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5 aprile 20XX

La prima settimana di scuola alla Yuei stava per volgere al termine, e l'aver iniziato con un litigio, un incidente durante un allenamento e un lip gloss alla ciliegia non mi sembravano male come prime annotazioni nel "quaderno dei pasticci in cui mi caccio".

Non sapevo che quello era soltanto l'inizio e che durante il corso dell'anno probabilmente ne avrei compilati almeno cinque.

In più mancavano solo quindici giorni al compleanno di Bakugo e continuavo a domandarmi che cosa sarebbe stato meglio fare. Dubitavo che avremmo continuato a non parlarci fino a quella data, ma con lui non si poteva mai dare nulla per certo.

Sicuramente ignorare qualcuno che vive sotto il proprio stesso tetto è complicato, ma considerando che a causa della scuola rincasavamo circa alle cinque del pomeriggio avevamo tutto il tempo trascorso lì per ignorarci.

Per non parlare dei viaggi in treno. All'inizio ascoltare musica sembrava la soluzione migliore, ma in verità era solo un modo apparente di sconfiggere un silenzio troppo potente per essere soppresso da qualche canzone.

Prima o poi le cose che cerchiamo di ignorare ci si presentano davanti agli occhi in maniera impossibile da evitare. Si può solo rimandare l'incontro con la triste realtà, non scamparla.

Un altro problema era il fatto che Mina, che trascorreva molto tempo con me, faceva parte del gruppo di amici di Bakugo. Poiché non potevo costringerla a farmi compagnia solo per evitarlo, spesso la lasciavo con loro e rimanevo sola.

Durante un intervallo tra un'ora e l'altra (che avevo scoperto essere parte della programmazione della giornata a livello ufficiale), la curiosa Asui si avvicinò al mio banco mentre finivo di sistemare alcuni appunti.

«Qualcosa non va, Jade?»

«No, Tsuyu. Sono solo un po' stanca.» sorrisi cercando di non mostrarmi abbattuta.

«Come mai non sei con Mina?» continuò sedendosi sopra al mio banco.

«Oh, ehm...» Mi voltai a cercare la ragazza rosa, e notai che stava allegramente chiacchierando con il gruppetto di Bakugo. «Avevo un po' di cose da sistemare e quindi non ci ho parlato, tutto qui.»

La ranocchietta non sembrò crederci. «Mi sembri giù di morale. Sei sicura che sia tutto a posto, cra?»

Come cavolo faceva a capirlo?

«Sì, Tsuyu.» ribadii. «Mi rifarò a pranzo.»

Imitò il mio gesto e guardò Mina e gli altri. «Puoi mangiare con noi, se ti va.» propose sorridendo.

«Voi chi?»

«Io, Ochaco-chan, Iida, Todoroki e Izuku-chan. Che ne dici?»

"Mangiare insieme a Izuku Midoriya? CERTO CHE MI VA!"

«Va bene. Grazie per l'invito, Tsuyu.»

«Puoi chiamarmi Tsu se preferisci, Jade-chan.» sorrise.

«Everybody TAKE YOUR SITS PLEEEAAAASEEEEE!!» urlò Present Mic entrando in classe con aria allegra. «Oggi parliamo di William Blake!»

Sospirai scoraggiata. Avevo già affrontato Blake quando studiavo in America e purtroppo metà delle sue poesie erano tristi. Proprio quello che ci voleva in quel momento per tirarmi su di morale.

❀ ❀ ❀

«Oggi pranzo con Ochaco e Tsuyu.» spiegai a Mina prima che si recasse in mensa insieme al resto del suo gruppetto.

«Come mai?» domandò delusa. Non servì risponderle: ci arrivò da sola qualche istante dopo, ma non fece commenti poiché anche Bakugo si trovava lì. «Va bene! In ogni caso noi saremo al tavolo di fianco, perciò non fa molta differenza.» mi rassicurò.

La ringraziai in silenzio per la compassione e aspettai che lei e gli altri si allontanassero prima di dirigermi in mensa a mia volta.

Quando arrivai mi accorsi che le ragazze con cui avrei dovuto pranzare erano già sedute al tavolo. Ochaco mi fece cenno di raggiungerle, e non esitai ad eseguire gli ordini.

