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30 marzo 20XX

Ore 9.08. Quindicesimo giorno di detenzione in casa Bakugo, prefettura di Shizuoka, Giappone.

Fu più o meno questo il primo pensiero che si presentò nella mia povera testolina dolorante quel sabato, provata da una lunga notte nella quale avevo passato la maggior parte del tempo a rigirarmi nel letto alla ricerca della posizione più comoda per dormire.

Forse era un segnale che mi stava inviando la mia mente, una specie di irrequietudine psicologica che si traduceva in insonnia. Il mio corpo cercava una posizione comoda... Ma la mia testa cosa voleva?

❀ ❀ ❀

«Ehi stronza, ti squilla il telefono.» sbuffò Katsuki entrando nella mia stanza senza bussare e porgendomi il cellulare.

«La smetti di chiamarmi così?» protestai prendendolo prima che lo facesse esplodere.

«Ti si addice e ti descrive perfettamente.» spiegò. «Ma posso fare di meglio, se mi impegno.»

Gli feci cenno di uscire dalla stanza prima ancora di leggere il nome del contatto di chi mi stava chiamando.

Rimasi sorpresa quando scoprii di chi si trattava, ma non troppo. Era mio padre.

«Hello?» risposi in fretta e furia sedendomi sul letto.

«Teddybear!» esclamò dall'altro capo del telefono. «Come stai?»

Un sorriso da ebete si fece largo sul mio volto. «Molto meglio adesso che ti sento! Tu invece?»

«Vale lo stesso per me. Dove diamine ti ha portata tua madre?»

Fu un duro colpo sentirlo così deluso e quasi arrabbiato con la donna che aveva amato per tanto tempo. «Shizuoka, vicino alla casa di una sua amica.»

«Ah, Mitsuki.» sospirò.

«La conosci?»

«Sì, tua madre me l'ha presentata durante un viaggio lì in Giappone che avevo fatto per conoscere i tuoi nonni. È stato molto tempo fa.»

«Non lo sapevo.» ammisi.

«So che adesso stai a casa sua. Come ti trovi?»

Ouch. Tasto dolente. «Beh, sono tutti molto gentili... Forse il loro figlio è un po' scontroso...»

«Sei sicura di aver fatto la scelta giusta seguendo tua madre?» chiese in tono grave.

«Lo faccio per me.» risposi senza neanche pensarci. «Indubbiamente la Yuei è la miglior scuola per eroi del mondo. Non potevo lasciarmi sfuggire un'occasione simile.»

Dal silenzio che seguì la mia affermazione mi parve di capire che non era del tutto convinto di ciò che avevo appena detto. «Non ti manca casa tua?»

Subito mi passarono davanti agli occhi i volti allegri delle mie amiche, le stanze della nostra vecchia casa, la facciata del liceo per eroi di Washington. «Un po'.» mentii. «Ma adesso voglio pensare al futuro che mi aspetta una volta finito il mio percorso di studi. Avrò molte più possibilità nel mondo del lavoro, non credi?»

«Il valore di una persona non sta nel nome della scuola che ha frequentato.» mi avvertì. «Devi sempre impegnarti al massimo.»

Perché mi stava facendo tutte quelle raccomandazioni? Sapevo perfettamente che avrei dovuto dedicare anima e corpo per raggiungere il mio obiettivo di diventare un'eroina, ed era a conoscenza della mia consapevolezza.

«Certo, lo so, papà.»

«Se dovessi cambiare idea e volessi venire qui non esitare a dirmelo, va bene?»

L'idea di tornare negli Stati Uniti per vivere insieme a lui e alla sua nuova compagna non mi allettava molto, ma non volevo sembrargli maleducata. «Sure.»

«Mi raccomando.»

«Non ti preoccupare.»

«Ci sentiamo, allora.»

«D'accordo.»

«Ciao tesoro.»

Quando riagganciai pensai alla nuova compagna di mio padre, donna con cui avrei dovuto convivere nel caso di un mio eventuale ritorno in America. L'aveva conosciuta durante un periodo di "crisi di coppia" con mia madre, ma nessuno dei due aveva mai pronunciato la parola "tradimento"quando se ne parlava. La soluzione migliore? Tornarsene ognuno nel proprio paese, secondo il ragionamento di Yuriko Matsumoto. Chissà cosa doveva aver provato per giungere a una decisione così drastica...

Ripensandoci papà non mi aveva mai parlato della sua nuova fiamma; forse lo aveva fatto per una questione di rispetto nei confronti miei e della mamma e non voleva che il frutto del loro amore venisse esposto a una perfetta sconosciuta.

A me piaceva pensarla così. Non potevo ancora sapere il motivo di fondo di quella separazione avvenuta troppo repentinamente, troppo velocemente, troppo bruscamente.

E mi sarebbero serviti molti altri mesi per comprendere davvero tutto.

Angolo autrice
Hola chicos y chicas
Non so lo spagnolo
Come state?
Io finalmente ho finito verifiche e interrogazioni proprio oggi! Tralasciamo il fatto che nel compito di inglese ho sempre scritto "Decadentism" invece di "Decadence" (e in inglese purtroppo hanno due significati diversi sigh).
Spero possiate passare un buon Natale e delle buone feste nonostante tutto! Ci sarà tempo per stare in compagnia più avanti❤
Ricordatevi anche di riposarvi e non massacrarvi con lo studio, altrimenti da gennaio a giugno sarà dura.
Buone vacanze e buona settimana!🥰❤

Spicy caramelWhere stories live. Discover now