, deve farle male. Non sono riuscito a proteggerla, che stupido. Sono troppo indolenzito per muovermi ma quando entra è lei a prendermi la mano. Sono talmente emozionato che non mi importa di piangere davanti a lei. Normalmente eviterei, io sono il daddy, io mi prendo cura di lei non viceversa ma adesso ho bisogno di lei. Mi sussurra di stare tranquillo e mi accarezza i capelli. Il suono delle macchine rallenta e mi addormento. Vorrei stare più tempo sveglio ma mi sembra di non dormire da anni. Quando mi sveglio lei non c'è. Sono abbastanza sicuro di essere in terapia intensiva quindi l'orario di visita sarà ridotto.
"Allora hai incontrato la tua Gemma?" mi chiede uno dei dottori
"Si" dico abbozzando un sorriso
"E questo quando pensi di darglielo?" chiede porgendomi una scatolina. Credevo di averlo perso
"Dovevamo andare a Parigi e invece sono stato investito" dico ridacchiando. Il dottore mi tiene un po' di compagnia e nel frattempo mi fa degli esami neurologici.
"Allora Philip secondo me sei sano come un pesce. Domani ti sposto in reparto così avrai più tempo per stare con la tua innamorata"
"Grazie dottore"
"Chiamami Will" mi saluta con un cenno e se ne va. Ormai parlo bene. Mi faccio prestare un telefono e chiamo Jason.
"Pronto?"
"Sono Philip"
"Ciao bello, da dove chiami?"
"Dal telefono di un certo Parker, dice di salutarti"
"Oh lo pneumologo. Digli che mi deve una cena" dice facendomi ridere.
"Gemma è lì con te?"
"No ma te la chiamo. Puoi suggerirle di mangiare un po' di più? Non vorrei che facessimo a botte quando tornerai in forma" rido per la sua battuta. So che Jason sta facendo del suo meglio ma con Lia in cinta e Gemma nel panico non sarà tanto facile.
"Pp-ronto?"
"Ehi principessa" scoppia a piangere e non mi risponde. Sento solo i suoi singhiozzi.
"Basta lacrime ti prego" si calma un po' e smette di singhiozzare
"Mi sei mancata così tanto". È la verità. Non so dove sia stato per tutto questo tempo ma sentivo che c'era qualcuno che mi chiamava.
"Domani mi spostano in reparto. Potremo stare di più insieme" dico sorridendo
"Non vedo l'ora di essere a domani"
"Gemma?"
"Si daddy?" che bello sentirsi chiamare così.
"Sei dimagrita troppo, promettimi che ti sforzerai di mangiare un po' di più"
"Beh non è stato un periodo facile" dice mettendosi sulla difensiva. Non voglio farla arrabbiare, posso solo immaginare cosa abbia provato. Insomma stavo per morire.
"Lo so piccolina"
"No tu non lo sai. Non dormo da settimane. Un avvocato mi ha letto il tuo testamento biologico. Lasciatelo dire fa schifo" mi dice arrabbiata. Inizio a ridere e la contagio. Mi è mancata la sua risata.
"È così che si parla al tuo daddy?" dico per stemperare la situazione e per evitare che si rimetta a piangere
"Scusa, è che.." ma non la lascio finire
"Tranquilla Gemma, puoi urlarmi tutto quello che vuoi. Basta che domani mi porti un po' della tua risata. Niente broncio"
"Promesso"
"Adesso devo restituire il telefono. Puoi comprarmene uno nuovo?"
"Certo, a domani. Ti amo"
"Anche io amore mio. Dormi tranquilla che non vado più da nessuna parte" chiudo la telefonata e restituisco il telefono
"Grazie Parker."
"La ami molto, vero? "
"Più della mia stessa vita. Non mi sarebbe importato di morire se non avessi conosciuto lei ma adesso non potrei farne a meno" mi saluta e se ne va. Riesco a riposare un po'ma i dolori mi tengono sveglio e le medicine mi stordiscono. Il giorno dopo non ho una bella cera.
"Buongiorno. Sei un po' pallido"
"Mi fa male la testa e da stanotte il dolore è aumentato"
"Controllano la ferita e notano che un punto è saltato. Riparano il tutto e mi danno altre medicine.
"Mi spostate in reparto vero?"
" si ma devi stare immobile altrimenti ti riporto qui" dice minacciandomi scherzosamente
"Si dottore"
"Sai è un medico militare. Ha il vizio di dare ordini a tutti" mi sussurra il suo collega. Ridiamo e poi rimango solo. Finalmente riesco a dormire un po' e quando mi sveglio sono in una camera diversa
Gemma è qui vicino a me. Mi tiene la mano e ha la testa appoggiata al mio braccio. Avrà sicuramente dormito poco e mi dispiace. Avrà perso tutte le nostre abitudini. Chissà come sarà stato per lei ritorvarsi improvvisamente da sola. So che sarà stata bravissima ma non vedo l'ora di poter tornare a casa
"Buongiorno principessa mia" alza la testa di scatto e mi sorride
"Ciao daddy, come stai? Ho saputo della testa" me ne ero quasi dimenticato.