«Grazie per avermi tenuto il posto.» dissi sedendomi di fianco a loro.

«Figurati!» sorrise Ochaco. «È bello che ti sforzi di trascorrere il tempo libero con persone diverse anche se sei appena arrivata. Siamo noi a ringraziarti!»

Quello che aveva detto non era del tutto coerente con quello che pensavo io, ma non feci commenti.

«Cavoli, mi sono dimenticata di ordinare il pranzo!» mi ricordai all'improvviso.

Tsuyu intervenne con il suo tipico tono calmo. «Possiamo usare il cellulare per chiedere ai ragazzi di portare il pranzo anche a te, così non dovrai fare la fila.» propose.

«È una buona idea, ma mi dispiace disturbare gli altri...»

«Non ti preoccupare! Siamo amici oltre che compagni di classe. Questo ed altro!» mi tranquillizzò Uraraka mentre componeva il numero di qualcuno dei tre ragazzi che dovevano pranzare con noi ed erano già in coda per il cibo. «Che cosa vuoi mangiare?»

«Ehm...Del katsudon andrà benissimo.» risposi.

Dopo che la ragazza ebbe concluso la chiamata non dovemmo aspettare molto perché Iida, Todoroki e Midoriya ci raggiungessero.

Il ragazzo dai capelli bicolore mi porse il vassoio con il mio pranzo. «Ecco qua.»

«Arigato, Todoroki.»

Mi fece un cenno con la testa in risposta e poi prese posto accanto a Iida. Deku si sedette per ultimo, proprio di fronte a me.

"Vedi di non sporcarti davanti a Midoriya, imbranata".

«Katsudon anche tu, Jade?» mi sorrise proprio il ragazzo dai capelli verdi.

«Ehm, sì...» mormorai mentre le guance mi si coloravano di un tenue rosso e un leggero calore mi pervadeva il volto. Quel sorriso era davvero la fine del mondo...

«È il mio piatto preferito, e Lunch Rush lo prepara in maniera divina!» esclamò contento come un bambino mentre separava le bacchette di legno una dall'altra.

"Divino, sì..."

«Jade, stai bene?» mi chiese Tsuyu sottovoce sgomitandomi senza farsi notare.

«Uh? Sì, perché?» le chiesi confusa.

«Ti sei imbambolata per un po', cra.»

«Ah.» ridacchiai nervosamente. «Scusa, stavo solo... pensando.»

Dopo esserci augurati buon appetito iniziammo a divorare i nostri pranzi caldi e fumanti.

«Allora, Todoroki...» esordì Iida dopo aver ingoiato un boccone del suo spezzatino di manzo. «Alla fine sei andato a trovare tua madre ieri?»

«Sì.» rispose diretto sorseggiando dell'acqua. «Sta meglio adesso, e i medici pensano anche di poterla dimettere.»

«È una buona notizia, vero?» chiese prudentemente Ochaco, seduta di fronte a lui.

Todoroki sospirò lasciando cadere le bacchette nel piatto di soba. «Non lo so... Ho paura che possa accaderle qualcosa di brutto, di nuovo.»

«Oh su, Todoroki...» disse Midoriya mettendogli una mano sulla spalla. «Lo hai detto tu stesso che le cose sono cambiate in meglio, no?»

Mi sentivo un po' in imbarazzo ad ascoltare certi discorsi dall'aria molto privata di persone che conoscevo da poco.

Per non essere scortese non feci domande e pranzai silenziosamente, buttando di tanto in tanto lo sguardo al tavolo della cosiddetta "Bakusquad". Tuttavia nessuno di loro si accorse della mia attenzione nei loro confronti.

Ed ecco che mi sentivo nuovamente triste. All'epoca ero molto più devota all'avere buoni rapporti con tutti e al minimo litigio andavo giù di morale.

Come faceva Bakugo a non cagarmi così bene?

Smisi di pensarci quando mi accorsi che i miei palmi si erano ricoperti di una leggera brina. Avevo imparato che in casi come quello era meglio calmarsi e reprimere i sentimenti negativi per evitare guai più grossi.

Spicy caramelWhere stories live. Discover now