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POV PHILIP

"Gemma io non credo che sia stato Nathan. Insomma serbi del rancore per lui ma non puoi accusarlo di una cosa così" le dico con cautela, la questione è estremamente delicata
"Non mi credi?" mi chiede tirando su con il naso. Merda, non voglio farla piangere. Sembra sull'orlo di una crisi nervosa
"Non ho detto questo. Solo che mi sembra alquanto improbabile"
"Grazie davvero per la fiducia che mi stai dando" dice buttando giù il telefono. Si è arrabbiata, dannazione. Non faccio in tempo a richiamarla che mi squilla il telefono
"Pronto?"
"Mi dici che cavolo fai? Gemma non ha bisogno di piangere ulteriormente. Ma l'hai vista? Si regge a malapena in piedi" mi rimprovera Jason.
"Dice che è stato Nathan ad investirci"
"Nathan? Ma è sicura?" bene Jason le crede più di me. Sono stato uno stupido.
"Dice di averlo visto, non le ho creduto e si è arrabbiata"
" Se lo ha detto significa che è sicura. Lo diremo alla polizia, ci saranno delle telecamere da poter guardare" Ha ragione non ci avevo pensato.
"Puoi dire a Gemma di rispondere al telefono?" chiedo sospirando
"È scappata in camera. Philip ha bisogno di un sostegno. Lo sai come è fragile in queste situazioni"
"Lo so, cercherò di farmi perdonare. Buonanotte" chiudo la telefonata e chiamo Gemma. Stranamente mi risponde
"Pronto?" dice tirando su con il naso. Vorrei essere lì per stringerla
"Gemma mi dispiace. Non piangere ti prego" non mi risponde, sento dei leggeri singhiozzi.
"Facciamo così principessa. Stenditi e metti il telefono vicino al tuo orecchio" sento dei rumori quindi lo fa.
"Scusami se non ti ho creduto" le dico sinceramente
"Credi che non preferirei che fosse stato uno sconosciuto? Come faccio a far condannare il padre delle mie sorelle? Mi odieranno" dice con la voce spezzata.
"Andremo in fondo a questa situazione e poi capiremo come aggiustare tutto" provo a rassicurarla.
"Forza adesso copriti bene e dormiamo"
"Non voglio più dormire da sola" dice tristemente
"Non sei sola, io sono qui con te. Lasciamo i telefoni accesi così sentiremo i nostri respiri" acconsente e dopo poco si addormenta. Voglio tornare a casa, voglio tornare a prendermi cura della mia bambina.
Non riesco a dormire. Il suo respiro è calmo ma qualche volta si agita e temo possa fare qualche incubo. La mattina arriva presto. Il dottor Parker arriva e mi visita.
"Mi sembri in gran forma" mi comunica sorridendo.
"Direi che domani potrei dimetterti. Mah Philip se non stai a riposo mi vedrai apparire a casa tua e farti il culo, intesi?" ho passato molto tempo a parlare con lui e siamo diventati amici. Mi ha raccontato di Ava, la sua little e io le ho raccontato di Gemma e di tutto quello che abbiamo passato.
" Davvero? "chiedo sorpreso. Pensavo di dover restare qui per molto tempo.
" Vorrei che tu e Ava veniste a cena una volta ma non per farmi il culo" dico ridendo. Ci siamo scambiati i numeri di telefono qualche giorno fa quindi non avremo problemi a contattarci.
"Va bene amico adesso vado a finire il giro di visite, ci vediamo nel pomeriggio". Ho la riabilitazione di pomeriggio. Faccio un po' fatica a camminare e da qualche giorno mi esercito. Mentre sto pensando a come faremo a gestire tutto il mio piccolo terremoto entra in stanza e corre ad abbracciarmi .
"Ciao principessa"
"Ciao daddy"
"Dov'è Jason?"
"Lo hanno chiamato per un' urgenza. Ha detto che passa dopo". Faccio spazio sul letto e Gemma si stende vicino a me.
"Come stai amore mio?" gli chiedo premuroso
" insomma. Sono un po' in pensiero" mi confessa.
"Per Nathan?"
"Si, per le mie sorelle e per Christine. Non si meritano questo" dice tristemente. Le accarezzo una guancia e asciugo una lacrima
"Stamattina Jason ha contattato Marcus. Siamo stati alla centrale e abbiamo guardato le registrazioni" dice chiudendo gli occhi.
"È stato lui". Mi dispiace così tanto per lei. Non meritava anche questa batosta. Voleva solo due genitori che la amassero e invece si ritrova una madre drogata e un padre assassino.
"Oh bambina mia, vieni qui" si stringe di più a me e singhiozza.
"Sssh vedrai che si risolverà tutto. Non permetterò che ti facciano ancora del male".
Jason entra ma gli faccio cenno di stare in silenzio. Gemma si sta addormentando stremata. La cullo un altro po' e Jason la sposta sul letto vicino per permettermi di stare più comodo.
"Ti ha raccontato di stamattina vero?" annuisco sospirando
"Marcus mi ha informato che l'hanno appena arrestato. Perfortuna le sue figlie non erano con lui" tiro un sospiro di sollievo. Sky e Elly sono due bambine dolcissime, non si meritano di essere terrorizzate.
"Il dottor Parker ha detto che domani posso uscire. Dovresti aiutare Gemma a portare le valigie di là" lo informo. Anche lui sembra sollevato.
"Ma certo Phil stai tranquillo"
"Grazie per l'aiuto che ci hai dato, non deve essere stato facile"
"Pensarti morto?" dice ridacchiando nervosamente
"No non è stato facile ma Gemma e Lia sono incredibili e siamo andati avanti. Ma adesso tornatevene a casa vostra che io ho da fare con la futura madre di mia figlia" dice ridendo.
Chiacchieriamo ancora un po' e poi Gemma si sveglia.
"Daddy?" mi chiama non capendo dov'è
"Sono qui, non agitarti" si tranquillizza un po' e mi sorride.
"Gemma dove sono Elisabeth e Skyler adesso?"
"Penso dai genitori di Christine. Lei è dovuta andare in centrale e io non potevo chiedere a Jason di ospitare anche loro. Vorrei proporre a Christine di tenerle per qualche giorno se per te va bene. Solo per alleggerire la situazione" mi chiede sperando dica di sì. Certo sarà molto faticoso per lei, io non sono ancora del tutto in forma ma non posso dirle di no.
"Non devi nemmeno chiederlo Gemma. Le tue sorelle possono rimanere quanto vogliono. Ho chiesto a Jason di portarti a casa oggi, domani uscirò" a questa notizia si catapulta sul mio letto e mi abbraccia
"Finalmente finalmente" ripete euforica.
"Piano amore mio non saltare" la prego facendo una smorfia
"Oh scusa daddy,grazie" dice dandomi un leggero bacio sulle labbra.
Quando è l'ora di tornare a casa fa un po' di capricci
"Ma non voglio stare lontana" dice torturandosi le mani.
"Vieni qui piccola mia. Solo per oggi. Da domani torniamo alla nostra vecchia vita e alle regole" calco di più questa parola facendola sorridere
"Promesso?" sembra così piccola e indifesa
"Promesso amore mio. Ora fai la brava e vai con Jason. Fai quello che ti ho detto e aiuta Lia" le faccio un milione di altre raccomandazioni e poi riluttante esce. Mi dispiace vederla andare via con il broncio ma non può rimanere a dormire qui.

Torniamo a casa, prendiamo Lia e andiamo a casa mia. Casa dolce casa. Disfo le valigie e metto un po' in ordine. Jason posiziona una sedia a rotelle in soggiorno
"E quella?" chiedo spaventata
"È solo per precauzione. Philip fa fatica a camminare, per un po' avrà una stampella ma non si sa mai. Vedrai che non gli servirà" dice per tranquillizzarmi.
"Gemma vado a preparare le camere per le bambine" mi informa Lia per distrarmi. Le ho raccontato tutto mentre eravamo in macchina. Jason ha dovuto richiamarla un paio di volte per il suo linguaggio poco consono per una signorina ma mi ha fatto ridere e quando ha visto che ridevo l'ha lasciata stare. Sono tutti attenti a pensare alla mia felicità e questo mi lusinga. Ho capito che la famiglia non è fatta solo da mamma e papà, ci sono infinite altre persone che possono farne parte e non devono avere necessariamente il tuo stesso DNA.
Quando vado a vedere ha fatto un lavoro stupendo. Io e Philip dormiremo al piano terra così non si stancherà a fare le scale. Mentre sto preparando qualche cosa da lasciare in frigo suonano alla porta. Vado ad aprire. Le mie sorelle mi abbracciano felici di vedermi mentre a Christine sfugge una lacrima che prontamente si asciuga per non farsi notare dalle bambine. Jason mi raggiunge e le fa entrare.
"Forza bambine vi preparo la cioccolata" seguono Lia felici mentre io e Jason restiamo in sala con Christine. La faccio accomodare.
"Non posso credere che l'abbia fatto. Lui non era così" dice singhiozzando. Questo mi colpisce. Sono convinta che la mia presenza gli abbia scatenato questo rancore che provava nel profondo, quindi è colpa mia se adesso le mie sorelle non avranno più un padre.
"Mi dispiace tanto, se avessi potuto non lo avrei denunciato"
"Gemma non colpevolizzarti. Non potevi fare diversamente. Ho solo paura di doverlo spiegare alle bambine. Con loro è fantastico". Solo con me non lo è, mi odia talmente tanto da volermi uccidere. Philip si è fatto male per salvarmi ma l'obiettivo ero io.
"Parlerò io con loro. Non oggi naturalmente. Ho già sistemato le loro camere. Quando vuoi puoi lasciarle qui." mi abbraccia e Jason ci lascia un po' di privacy. Lia porta la cioccolata a tutti e ridiamo per le bocche sporche delle bambine.
"Come sta Philip?" chiede Elisabeth
"Domani torna a casa" le dico sorridendo. È una bambina sveglia so già che ha capito tutto. Sky invece è piccola e non fa caso a quello che diciamo. Dopo aver finito la cioccolata ci salutiamo. Vorrei solo che Philip fosse qui. Jason e Lia mi lasciano un momento da sola, con la scusa di mettere in ordine le ultime cose. Mi gira un po' la testa e devo tenermi ad una sedia. Cerco di respirare con calma ma i pensieri si affollano nella mia mente. Non riesco a chiamare nessuno, la gola mi brucia e mi manca l'aria. Butto in terra la fruttiera per cercare di farmi sentire. La vista si annebbia e i miei occhi lacrimano. Il mio piano è riuscito, vedo Jason che mi corre in contro e mi prende al volo mentre le mie gambe cedono.
"Gemma respira piano. È tutto apposto. Da brava segui me". Riesco a seguire la sua voce e in qualche modo mi calmo. La vista torna nitida e inizio a respirare con più calma. Deve avermi dato qualche cosa perché mi sento un po' stordita
"Cosa mi hai dato?" gli chiedo sbattendo le palpebre
"Non ho l'inalatore quindi ti ho fatto un'infezione dello stesso farmaco ma ha un effetto più rapido. So che ti senti stordita ma tra qualche minuto tornerai in forma"
Mi aiuta ad alzarmi e mi fa sedere su una sedia. Vorrei che ci fosse Philip qui con me adesso. Jason sembra leggermi nel pensiero.
"Chiamo Philip e te lo passo" annuisco e se ne va
Lia cerca di distrarmi ma la mia mente è altrove. Sono una pessima amica, non mi preoccupo di come sta e non le chiedo mai della bambina. Ma questi giorni sono stati particolarmente difficili.
"Come sta la mia nipotina?" chiedo cercando di rimediare
"È un piccolo terremoto, avrà preso da me" ridiamo a questa affermazione e chiacchieriamo del più e del meno. Dopo poco torna Jason con il telefono in mano. Mi alzo e vado a sedermi sul divano.
"Daddy"
"Principessa mia come stai?"
"Meglio"
"Cos'è che ti ha fatto stare male?" mi chiede senza troppi giri di parole
"Christine ha detto che Nathan con le bambine è fantastico. Questo lo sapevo già ma lui ha cercato di uccidermi. Mio padre mi odia talmente tanto da volermi vedere morta" dico mentre la voce mi si incrina.
"Oh amore mio non fare così. Lo so che è difficile ma insieme usciremo da questa situazione. Non permetterò che ti faccia soffrire ancora" dice determinato. So che l'idea di non potermi stare accanto in questi momenti lo distrugge.
"Adesso però basta lacrime. Torna a casa di Jason e passa la tua ultima notte priva di regole che da domani torna il tuo daddy" dice facendomi ridere. Lo amo.

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