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POV PHILIP
"Sky potrebbe lanciare i petali e Elisabeth porterà le fedi". Stiamo decidendo i vari dettagli del matrimonio. Siamo seduti al tavolino con davanti un enorme mappa da riempire. L'ha fatta ieri sostenendo di voler organizzare tutto alla perfezione. Non ho mai visto questo lato di Gemma ma non mi dispiace. Forse perché anche io sono così.
Non so se Christine permetterà alle bambine di venire ma spero proprio di sì. Gemma dovrà avere il sorriso per tutto il giorno, non permetterò che qualche cosa o qualcuno lo rovini.
"Devo chiederlo a Christine" dice pensierosa
"Oppure puoi dire a Skyler di piangere forte" dico per farla ridere.
"Non posso usare una bambina così piccola. O forse si?" è così bella quando scherza e ride spensierata.
"Vuoi sapere che cosa ho organizzato oggi?" chiedo sapendo già la risposta
"Ti prego si" mi supplica
"Andiamo a visitare un paio di location. In una di queste ci pranziamo, giusto per capire se ci piace"
"Davvero? Che bello che bello" saltella felice ma poi si blocca
"Spero che tu non abbia scelto qualche cosa di troppo costoso signorino" dice scherzando
"Ehi ehi niente ordini al tuo daddy e no non ho scelto niente di troppo eccessivo" dico mentendo. Voglio solo il meglio per lei. Ce lo possiamo permettere e non vedo perché non farlo. Non avremo tanti invitati, sarà un matrimonio intimo. L'aiuto a vestirsi anche se ha deciso da sola cosa mettersi. Questi pantaloni bordeaux a vita alta le stanno benissimo. Ci abbina una camicetta bianca e dei tacchi non troppo alti.
"Aspetta Gemma finisco di abbottonarti"
"Posso farlo anche da sola" dice mentre cerca di sfuggire
"Gemma! " alzo la voce e si blocca all'istante. Non voglio punirla oggi quindi l'ammonisco solo. So dove vuole andare ma deve aspettare.
Ho acconsentito a comprare dei trucchi, mi ha promesso che non ne metterà molto.
Mentre si trucca vado a vestirmi. Non voglio essere troppo elegante quindi opto per un pantalone e una camicia azzurra. Mi sistemo i capelli e sono pronto
"Posso sedermi davanti?"
"Gemma dove stanno sedute le brave bambine?" le chiedo alzando un sopracciglio
"Dietro, sul seggiolino" dice abbassando lo sguardo. Mi avvicino e glielo alzo con due dita
"Non voglio che abbassi lo sguardo con me. Va bene per oggi puoi stare davanti" sorride felice e la bacio. Il viaggio non è lungo. Il posto è fantastico. Ha la chiesa che vuole e il mare ma sicuramente dirà che è troppo costoso.
"Wow" esclama appena scendiamo dalla macchina
"Benvenuti signori" ci accoglie una donna abbastanza anziana e molto sorridente.
"Buongiorno. Abbiamo prenotato"
"Siete gli sposini?" chiede felice
"si signora" risponde Gemma educatamente
"Ma che bella coppia, venite venite" ci conduce in una sala meravigliosa.
"è bellissima" dice sorridendo. Sapevo che la vista l'avrebbe fatta impazzire. Ci accomodiamo ed ordiniamo.
"Allora? Ti piace?"
"È meravigliosa. La vista è bellissima"
"Aspetta di vedere il resto"
"Non vedo l'ora". Il cibo è ottimo.
"Posso bere un po' di vino?"
"No Gemma non l'ho ordinato nemmeno io, su niente capricci" obbedisce e non lo chiede più.
Il cibo è buonissimo, persino Gemma mangia di gusto, cosa che fa raramente.
"Questo cibo è divino" commenta pulendosi con il tovagliolo.
"Hai ragione amore. Ti va di andare a fare un giro? Ti mostro il resto" acconsente e andiamo.
"Questa è la chiesa" è piccola ma molto bella. È tutta in muratura e ci sono diversi dipinti sulle pareti. Sparsi qua e là ci sono dei fiori freschi e dietro il piccolo altare c'è una grande finestra che affaccia sul mare. Non dice niente e questo mi preoccupa un po'
"Tutto bene?" chiedo prendendole la mano
"Si daddy è che è davvero bella. Oggi hai trovato la location dei miei sogni" dice sorridendo
"Ma vorrei sapere anche quali sono i tuoi sogni" mi chiede. I miei sogni? Non pensavo che mi sarei sposato, figuriamoci immaginare un posto e una chiesa.
"Qualunque cosa ti renda felice, rende felice anche me. Non credevo nemmeno che mi sarei sposato e invece eccoci qui" dico baciandola sulla guancia. Continuiamo il giro e Gemma è davvero entusiasta. Alla fine non ce la facciamo ad andare a vedere l'altra ma non credo ce ne sarà bisogno.
"Ti prego sposiamoci qui" dice sorridendo
"Sei sicura?"
" si mi piace molto". Si ricrederà quando vedrà il prezzo. Torniamo indietro e cerchiamo la signora gentile che ci ha accolto
"Eccovi qui. Allora? Vi piace?"
"È bellissimo. Vorremmo definire il tutto" la signora sorride e ci fa accomodare.