"Si mi hanno ordinato di stare fermo"
"qualcuno ti ha ordinato qualche cosa e hai obbedito? L'apocalisse è vicina" dice prendendomi in giro
"Spiritosa" dico toccandogli il naso
"Come va il tuo braccio?" le chiedo per spostare l'attenzione da me
"Domani devo fare una radiografia di controllo ma Jason dice che sta meglio". Però non è guarito del tutto e mi tengo a mente di chiedergli spiegazioni. Passiamo un po' di tempo a parlare e dopo un po' entra Jason.
"Ciao Phil"
"Ehi, come sta Lia?"
"Bene. Ti saluta ma è meglio se rimane a letto"
"Certo, dille che mi piace molto il nome che avete scelto" parliamo un po' e poi mi ricordo di non aver chiesto a Gemma del braccio quindi provvedo subito.
"Gemma come ti sta il braccio?" fa una faccia strana ma risponde. Jason si trattiene a parlare fino a che non è l'ora di tornare a casa. Gemma non vuole andarsene e piange un po'
"Ssh piccolina basta lacrime. Sono tranquillo se so che stai bene e che sei al sicuro. Ti chiamo dopo non ti preoccupare per me" si convince e si lascia portare via da Jason.

Sono preoccupata. Mi ha chiesto due volte del braccio. Decido di dirlo a Jason ma non sembra allarmarsi molto
"Può essere normale nelle sue condizioni". Non so se lo dice per tranquillizzarmi ma quando parlo con il neurologo mi promette che  faranno delle analisi
"Consideri signorina che è uscito dal coma due giorni fa. Il cervello deve riprendersi" mi tranquillizzo e torniao da Lia che sta dormendo.
"Jason posso cucinare qualche cosa?" chiedo timidamente
"Oh per fortuna" disce mettendosi una mano in fronte teatralmente
"Ma non cucini male" disco sorridendo
"No ma tu sei più brava. Ma fai un dolce ti prego. Devo farmi perdonare da Lia" dice tossicchiando
"Che hai combinato?"
"Potrei aver insinuato che ha preso qualche chilo"
"Ma Jason è incinta di tua figlia" disco rinproverandolo
"Ma volevo dire che sta bene e invece, come fate voi donne, ha pensato che le stessi dando della grassa" dice sospirando
"Va bene allora faccio la sua preferita ok?"
Due ore più tardi è tutto pronto. Ho chiesto il permesso a Daddy di comprare un telefono anche per me. Ho dovuto giurare di usarlo solo per parlare e non per stare sui social, così lo chiamo.
"Ehi Gemma"
"Ciao Daddy"
"Sono felice di dirti che il mio cervello è sano ma ti avverto potrei chiederti le cose un paio di volte"
"Mi dispiace di non avertelo detto"
"Avresti dovuto invece" dice alzando la voce. Non penso di meritarmelo. Sono emotivamente distrutta e sappiamo quanto la mia mente sia fragile.
"Ok" dopo tutto quello che abbiamo passato non mi va di essere rimproverata per averlo protetto. Lo so che mi arrabbio quando lo fa lui però adesso è diverso o forse no ma sono stanca.
"Scusami principessa, non litighiamo ok?"
"Volevo solo proteggerti" butto giù la telefonata e tiro su con il naso. Mi richiama un paio di volte ma non rispondo
"Gemma c'è Philip al telefono, perché non rispondi?" ma quando vede che mi asciugo una lacrima gli dice qualche cosa e butta giù.
"Vieni qui bambolina. Che cosa ha fatto?"
"Si è arrabbiato perché non gli ho fatto notare che mi ha chiesto due volte la stessa cosa. Ma l'ho fatto per lui, per non farlo preoccupare inutilmente" dico singhiozzando.
"Hai fatto bene. Non dargli retta. Mai dire ai pazienti qualche cosa di cui non si è sicuri. Hai fatto bene a chiedere ad un dottore". Il mio telefono continua a squillare. Jason mi lascia un po' di privacy e rispondo
"Ti prego non riattaccare" tiro su con il naso ma non voglio che senta che mi ha fatto piangere
"Scusami amore mio sono un cretino" oh se lo sei. Non dico niente. Sto per esplodere e non vorrei pentirmene.
"Ti prego di qualche cosa"
"Non posso. Sono al limite e potrei dire qualche cosa di cui mi pentirei" gli confesso.
"Scusami principessa, sono un'idiota. È che voglio tornare da te e ho avuto paura che questa cosa rallentasse tutto"
" Tornerai a casa quando starai bene e se noto il minimo problema lo riferisco ad un medico, non ad un avvocato" dico arrabbiata.  Improvvisamente mi torna in mente un dettaglio che avevo trascurato
"Gemma ci sei?"
"Lo sai chi c'era alla guida dell'auto?"
"Non ho fatto in tempo a notarlo" dice ridacchiando
"Io si. Dopo che ti ha colpito ha fatto retromarcia ed è scappato via ma io l'ho guardato in faccia"
"Sapresti riconoscerlo?"
"Oh sì, è stato Nathan"

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora