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"No daddy fa male ti prego basta". Proprio oggi ha deciso di iniziare la ginnastica come la chiama lui. Si è presentato in camera con un dildo, molto piccolo devo ammettere. Ma per ora non sembra che entri bene. Forse è perché non riesco a rilassarmi
"Sssh principessa, se non ti rilassi ti farà più male". Cercai di dimenarmi ma lui mi tenne ferma
"Basta capricci Gemma" finalmente entrò tutto, ero esausta.
"Adesso lo terrai un po'"
"Ma brucia, ti prego toglilo. Faccio la brava ma toglilo"
"Ehi cucciola guardami" ubbidisco e alzo lo sguardo
"Non è una punizione. Hai acconsentito e so che non è piacevole ma tra poco non lo sentirai più. Ha ragione, sono curiosa ma non pensavo fosse così doloroso. Forza alziamoci e camminiamo un po'". Mi alzo ma scendere le scale è doloroso. Piango per tutto il tempo e poi con mio grande sollievo lo toglie
"Sei stata brava amore mio. Ti ha fatto tanto male?"
"Non tantissimo ma per ora non è piacevole" dico mettendo il broncio
"Lo sarà principessa te lo prometto"
"Forza mettiamo la crema" non voglio che mi tocchi ancora li, sono molto sensibile
"Non importa daddy sto bene" cerco di convincerlo ma mi porta sul fasciatoio e mi fa girare
"Mmm non voglio ti prego basta" dico per convincerlo
"Questo ti farà sentire meglio, stai buona Gemma" smetto di oppormi, ha ragione e lo ringrazio. Poi mi da due sculaccioni
"Troppi capricci oggi principessa, smettila" dice ammonendomi
"Scusa daddy" mi accarezza i capelli e mi fa scendere.
Il resto del pomeriggio lo passo sui libri. Tra poco avrò gli esami ma ho ancora molta difficoltà in matematica. Philip mi fa fare molti esercizi ma è faticoso e spesso non mi riescono.
"Fammi controllare gli esercizi di matematica" Mi chiede entrando in cucina. Mi prende il panico, non li ho fatti
"Ehm si un attimo" cerco di prendere tempo ma si insospettí.
"Come pensi di migliorare se non ti eserciti?" chiede alzando un sopracciglio. Ha ragione ma la matematica proprio mi fa essere pigra.
"Sinceramente Gemma ti credevo più matura" con questa frase se ne va per tornare con la spazzola. Oh no, so già cosa ha in mente
"Ti prego faccio tutti gli esercizi ma non punirmi" cerco di intenerirlo.
"Adesso ti alzi e ti stendi sul bracciolo del divano" obbedisci e cammino piano per rallentare il tutto. Mi stendo nella solita posizione.
"Sei una cattiva bambina Gemma e le cattive bambine vanno punite. Mi hai deluso" inizio a piangere prima che inizi la punizione. Non voglii deluderlo, voglio che sia orgoglioso dei miei progressi ma per ora non lo è. 60 colpi, il mio sedere va a fuoco ma so di meritarlo e non mi oppongo.
"Alzati, faccia al muro"
Mi raggiunge poco dopo con il libro di matematica.
"Voglio che lo leggi tutto ad alta voce"
tutto? Ma sono 200 pagine penso
"Ma..." non ho il tempo di continuare che riprende a sculacciarmi
"Va bene va bene lo leggo, basta basta" smette per fortuna e inizio a leggere. Sarà un lungo pomeriggio. Lui è seduto comodamente sul divano a lavorare mentre io sono in piedi da 3 ore, forse 4. Non so quanto tempo passa ma sono esausta.
"Gemma non ti sento alza la voce" obbedisco subito. Non voglio altre sculacciate. 5 ore dopo ho finito il libro. Mi appoggio al muro, le gambe mi fanno male.
"Ehi vieni qui appoggiati a me" mi prende in braccio e mi porta sul letto per mettermi la crema.