Quando dice il prezzo Gemma è contrariata. Si è arrabbiata lo vedo ma cerca di non farlo notare alla signora. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per definire il menù. Mentre ci dirigiamo alla macchina cerco di prenderle la mano ma lei rifiuta e aumenta il passo. Arrivati alla macchina si siede dietro, si allaccia la cintura e non mi guarda. Povero me. Forse non è stato carino mentirle. Si merita sicuramente una punizione ma prima devo spiegarle le mie ragioni. Le dico sempre che le bugie non si dicono e poi lo faccio io con lei. Voglio solo renderla felice. Per tutto il tragitto non mi parla. Ogni tanto la guardo dallo specchietto ma lei non incrocia mai il mio sguardo. Quando entriamo in casa si leva i tacchi ed esplode

Sono furiosa. Ovviamente ho intuito che sarebbe stato costoso ma non pensavo così tanto. Ma poi perché dirmi una bugia, mi crede così stupida?. Quando entriamo in casa mi tolgo quelle scarpe infernali e poi lo guardo.
"Perché mi hai detto una bugia?" chiedo con calma,sto cercando di non guadagnarmi una punizione
"perché non volevo che tu discutessi con il prezzo"
"Quindi devo stare zitta e accettare tutto?"
"Certo che no ma..." non lo lascio finire
" Perché non ti interessa la mia opinione, eh?" chiedo guardandolo dritto negli occhi. Si sta arrabbiando, ormai lo conosco bene. Ma non voglio dargliela vinta.
"Smettila Gemma. I soldi sono i miei quindi non hai voce in capitolo". Dopo questa bellissima frase si accorge di cosa ha detto e addolcisce lo sguardo. Ha ragione, i soldi sono i suoi. Ma dice sempre che questa è anche casa mia, che tutto questo è anche mio. Prima o poi troverò un lavoro, non voglio dipendere da lui per sempre. Lo guardo con delusione
"Gemma non volevo dire questo" lo guardo ancora un po' e poi esco di casa
"Non seguirmi" gli urlo e sbatto la porta. Normalmente sarei andata da Lia ma Camille ha la febbre e non voglio disturbare. Cammino senza una meta e mi trovo davanti casa di Parker e Ava. È una bellissima casa. Suono e aspetto.
"Gemma? Ma che bella sorpresa" dice Parker. Ava mi viene in contro e mi abbraccia.
"è così bello vederti". Mi fanno sedere sul divano e poi mi rivolgo a Parker
"Abbiamo litigato. Vorrei che lo chiamassi per dirgli dove sono ma preferirei che non venisse a prendermi subito se non disturbo ovviamente, altrimenti posso tornare a casa da sola". Faccio per alzarmi ma Parker mi ferma
"Puoi rimanere quanto vuoi Gemma, tranquilla. Chiamo Philip e lo avverto. Sarà molto preoccupato" noto un tono di disapprovazione nella sua voce ma non me ne curo più di tanto
"Che è successo?" mi chiede Ava preoccupata. Le racconto tutto e mi sforzo di non piangere.
" Voglio solo che non spenda troppi soldi in queste cose materiali"
"Sicuramente non avrebbe dovuto dirti quella frase. Non fanno altro che ripeterci che tutto questo è anche nostro e poi non vogliono sentire la nostra opinione" parla al plurale quindi sicuramente anche lei avrà avuto questa spiacevole conversazione con Parker.
"Mi ha dato fastidio la bugia. Ormai so come è fatto e in effetti i soldi non ci mancano ma perché dirmi così" chiedo sconsolata. Ava mi abbraccia e Parker ritorna
"È molto sollevato di sapere che stai bene. Passerà dopo cena"
"Gemma posso darti un consiglio? " annuisco e lo ascolto
" Perdonarlo. A volte noi daddy siamo proprio sciocchi" sorrido a questa affermazione. Forse è meglio che torni a casa.
"Parker puoi prestarmi il telefono?" sorride e annuisce
"Pronto?"
"Daddy"
"Gemma finalmente. Mi dispiace io..."
"Puoi venire a prendermi adesso?"
" Ma certo" chiudo e restituisco il telefono
"Sono un po'offeso che non rimani a cena" dice Parker per farmi ridere
"Prometto che rimedieremo. Ma stasera devo riparare questa situazione" annuisce e aspettiamo Philip. Dopo mezz'ora suonano alla porta. Ci salutiamo, ringrazio e ce ne andiamo.
"Mi dispiace" dico entrando in macchina
"Anche a me principessa" il tragitto è silenzioso. Quando entriamo mi tolgo il giacchetto e mi siedo sul divano.
"Scusami Gemma. Non volevo ferirti dicendo quelle cose. Era solo una delle mie frasi da tengo tutto sotto controllo" scimmiotta facendomi ridere
" non dirmi più bugie ti prego"
"Va bene principessa, scusami" lo bacio e poi ghigna
"Devi punirmi vero?" chiedo retoricamente
"Scappare dal tuo daddy in quel modo, vuoi farmi venire un infarto prima dei 30 anni?" chiede accennando un sorrisino. Mi stendo sulle sue ginocchia. 30 sculacciate dopo sono in lacrime, ha usato il telecomando. Quell'aggeggio è infernale. Mi asciugo le lacrime e finiamo per fare l'amore sul divano. Forse non è poi così brutto fare la pace

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