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7 aprile 20XX

«Svegliati, pigrona.» sbottò Katsuki tirando delle energiche manate alla porta della mia stanza. «La strega ha dato ordini.»

Mi girai sull'altro fianco, seppellendo la testa sotto le coperte. «Smetti di chiamarla così.»

«Alzati e basta.» tagliò corto.

Malgrado mio eseguii i suoi ordini, tentando lentamente di mettermi in piedi. Mi diressi verso la porta sbadigliando e trascinando i piedi.

Aprii la porta e mi ritrovai davanti il biondino, già vestito con una felpa grigia e dei pantaloni della tuta neri. «Cosa vuoi?» chiesi con gli occhi quasi chiusi.

«Devo rifare i letti.» spiegò guardandomi con aria leggermente scocciata, come al solito. «E tu devi fare la biancheria.»

Mi stropicciai l'occhio sinistro con il palmo della mano, mentre tenevo l'altra sullo stipite della porta. «Mi parli solo per darmi ordini, adesso?»

Alzò gli occhi al cielo ed emise una specie di grugnito. «Ti ricordo che sei tu che non mi parli, stronza.»

«Vaffanculo.» borbottai coprendomi la bocca per sbadigliare.

Katsuki scosse la testa. «Spostati.» mi ordinò scansandomi dall'ingresso della stanza.

«Puoi lasciarmi almeno il tempo di cambiarmi?»

«Lo farai dopo.»

Decisi che protestare non sarebbe stata la soluzione migliore poiché sicuramente non mi sarei fatta valere e mi condussi in camera sua per prendere i vestiti sporchi, ammucchiati ai piedi della scrivania.

«Se frughi tra le mie cose ti ammazzo.» mi minacciò dal corridoio.

«Il mio sonno è molto maggiore della curiosità in questo momento.» lo rassicurai.

Stranamente la biancheria sporca non aveva un cattivo odore; anzi, mi sembrava che odorasse di buono. Aveva un profumo delicato, un misto tra dolce e salato simile a...

...caramello?

«Ma che profumo usi?» chiesi guardando i vestiti quasi ipnotizzata.

«Non uso profumi. E comunque pensavo fossi più assonnata che curiosa.»

Decisi di non fare altre domande e continuai con il mio lavoro, incrociandolo nel corridoio.

«Che hai fatto stanotte?» mi chiese mostrandomi le stesse lenzuola dove avevo dormito.

Lo guardai strabuzzando gli occhi. «Ho dormito, ovviamente.»

«E allora come mai le coperte sono fradicie?»

Rimasi paralizzata per qualche secondo. «Stai insinuando qualcosa?» domandai assottigliando lo sguardo.

Gli comparse una specie di sorrisetto divertito in viso, che però somigliava di più a un ghigno. «E io che pensavo fossi una santarellina.»

Improvvisamente sentii il viso diventare più caldo e persi leggermente lucidità. «Ma che cazzo stai dicendo??» esclamai afferrando le lenzuola. «Non vedi che è acqua?»

Abbassò lo sguardo sulle coperte e le toccò con le punte dei polpastrelli, come se fossero sporche di chissà cosa. «Effettivamente mi sembrava impossibile che fosse altro. Insomma, va bene le alte prestazioni, ma tu...»

«Sei uno stronzo.» sibilai fissandolo negli occhi.

«E quest'acqua da dove arriva?»

Ecco, mi aveva beccata. Avrei dovuto occuparmi io delle mie coperte, diamine.

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