"Sei stata brava ma la punizione non è finita" mi giro di scatto impaurita.
"Adesso rimani qui e fai gli esercizi. Ad ogni errore corrisponderà una bacchettata. Così vediamo se prendi seriamente i compiti che ti do". Spero di non fare troppi errori, la bacchetta fa molto male e il mio sedere è già abbastanza viola.
"Daddy ho finito". Viene a controllare e poi mi dice il risultato
"5 errori, sei stata brava ma devi comunque pagarli. Voglio che conti"
"Uno" dico scattando in avanti per il dolore
"Dd-ue, ti prego basta ti prego"
"Supplicare non servirà a niente"
"Trr-e" scoppio a piangere
"Qq-uattro" dico tra i singhiozzi
"Ccinque" urlo in preda al panico. So di essermele meritate tutte ma fa malissimo. Prova a toccarmi ma mi alzo velocemente e mi rintano nel mio amato angolino

POV PHILIP
Ho dovuto punirla altrimenti non capirà mai l'importanza di quello che le ho chiesto. Più volte mi sono raccomandato ma non mi ha dato ascolto. Mi dispiace vederla in quello stato ma è necessario.
"Ehi Gemma, vieni qui" dico per farla alzare dall'angolino. Quel punto è il primo posto dove  si rifugia quando non riesce a  controllare le emozioni o quando ha paura.
"Fammi controllare dai" si alza a fatica e l'aiuto a stendersi sul letto. Il suo culetto è violaceo, deve farle abbastanza male. Non è semplice metterle la crema
"Ti prego basta" dice singhiozzando.
"Ho quasi fatto amore mio, lo sai che questa ti fa stare meglio" mi lascia fare e poi andiamo a cena. Cerco di farla chiacchierare per distrarla ma non dice molto. Lo so che sono stato molto duro con lei ma reputo la scuola davvero importante e mi fa arrabbiare quando pensa di fare la furbetta con me. Preferirei che mi chiedesse aiuto.
"Possiamo andare a dormire?" chiede sbadigliando
"Certo principessa" la prendo in braccio cercando di non farle male e la porto a letto.
"Scusami daddy se sono stata cattiva" dice mentre si mette il ciuccio in bocca
"Non fa niente amore, spero tu abbia imparato la lezione"
"Oh si" si affretta a dire. Sorrido a quella risposta così frettolosa e la cullo per farla addormentare. È stata una giornata faticosa. Non mi piace punirla e vederla in lacrime ma devo farlo per il suo bene e per la sua educazione.
"Daddy svegliati" apro gli occhi contro voglia ma Gemma è in lacrime e questo basta a svegliarmi
"Ehi principessa, che succede?"
"Mi fa male la pancia" dice tenendosela stretta
"Oh piccina fammi vedere, stenditi qui" l'aiuto e le alzo la maglia. Non le fa male la pancia ma più in basso, dove c'è l'appendice.
"Ssh principessa, adesso chiamo Jason. Non ti agitare"
"Nono niente dottori" dice mentre prova a prendermi il telefono. Sono più veloce e riesco a chiamarlo
"Pronto?"
"Ciao Jason sono Philip"
"Ciao amico, scusami ma sto lavorando. Ti chiamo dopo"
"Aspetta aspetta. Gemma ha un forte dolore vicino l'appendice" dico un po' nel panico.
"Oh, beh portamela in ospedale che la visito"
"Si, forse ci vorrà un po' per convincerla ma arriveremo" ride e chiude la chiamata. Gemma è distesa a letto, è bianca come un cencio.
"Ehi principessa. Adesso andiamo in ospedale. Jason ci aspetta lì"
"Perché in ospedale? No daddy ora mi passa. Ti prego non portarmi lì" mi supplica
"Ehi ehi calmati piccina mia. Voglio solo che tu guarisca. Ti fidi di me? " dico per convincerla.
"Si ma... Vv-a bb-ene ma non ce la faccio a camminare" dice piagnucolando. La prendo in braccio e la metto in macchina.
Quando arriviamo sembra stare un po' meglio e vuole camminare. Jason ci aspetta in reparto
"Ehi bambolina" dice accarezzandole la guancia.
"Sei parecchio pallida eh?" Ci scambiamo uno sguardo serio e poi la fa stendere sul lettino e le fa qualche domanda
"Ti fa ancora molto male?"
"Non molto" so che non vuole farsi visitare quindi non credo che  dica la verità.
"Gemma voglio la verità" dice Jason anmonendola
"OK ok si mi fa male, molto male" dice vomitando poco dopo
"Scusate" dice scoppiando a piangere
"Ehi ehi, non fa niente bambolina"
"Dottore mi ha chiamato?"
"Si Laura. Ho bisogno di un consulto, puoi chiamarmi il dottor Weber?"
"Certo dottore"
"Consulto?" chiedo allarmato. Un'infermiera si avvicina a Gemma e le fa qualche domanda per tenerla occupata mentre noi ci allontaniamo per parlare.
"Allora Philip penso sia appendicite, dovremo operare oggi stesso. Ho bisogno che spieghi a Gemma la situazione e che trovi il modo di non farla agitare. È un'operazione di routine. Andrà tutto bene"
"Jason, ho solo lei lo sai" dico con gli occhi lucidi
"Lo so ma non succederà niente stai tranquillo". Torno da Gemma e Jason esce
"Devo operarmi vero?" dice sorprendendomi
"Come lo sai?" chiedo curioso
"L'infermiera, che essendo donna è molto più intelligente di voi, mi ha spiegato la situazione" dice accennando un sorriso.
"Farà male? Io non voglio" dice iniziando a piangere
"Oh amore mio non sentirai molto dolore, te lo prometto"
"Puoi chiamare mio padre?" chiede indecisa
"Ma certo amore, chiamalo te sarà sicuramente più contento di sentire la tua voce" le presto il telefono e lo chiama.
"Pronto?"
"Papà, sono Gemma" dice cercando di trattenere i singhiozzi
"Ciao Gemma, che hai? Ti sento strana"
"Ss-ono in ospedale mi fa male l'appendice e devono operarmi. Vieni ti prego" dice iniziando a piangere. Prendo il telefono e parlo con Nathan
"Nathan ciao"
"Philip, che significa?"
"Si è svegliata con un forte dolore e l'ho portata dal mio amico Jason, stanno preparando la sala operatoria. Tranquillo è un operazione di routine ma sono sicuro che vorrà vedere tutti voi quando si sveglierà"
"Dille che sto arrivando" chiude la chiamata. Torno da Gemma e cerco di farla calmare
"Non ti agitare altrimenti il dolore aumenta"
Cerco di rassicurarla il più possibile ma purtroppo l'ospedale e il dolore non mi permettono di riuscire nel mio intento.
"Sssh principessa non ti può succedere niente se ci sono io con te" le accarezzo i capelli e finalmente smette di singhiozzare. Ogni tanto geme per il dolore però. Quando entra Jason si fa coraggio e non fa storie per l'iniezione. Piano piano si addormenta e la portano via. Non voglio lasciarla sola. Dopo poco arriva Nathan insieme alle bambine e a Christine.
"Come sta?" chiede cercando di respirare per il fiatone
"L'hanno appena portata via. L'operazione durerà un'ora e poi dormirà per tutto il pomeriggio"
Avverto tutta la mia famiglia, verranno per il suo risveglio. Skyler si mette seduta sulle mie ginocchia, è cosí tenera.
"Non voglio che Gemma muoia" dice iniziando a piangere
"Non succederà piccolina, andrà tutto bene" si addormenta stremata dal pianto e la tengo in braccio coccolandola.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora