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Naturalmente non ho chiuso occhio. Ogni volta che provavo a dormire mi tornava in mente la conversazione avuta con Nathan. Lui sapeva di me ma ha scelto di lasciarmi in orfanotrofio. È colpa sua se sono stata affidata agli white. È colpa sua se riesco a malapena ad avere una vita normale. Bei genitori che mi ritrovo.
"Buongiorno principessa" dice daddy svegliandosi. Beato lui che ha dormito
"Buongiorno daddy" dico cercando di sorridere. È troppo bravo a capire il mio stato d'animo o forse sono io a non essere brava a nasconderlo
"Hai dormito almeno un po'? " mi chiede premuroso
"Non molto" confesso.
"Gemma devi svegliarmi quando stai così" mi rimprovera bonariamente
"È che tu fai tanto per me e hai bisogno di riposare". È la verità. Si prende cura di me, va a lavoro e quando è stanco cerca di non darlo a vedere. Ogni tanto ha bisogno di una tregua e quando posso evito di svegliarlo nel cuore della notte.
" Va bene piccolina ma ora andiamo a fare colazione forza". Non mi chiede come sto e gliene sono grata. Non so come mi sento, sono arrabbiata, delusa, sorpresa. Ma non è giusto che sfoghi tutte le mie sensazioni su di lui. Mi chiudo in me stessa per proteggere lui e per proteggere me da una verità così deludente. Mentre guardo la televisione daddy si siede vicino a me
"Gemma puoi ascoltarmi un attimo?" spengo la televisione ma non lo lascio parlare
"Ti prego daddy non sollevare l'argomento. Sto cercando di controllare quello che provo ma non ci riesco se mi chiedi come sto" dico con la voce tremante.
"Non voglio che ti controlli Gemma. Sfogati. Dimmi tutto quello che vuoi ma non ti tenere tutto dentro" sentendo queste parole non ce la faccio e inizio a urlargli contro tutto l'odio che provo per Nathan.
"Io lo odio capito? Odio tutti quelli che arrivano nella mia vita, si insinuano come se avessero il diritto di farne parte e poi quando si stufano se ne vanno. E chi si preoccupa di Gemma? Nessuno. A nessuno viene in mente che io possa soffrire. La mia infanzia è stata terribile. Sono stata stuprata più volte a 11 anni, torturata e lasciata a me stessa per anni con questo peso. Nathan sapeva che stavo in uno squallido orfanotrofio e non ha fatto niente. È colpa sua, solo sua. Tutto quello che mi è successo è colpa sua solo sua". Philip non dice
una parola ma quando scoppio a piangere mi abbraccia forte. Vorrei alzarmi ma non posso per via dell'operazione e tutto questo mi fa arrabbiare terribilmente.
"Ssh bambina mia basta piangere" dice mentre stringe i pugni. Vorrebbe sicuramente spaccargli la faccia e forse glielo lascierei anche fare.
"Odio vederti piangere" dice accarezzandomi una guancia. I punti mi tirano parecchio. Sono troppo agitata e  inizio a respirare male ma Philip Si scosta da me e cerca di aiutarmi
"Ehi ehi Gemma respira. Da brava segui me"
"Nn-on rr-espiro" corre a prendermi l'inalatore e mi aiuta a usarlo. Riesco a calmarmi un po' e mi addormento tra le braccia di Philip. Proprio dove voglio stare.

POV PHILIP
Si è addormentata sfinita. Esco in giardino e chiamo Jason. Lo chiamo sempre quando devo sfogarmi.
"Ehi bello, come va?"
"Uno schifo. Gemma ha appena avuto un attacco di panico"
"Un attacco di panico? Ti raggiungo subito"
Io e Jason siamo così, sempre pronti a sostenerci a vicenda. Arriva poco dopo e mi trova seduto in giardino. Mi asciugo qualche lacrima ma Jason lo nota lostesso.
"Ehi gigante, che c'è?" mi chiede sedendosi vicino a me
"Non lo so, è che è difficile a volte. Le è venuto un attacco di panico per quel coglione. Ho paura che non sia più felice con me" dico asciugandomi un'altra lacrima sfuggita al mio controllo.
"Philip non scherzare. Gemma stravede per te. Tu sei il suo porto sicuro. Ha avuto un crollo per quello stronzo ed è normale. Ti ricordi quando è arrivata? Diceva si e no tre parole. È grazie a te se ha imparato a fidarsi di più. Le hai dato la vita normale che ha sempre voluto" dice tirandomi su di morale
"Lo so ma dovresti vedere i suoi occhi quando qualcuno la ferisce. C'è terrore e non so come farla sentire al sicuro"
"Non siete soli va bene? Io e Lia vi aiuteremo a superare anche questa". Restiamo a parlare del più e del meno per un po'. Secondo Jason aiuta a distrarsi e fa sentire meglio.
"Vuoi che le controlli la ferita?"
"Oggi è meglio di no. Lasciamola tranquilla". Lo ringrazio e ci salutiamo.
Quando rientro Gemma è sveglia.
"Ehi amore mio, come ti senti?"
"Un po' meglio". Passiamo il resto del pomeriggio a coccolarci. Ha bisogno di me e non mi tirerò certo indietro. La prima volta che l'ho vista ho capito subito che aveva bisogno di amore e avevo ragione. Verso sera suonano al campanello. Vado ad aprire e rimango stupito. Non mi danno nemmeno il tempo di metabolizzare, corrono da Gemma senza degnarmi di un saluto. Mia madre mi lascia in mano una teglia pesante di lasagne e raggiunge Gemma. Ivy è già lì che l'abbraccia
"Ciao famiglia, prego entrate"
"Smettila brontolone" dice mia madre facendo ridere Gemma. Finalmente una risata sincera, che bel suono. Mia madre e Ivy non sanno di Nathan e spero che non facciano domande scomode. Ceniamo tutti e tre insieme e Gemma sembra felice di questa imboscata familiare.
"Allora Gemma le tue dolci sorelline come stanno?". Abbiamo portato Sky e Elly ad un pranzo di famiglia, Gemma ci teneva tanto a presentarle e tutti se ne sono subito innamorati.
"Stanno bene, i soliti terremoti" dice sorridendo
"E tuo padre?" chiede Ivy. Gemma si irrigidisce un pochino, le stringo la mano per rassicurarla ma lei risponde tranquillamente
"Io e Nathan non siamo più in buoni rapporti". Racconta quello che è successo senza tanti giri di parole, ammiro molto il suo coraggio
"Che figlio di...."
"Mamma datti un contegno" dico facendo ridere tutti
"Beh Gemma peggio per lui. Ci siamo noi per te ovviamente" la rassicura mia sorella.
"Vi ringrazio, significa molto per me" si è un po' intristita ma cerca di non farlo vedere. Gemma è così si vergogna delle sue emozioni e quando accumula troppo scoppia e si sfoga. Vorrei si sfogasse di più con me ma mi accontento, non voglio farle pressioni. Quando mia madre e Ivy se ne vanno mi aiuta a riordinare ma poco dopo la vedo agguantarsi ad una sedia
"Che succede principessa?" chiedo sorreggiendola
"Mi tirano i punti" dice lacrimando un po'. La prendo in braccio cercando di non farle male e la porto sul letto.
"Sssh basta lacrime. Sei stata tanto in piedi è normale"
"Si ma io voglio toglierli" dice mettendo un adorabile broncio
"Jason domani viene a visitarti, se è tutto apposto li leviamo. Stai tranquilla" la cambio sul letto perché sul fasciatoio sta scomoda. Si lamenta un po' ma riesco a farla stare buona
"Ho finito cucciola. Forza sotto le coperte"
"Ma io non ho sonno" protesta un po'
"Ssh Ssh niente capricci. Bevi il latte che ti racconto qualche cosa" gli spiego un caso che sto seguendo, le piace quando le parlo del mio lavoro e lo faccio spesso. Finalmente si addormenta, vado a finire di riordinare e poi la raggiungo stremato.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora