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25 aprile 20XX

Non essendo abituata ad allenarmi ad un ritmo così serrato la stanchezza si era impossessata di me da subito. La sera prima avevo fatto le ore piccole per allenarmi ancora (con scarsi risultati), di conseguenza seguire le lezioni mi era risultato estremamente difficile. Ed eravamo solo a metà giornata...
Qualcuno picchiettò il dito sulla mia nuca mentre sonnecchiavo con la testa sul tavolo della mensa. «Ecco qua la tua tempura, dormigliona.» sorrise Kyoka appoggiando un vassoio carico di riso, gamberi e calamari fritti e un budino al caramello. «Come mai così stanca? Hai dormito male?»
Sospirai alzando la testa. «No, mi sono svegliata presto sia ieri che oggi e in più sono andata a dormire all'una di notte.»
Ochaco balzò sul suo posto. «Cosa? E perché?»
Mi morsi l'interno della guancia mentre tentavo di separare le bacchette di legno. Era il caso di dirglielo?
«Poverina, ora che ti guardo hai delle occhiaie da panda.» commentò Mina prendendomi il viso tra le mani. «E sei pure un po' pallida.»
«Sono sempre pallida.» protestai con voce svogliata.
«Sarà meglio che finite le lezioni tu faccia un pisolino o domani mattina non ti alzerai nemmeno dal letto, cra!»
«E domani dovremo allenarci allo USJ, perciò dobbiamo essere in forze!» aggiunse Momo con lo stesso tono di una mamma apprensiva.
Annuii distrattamente mentre fissavo la mia ciotola di riso: il mio unico desiderio in quel momento, a parte dormire, era che il pranzo mi donasse l'energia necessaria per arrivare a fine giornata. In un certo senso stavo pregando quei gamberetti fritti di aiutarmi quasi come se fossero stati delle divinità.
«Guarda il lato positivo.» mi scosse Kyoka dandomi una leggera gomitata. «Dato che domani saremo allo USJ tutto il giorno non ci sono compiti, perciò oggi pomeriggio potrai dormire quanto ti pare!»
Le mie preoccupazioni persero un po' del loro peso e all'improvviso il gamberetto che stavo masticando sembrava aver acquisito un sapore speciale.«Non ci avevo pensato.»
«Tieni duro!» esclamò Ochaco con un pollice in su.

Quando la campanella trillò nel corridoio interrompendo la spiegazione di Aizawa mi sembrò di risorgere dagli Inferi. Il mio supplizio era finalmente concluso.
Fui la prima ad uscire dall'aula e ci mancò poco che non salutassi nemmeno il mio professore. Percorrevo i corridoi a lunghi passi, fremendo all'idea di potermi finalmente tuffare sotto le calde coperte del letto. Non avrei permesso a niente e nessuno di frapporsi tra me e il tanto agognato riposo a cui aspiravo da tutto il giorno. Missione alquanto semplice, avevo pensato. Chi mai avrebbe desiderato parlarmi proprio in quel lasso di tempo?
Ebbene, qualcuno c'era, e mi aveva cercata mentre percorrevo il lungo viale che dalla struttura centrale conduceva ai dormitori.
«Hai intenzione di fermarti o devo farti saltare per aria?»
Bakugo?
In un primo momento credendo di avere le allucinazioni non mi preoccupai nemmeno di voltarmi per sentire cosa volesse urlarmi in faccia, ma mi resi conto che non si trattava di un'illusione quando afferrò saldamente la mia spalla destra per costringermi a rallentare.
«Sei sorda? Sto parlando con te.»
Quando sono tanto assonnata non penso troppo a quello che faccio. Mi tolsi la sua mano di dosso con estrema naturalezza, seppur costretta a usare un po' la forza. «Da quando abbiamo iniziato la scuola non mi parli praticamente mai e vieni a cercarmi proprio quando non voglio avere a che fare con nessuno.» borbottai sbadigliando. «Lo fai apposta, ammettilo.»
«Smetti di sparare cazzate.»
«Non sono cazzate.»
«Non ho mai avuto l'occasione per parlarti. E poi tu stai sempre con le ragazze, quindi non scaricare tutte le colpe su di me.»
Ridacchiai sotto i baffi mentre scorgevo in lontananza il nostro edificio. «Sei geloso, Bakugo?»
I suoi occhi rosso rubino furono su di me in un istante. «Questa è una cazzata.»
«Senti...» lo interruppi prima ancora che iniziasse a parlare, mettendo una mano davanti a lui per costringerlo a fermarsi. «Sto morendo di sonno e mi reggo a malapena in piedi, non ho la minima idea di come io stia facendo a intrattenere una conversazione. Qualunque cosa tu abbia da dirmi tienila per quando sarò lucida, perché sprecheresti solo tempo e fiato.»
Inclinò la testa di lato, piegando il viso in un'espressione perplessa. Poi sospirò, si grattò la nuca e riprese a camminare. «Tsk. Vedi di arrivarci ai dormitori, perché se ti addormenterai in mezzo alla strada non sarò di certo io ad aiutarti.»
Riuscii a stare al suo passo, o forse lui aveva rallentato in modo da non lasciarmi indietro, e finalmente giungemmo alla meta. Non ebbi nemmeno la forza di salire in camera mia, così tolsi le scarpe e mi sdraiai sul divano per riposarmi un po' prima di intraprendere l'impervia strada per la mia stanza.
Non mi alzai più fino al giorno successivo.



Angolo autrice
Ciao a tutti! Dato che me lo state chiedendo tutti no, non sono sparita e non ho sospeso né Spicy caramel né Secretly quindi non preoccupatevi😊
È solo che avendo iniziato l'università ho meno tempo e meno energie per fare ogni cosa.
Inoltre sto cercando di pianificare un po' cosa dovrà succedere in ogni capitolo/giorno, che non è un'impresa semplice. Gli eventi più importanti ci sono già, devo solo cercare di riempire gli spazi tra uno e l'altro (evviva lo slowburn)
Spero continuerete a godervi la storia e a seguirla, vi adoro tutti❤❤❤

Spicy caramelWhere stories live. Discover now