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14 aprile 20XX

La mattina mi svegliai abbastanza presto di proposito proprio per sentire come stavano le mie amiche a Washington. Durante la chiamata avevo già parlato della scuola, dei nuovi compagni e dei professori, citando anche, a malincuore, l'incidente durante gli allenamenti.

«Oh shit.» mormorò Lucy. «Ma non ti succedeva da tanto, no?»

«Appunto...» risposi sconsolata.

«Ma hai ancora problemi con il ghiaccio che ti spunta all'improvviso?» chiese Camille con discrezione.

«Sì...»

Tutte e tre sussultarono all'unisono. «Hai avvisato i professori, vero?» chiese Rachel, ricevendo da parte mia una risposta negativa.

«Ma sei matta??» sobbalzò Lucy. «Stai correndo un grosso rischio, dovresti saperlo ormai!»

Abbassai lo sguardo sulla tastiera del computer. «Non è così facile. Sto iniziando a farmi degli amici ed è già difficile riuscirci dopo quell'incidente; non oso immaginare cosa accadrebbe se sapessero che...»

«Non devi mica raccontargli dei tuoi incidenti passati.» mi fece notare Rachel. «Ma semplicemente far sapere che hai questo piccolo problema.»

«Ha ragione Rachel.» intervenne Camille. «Devi rimediare al più presto se non vuoi venire espulsa. So che le regole lì alla Yuei sono ancora più severe.»

Sospirai massaggiandomi la tempia destra.

«Lo farai, vero?» chiese Lucy guardandomi attraverso lo schermo con aria speranzosa.

Distolsi lo sguardo e chiusi gli occhi come per scacciare quel pensiero dalla mente.

«Jade,» mi chiamò dolcemente Camille, «stiamo parlando della tua salute e di quella delle persone che ti stanno accanto.»

«Fisica e psicologica.» aggiunse Rachel.

«Ho capito!» le interruppi alzando la voce, stupendomi della mia stessa reazione. «Lo so che metto in pericolo sia me che gli altri, ma pensate sia facile? Pensate che dopo non mi eviterà nessuno per paura? Non vi ricordate tutto quello che ho passato in questi anni? E anche se ho trovato voi...» e qui la voce mi si spezzò per qualche secondo, «... tutti mi stavano lontani.»

«Questo non è vero!» si agitò Lucy. «Ti sei dimenticata di tutto quello che...»

«Non parlarmi di lui!» esplosi concludendo la chiamata con un'energica chiusura dello schermo, immaginando già di cosa volesse parlare.

Subito dopo sfogai quel dolore che si era annidato nel mio petto con un pianto ricco di singhiozzi prontamente soffocati nel cuscino, ma che mi scuotevano corpo e anima nel profondo.

Non mi importava se il mio maledetto quirk mi avrebbe congelata e insieme a me tutta la stanza, non mi importava dei dolori lancinanti allo stomaco, non mi importava di quello che i Bakugo avrebbero pensato di me. Mi sentivo isolata dal resto del mondo, disconnessa dal mio stesso corpo al punto da non percepire più nulla con gli organi di senso. Riuscivo solo a sentire brividi e singhiozzi che scuotevano ogni mia singola cellula, come se un'ombra tenebrosa si fosse impossessata del mio corpo di carta.

Avevo solo una certezza in quel momento:

ero sola.



Angolo autrice
Scusatemi per un'altra parte deprimente, vi giuro che anch'io odio farla soffrire così tanto sigh😢
Ma i momenti felici arriveranno presto, non preoccupatevi. Nei prossimi capitoli potreste vedere addirittura un po' di fluffiness, chissà👀
Spero stiate passando delle belle vacanze e che vi stiate riposando in vista del famoso "sprint finale" (aiut)
Buona settimana a tutti!😘❤❤

Spicy caramelNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